Londra. Dove l’austerità paga (e le citazioni anche)

Nel 1940 Winston Churchill arringava la Camera dei Comuni, cercando di rinfrancare lo spirito dei concittadini inglesi, fiaccati dai rovesci della Seconda Guerra Mondiale:

“I have nothing to offer but blood, toil, tears, and sweat” (Non ho nient’altro da offrirvi che sangue, fatica, lacrime e sudore).

Un discorso memorabile, che gli inglesi non hanno mai dimenticato. Non lo ha fatto neppure il Cancelliere dello Scacchiere George Osborne, che il 19 marzo ha presentato il programma di Budget per il 2014.

Osborne ha rialzato come nulla fosse le stime di crescita per il 2014 al +2,7%, contro una previsione effettuata, solo lo scorso anno, e sempre dallo stesso governo, dell’1,8%. Insomma. In dodici mesi l’economia ha recuperato quasi un punto percentuale di Pil. Nel 2010, anno di insediamento di Osborne, il deficit era all’11%, ora è al 6,6% e nelle stime dell’esecutivo continuerà a calare ancora, almeno al 5,5%, per poi azzerarsi entro il 2019. Senza nubi anche il mercato del lavoro: il tasso di disoccupazione è sceso dal 7,4% al 7,2% solamente da novembre a gennaio. Cala ancora il numero dei senza lavoro a 2,33 milioni, mentre macinano un nuovo record gli occupati, a 30,2 milioni.

Questi i frutti dei sacrifici compiuti dagli inglesi, per un totale di tagli alla spesa che valgono niente poco di meno che 118 miliardi di sterline. Ma non finisce qui, perché mica si dimentica la lezione di Winston. Si continuerà a sforbiciare, e pesantemente anche. E Osborne ci ha regalato un’altra citazione da consegnare al più presto ai politici italiani:

“Dobbiamo prendere decisioni difficili per tutelare la crescita futura, dobbiamo riparare adesso il tetto della casa, perché è ora che c’è il sole”.

Ed i tetti (giustamente) non si mettono a posto quando piove. Viene dunque fissato un limite massimo ai sussidi di disoccupazione, a 119 miliardi di sterline all’anno, che diventerà costante ed ancorato all’inflazione. Ricapitolando, sempre con le parole di Osborne:

“Se lavori e risparmi, questo Governo è dalla tua parte. Questa è una finanziaria per chi produce, per chi lavora e per chi risparmia”

Che tradotto vuol dire: innalzamento di 500 sterline della soglia per le esenzioni fiscali, minori oneri fiscali per piccoli risparmiatori e pensionati. E una delle novità più interessanti riguarda proprio le pensioni, con un nuovo sistema, molto più flessibile rispetto al passato: non sarà più obbligatorio effettuare i versamenti annuali che garantiscono una rendita, e sarà più facile ritirare i soldi investiti (e quindi bloccati) negli stessi fondi pensione. Libertà assoluta dunque (Maggie, Miss You): ogni contribuente può decidere di spostare come vuole e quando vuole i denari dai propri piani pensionistici ai consumi. Ancora Osborne:

“Si tratta della riforma più profonda della tassazione pensionistica dal 1921” (NdR: 93 anni, quasi un secolo)

E quindi arriviamo ai consumi, che sono chiaramente i grandi favoriti di questo Budget. Tutti liberi di spendere dove vogliono i soldi in più a fine mese, che arrivino da pensioni o buste paga, anche se c’è un settore che viene privilegiato più degli altri, perché dotato di una tassazione più favorevole: il “Beverage”, ovvero birra e (soprattutto) whisky. Attenzione alle dichiarazioni di Osborne:

“Il whisky scozzese è una enorme storia di successo britannica, e per sostenere questa industria, al posto di aumentare le tasse sul whisky e gli altri spiriti, oggi le congelerò”.

Una decisione presa per scongiurare il rischio di scissione della Scozia? Forse, dato che lo Scottish National Party, partito indipendentista al governo ad Edimburgo che ha sponsorizzato il referendum per l’uscita dal Regno Unito, ha accolto con molta soddisfazione l’annuncio del ministro.

Rimane un dato di fatto: per festeggiare i risultati della cura lacrime e sangue gli inglesi andranno a festeggiare al pub. Alla faccia dell’austerità. God Save the Beer.

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Pubblicato da Vadria

Giornalista finanziaria e Mamma.

4 Risposte a “Londra. Dove l’austerità paga (e le citazioni anche)”

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