Si parte con una nuova avventura, anzi un progetto a cui ho aderito con entusiasmo.
Questo contenitore guidato dall’amico Andrea e chiamato “Piano Inclinato“, vuole portare nelle vostre case un modo diverso di vedere l’economia e la finanza, cosa che tra le altre cose cerco anche di fare col mio blog I&M che forse alcuni di voi già conoscono.
Informazioni più “a misura d’uomo”, alla ricerca della verità e della trasparenza.
Siamo una tribù variegata e variopinta, qui, su Piano Inclinato. Seguiteci, faremo il possibile per non deludervi. Ma ricordate, per uscire dalla crisi non basta raccontarla. Occorre reagire.
E come primo post, in scia all’allusione fra Fisica ed Economia vi riporto la citazione non di un economista, ma di un Fisico: Albert Einstein, che in poche frasi ci ha dato l’idea di come dobbiamo vivere la crisi, questa maledetta crisi che ci attanaglia da anni e che, ahimè, ci terrà compagnia ancora per un po’.
“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.
(da Il mondo come io lo vedo di Albert Einstein)
E come Einstein, anche il sottoscritto la pensa così. L’unica crisi veramente pericolosa è quella che c’è dentro di noi, annidata ed alimentata dal quotidiano. Non lasciamoci abbindolare dalla normalità. Cerchiamo la verità e ritroviamo l’energia per ripartire.

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Bello ritrovare in una squadra le persone che stimi online. A dire che “chi si assomiglia si piglia”. In bocca al lupo boys&girls!!!
La domanda posta da Danilo mi appassiona: come guardare a quest’epoca di trasformazioni con uno sguardo che a sua volta sia diverso e non frutto di pre-giudizi?
Difficile prospettiva, ma forse ineludibile. Questa infatti appare sempre più come una crisi dei significati, più che essere solo una crisi tecnica o contingente (quindi particolarmente grave). I mal di pancia delle banche ne certificano la sistematicità.
Una ripartenza credo passerà proprio da una riformulazione del concetto di valore che parallelamente porterà ad una trasformazione della moneta e della sua funzione.
Le politiche finanziarie di FED e Banca centrale Giapponese paiono rigurgiti estremi di un modo di intendere il valore e la moneta vecchi, strumentali e prossimi ad esser sostituiti da altri paradigmi.
Quali?
Avete idee voi di “piano inclinato”?
“Ancora molto giovane acquisii viva consapevolezza della futilità delle ansie e delle speranze che asfissiano senza tregua la maggior parte degli Uomini durante la Loro Vita”.
[Albert Einstein: Bern, November 18, 1912]
_s-U-r-f-E-r_
ma che bella sorpresa ! I due blogger che stimo di più insieme . Avete solo anticipato troppo,un regalo così dovevate farlo a Natale .
In quanto allo scritto del tizio… che dire ? Un Genio !
Toh… Chi si rivede!
Ciao!
“L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze”.
E qui è detto tutto.
L’impressione però è che si faccia fatica ad ammettere che questa è la crisi di un sistema e di un modello economico, e che le soluzioni, per essere efficaci nel medio e lungo termine, debbono necessariamente discostarsi dalle vecchie strategie in modo radicale.
Con la continua apposizione di “pezze”, non andremo molto lontano: eppure cercano di convincerci che è l’unico modo per evitare il disastro.
Esatto. Hai capito perfettamente il motivo di questo post.
Il sistema è tecnicamente fallito. Occorre cambiare prima che sia troppo tardi. Sempre che non lo sia già. Però è giusto provarci.
🙂
E in quello che dice Fansonia sta una sfida da raccogliere……
Ottima citazione e interessanti riflessioni e domande. Ci lavoreremo su… questo sito è nato anche per questo