Il sistema circolatorio dell’economia

Harvey

La medicina corre spesso in soccorso dell’economia nel fornire efficaci analogie.

Così si può, ad esempio, immaginare l’azione antinflazionistica condotta dalle Banche centrali come quella di un medico impegnato a debellare una patologia in forma acuta (magari dopo averla inizialmente scambiata per un disturbo meramente transitorio, destinato a regredire spontaneamente ….) attraverso massicce somministrazioni di un farmaco a rilascio lento (la politica monetaria impatta con ritardo sull’economia reale) e soprattutto caratterizzato da significativi effetti collaterali.

Il tutto con un paziente che si lamenta sonoramente per la cura, preferendo di gran lunga convivere con il malanno, per quanto corrosivo, piuttosto che con gli effetti della terapia, in ciò spalleggiato da medici pietosi, o falsi medici, come gli Stati che iniettano nel paziente abbondanti dosi di una sostanza antagonista, la liquidità, che ostacola e prolunga l’approccio terapeutico del medico principale.

Analogia di immediata decodifica, financo banale, se vogliamo. Nulla a che vedere, se non per la comune impronta medica, con l’intreccio di corrispondenze ed analogie che vi proponiamo questa settimana.

Economia per tutti” spegne infatti la centesima candelina e festeggia con una conversazione inclinata sufficientemente pirotecnica.

Per il raggiungimento della nostra (prima) quota 100 abbiamo scelto, infatti, di esaltare, nel concentrato di una puntata, due pilastri di questo progetto mai presosi troppo sul serio e, forse proprio per questo, arrivato fin qui. Da un lato, l’ambizione di comporre, a dispetto della scelta apparentemente randomica degli argomenti, una costellazione di riflessioni capace di costruire progressivamente una sensata teoria del fatto economico, partendo dalle aporie delle teorie consolidate, tutte in grado di spiegare al più questa o quella fase, ma giammai l’interezza, del ciclo economico, quando non del tutto prive di riscontro nella realtà.

In secondo luogo, la dichiarata volontà di approdare all’economia, almeno ogniqualvolta l’attualità non imponga l’esigenza di un racconto “verticale”, lungo percorsi non segnati sulle mappe canoniche e con lo sguardo “alieno” maturato attraverso scorribande un po’ corsare in mondi e discipline apparentemente “altri” rispetto alla sfera economica.

Se però, di solito, abbiamo presto a prestito al più un ambito eccentrico rispetto alla “scienza triste” (o presunta tale), questa volta abbiamo voluto esagerare.
Stimolati da un commento di un ascoltatore (nonché ospite) tra i più sensibili ed affezionati, vi proponiamo una narrazione che mescola, come minimo, storia medicina, letteratura, teatro e, ovviamente economia.

L’ipotesi che le scoperte scientifiche possano ispirare l’organizzazione della società umana e, segnatamente, che la scoperta, nel ‘600, dell’effettivo funzionamento del sistema cardiocircolatorio abbia fornito il modello su cui ricalcare una diversa circolazione del denaro rispetto al modello feudale costituisce il fondale di una scena in cui si muove un sorprendente parterre de rois di personaggi.

Al centro, lui: William Harvey, medico di Francis Bacon e di Carlo I, ma soprattutto lo scienziato che ha rivoluzionato una visione più che millenaria delle modalità di circolazione del sangue nel corpo (e forse di coerente quanto improduttiva organizzazione dei rapporti sociali?). Intorno a lui, oltre ai suoi blasonati pazienti, una folla di personaggi illustri: da Ippocrate, con la sua teoria dei quattro fluidi da mantenere in equilibrio, a Galeno che ne affinò e aggiornò gli errori, fino alla tormentata figura di confine incarnata da Andrea Vesalio, lucido nella pars destruens nei confronti della tradizione galenica, ma ancora privo della fiammella intuitiva di Harvey.

Tanti personaggi ed un convitato di pietra: William Shakespeare ed il mistero che lo accompagna. Il Bardo conferisce a questa puntata l’ingrediente del giallo storico: com’è possibile trovare in bocca a Menenio Agrippa, nel “Coriolano”, la fedele citazione di una metafora di Harvey sulla circolazione del sangue, metafora che però il medico di Francis Bacon esporrà solo una dozzina di anni dopo la morte di Shakespeare?

Insomma, un plot degno delle atmosfere di Dan Brown e rispetto al quale anche la newsletter ha l’obbligo di arretrare per non incorrere in uno dei più gravi peccati moderni.

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