Le tecnologie e i prodotti per la cattura del carbonio possono facilitare la transizione verso le energie rinnovabili: nelle industrie che non possono passare a una fonte non fossile, questo aspetto diventerà sempre più importante.
Ma questo significa anche che l’estrazione di combustibili fossili continuerà a servire.
Con gli obiettivi di un’economia a zero emissioni entro il 2050, nessuno investirà nel fossile (infrastrutture, raffinerie), col risultato che ci troveremo due distinti periodi:
Ammesso che nel 2050 saremo riusciti a realizzare la transizione, da quel momento avremo accesso ad energia abbondante a basso costo, mentre fino ad allora il costo delle energie fossili resterà strutturalmente alto: dobbiamo preventivare 15 anni di crisi energetica globale.
L’accesso all’energia a basso costo ha permesso la crescita esponenziale dello sviluppo tecnologico e del tenore di vita del genere umano degli ultimi 200 anni.
Ma l’effetto serra prodotto dalla CO2 che emettiamo minaccia la nostra specie.
Una volta catturata, la CO2 può stoccata nel sottosuolo o in serbatoi di petrolio e gas esauriti.
Può anche essere utilizzata per estrarre petrolio grezzo da vecchi pozzi o per creare carburanti sintetici e bevande gasate.
Anche se il sequestro della CO2 diventa sempre più diffusa ed efficiente, il settore energetico la sostiene prevalentemente come alibi: l’industria del sequestro della CO2 sostiene di riuscire a sequestrare il 90% di CO2 quando genera idrogeno dal gas naturale. Studi indipendenti dicono che in realtà solo il 48% della CO2 viene catturata – e solo il 39% se si considerano le emissioni del ciclo di vita del combustibile.
Quando la reputazione conta più di ridurre realmente le emissioni il rischio greenwashing è elevato.
La riduzione dell’uso dei fossili rimane imprescindibile, ma nel futuro la cattura della CO2 svolgerà certamente un ruolo.
Negli ultimi 200 anni le concentrazioni di CO2 nell’aria sono cresciute mostruosamente: da meno di 300 parti per milione (si erano mantenute così per millenni) a una quantità allarmante (circa 420 ppm).
Innegabile il ruolo dell’Uomo.
Attualmente stiamo *aggiungendo* ulteriori 2 ppm all’anno.
Quindi, per tornare a un livello ‘sicuro’ di CO2 – circa 350 ppm – dobbiamo rimuovere dall’atmosfera circa mille miliardi di tonnellate di CO2.
Siamo decisamente nei guai.
La cattura del carbonio è un concetto poco compreso.
Immagazzinare migliaia di tonnellate di CO2, che altrimenti sarebbero rimaste nell’atmosfera, non è fumo negli occhi, ma nemmeno una soluzione definitiva.
Ne parliamo qui con il professor Gianfranco Pacchioni per una puntata centrata sulla CO2 e le prospettive del contesto economico sempre più condizionato dalla spada di Damocle del cambiamento climatico:

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