La riforma del Risparmio – con @massimoscolari – EpT #96

rebates

L’investitore medio, si sa, ha lo sguardo fisso sul rendimento del proprio denaro. Scruta la performance, da più di un anno ripete come un mantra “mai ‘na gioia”, assiste ormai disincantato a ripartenze che regolarmente si infrangono contro la bandiera dei giudici di pista, alias banchieri centrali, che riportano i mercati ai blocchi di partenza o, peggio, anche un po’ più indietro.

In tutto ciò, però, la stragrande maggioranza degli investitori ignora con ogni probabilità che il valore dei propri investimenti incorpora degli organismi misteriosi, detti rebates, che ogni giorno si cibano di una frazioncina dei loro fondi di investimento.

Fuor di metafora, si tratta del sistema di retrocessione delle commissioni alla base del meccanismo di remunerazione dei vari soggetti che intervengono nella filiera della produzione e distribuzione dei prodotti finanziari.

Se il tema vi pare un po’ ostico, ciò significa che occorreva una puntata di “Economia per tutti” per sminuzzarlo adeguatamente.
E’ quanto ci siamo proposti di fare nella conversazione inclinata di questa settimana.

L’occasione è fornita dai propositi della Commissione Europea di mettere mano ad una revisione, non si sa quanto radicale, di tale meccanismo. Puntata “verticale” come poche, dunque, e che impone il ritorno di un ospite come pochi titolato ad affrontare l’argomento. Tra i più preziosi amici di EPT, Massimo Scolari è presidente di Ascofind, l’associazione per la consulenza finanziaria indipendente, insegna al MIP Politecnico di Milano ed in precedenza è stato membro del consiglio direttivo dell’OCF (Organismo di vigilanza dei Consulenti Finanziari) nonché membro di ESMA (European Securities and Markets Authority).

Con Massimo, dunque, siamo andati “deeper underground” nel tema dei rebates e della possibile riforma in sede comunitaria.

Come funzionano le retrocessioni commissionali e perché questo iter remunerativo, che conduce da chi realizza prodotti finanziari a chi li distribuisce, può avere un effetto distorsivo e penalizzante per il risparmiatore?
Le normative tempo per tempo introdotte si proponevano di aumentare il tasso di trasparenza, ma, se la Commissione UE vuole intervenire, quanta strada c’è ancora da percorrere affinché all’investitore risulti chiaro quanto e come paga, a chi ed in cambio di cosa?
E’ un luogo comune o c’è del vero nell’idea diffusa che il mercato del risparmio gestito sia in Italia nettamente più caro che nel resto d’Europa?
E’ un divario di prezzi giustificabile in nome della qualità o i regulators dovrebbero trovare il modo di moderare i costi?

Dallo stato dell’arte alle prospettive future, ci siamo poi interrogati su come potrebbe cambiare l’industria del risparmio per effetto della ventilata riforma UE.

Il venir meno di un meccanismo che unisce alta redditività a scarso malcontento del cliente finale potrebbe spingere, in nome del mantenimento di adeguati flussi commissionali, alla promozione esclusivamente di “prodotti della casa” con conseguente impoverimento della possibilità di scelta per l’investitore?
Perché un sistema di remunerazione imperniato sulla performance non sarebbe cosi efficace come potrebbe sembrare, mentre lo sarebbe piuttosto uno in cui ciascuno paga ciò che effettivamente gli serve?

Scolari ci ha condotti in questa perlustrazione con la sua consueta pacatezza ed una competenza saldamente ancorata alla pratica.

Soprattutto, è emersa nettamente la sua esortazione ad una discussione il piu’ possibile laica su questi temi. Niente tifo da stadio e bando alle generalizzazioni. Non esistono sistemi né soluzioni perfette (il mercato UK, per dirne una, ha abolito i rebates, ma presenta altre criticità) né è più attuale l’immagine semplificata della clientela italiana come un’indistinta massa di BOT people, laddove invece competenze diffuse e autonomia di accesso ai prodotti finanziari consentono talora di non demonizzare neppure, a determinate condizioni, il “fai da te”.

Con Massimo, ci siamo anche domandati, in ultima analisi, quale sia il corredo informativo necessario e sufficiente al risparmiatore per capire e giudicare una scelta di investimento e disincagliare il proprio denaro dal conto corrente. Lasciateci piccare di aver creato, con questa puntata, un utile pezzetto di tale corredo e veniteci a trovare sulla vostra piattaforma preferita.

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