Ci ha lasciato un grande amico e una straordinaria mente italiana
Il 10 luglio 2017, a soli 53 anni, è “andato avanti” – come si usa dire per gli alpini – Leonardo Maugeri, un mio grande amico e una mente straordinaria.
Come hanno scritto anche i media italiani, Leonardo Maugeri è stato uno dei massimi esperti mondiali di energia e petrolio.
Era nato a Firenze nel 1964. Aveva conseguito un dottorato di ricerca in “Relazioni internazionali sulla figura di Enrico Mattei”. Nel 1995, all’Eni, diventò l’assistente dell’amministratore delegato Franco Bernabè. Poi ricoprì il ruolo di responsabile degli studi strategici e dei rapporti internazionali e, a soli 36 anni, gli fu affidato l’incarico di direttore strategie e sviluppo. Nel 2010 divenne presidente di Polimeri Europa – l’attuale Versalis – rilanciandola e puntando sulla chimica “verde”, con la riconversione dell’impianto di Porto Torres e con il debutto di Matrica.
Poi il suo percorso ha seguito altre vie, sempre di successo. È stato un accademico acclamato, con prestigiosi incarichi al MIT e al Belfer Center for Science di Harvard, un fortunato saggista con pubblicazioni in diverse lingue e anche un prezioso consulente dell’amministrazione Obama e dell’Arabia Saudita.
Come ricorda il giornalista Gigi Riva:
“… nei suoi anni l’ente di Stato raddoppiò la produzione di greggio fino a raggiungere la ragguardevole cifra di 1,73 milioni di barili al giorno. Più che questo risultato, lo rese famoso nella comunità scientifica la sua dote di vaticinio dell’andamento del mercato del greggio. Annunciò con sbalorditiva precisione i flussi di discesa e di risalita dei prezzi”.
In questo senso, per esempio, già nel 2006 ha preannunciato la rapida espansione dell’industria americana dello “shale oil”: il petrolio di scisto, prodotto dai frammenti delle omonime rocce mediante processi di pirolisi, idrogenazione o dissoluzione termica. Tecnicamente, ciò avviene “convertendo” il cherogene – la materia organica interna alla roccia – in petrolio e gas sintetico. Per un prodotto che risulta immediatamente utilizzabile come combustibile; oppure, aggiungendovi idrogeno o eliminando zolfo e azoto, che può essere usato per gli stessi scopi dei derivati dal petrolio greggio. O come nel 2012, quando i prezzi del petrolio erano a 100 dollari al barile, con la quasi totalità del settore che scommetteva su una crescita ulteriore, che in molti immaginavano infinita. Mentre lui, forse l’unico al mondo, con audacia e lungimiranza, ha teorizzato il contrario. Ovvero che ci si trovava sul tetto del boom petrolifero e che i prezzi – come poi avvenne da lì a poco – sarebbero caduti rovinosamente.
[tweetthis]un commosso ricordo di Leonardo Maugeri, per mano di @Forchielli[/tweetthis]
Non era preveggenza. Era semplicemente la lettura lucidissima di uno dei massimi esperti del settore, con una grandissima fede nei progressi della tecnica.
Successivamente ha puntato, prima degli altri – e, ancora una volta, giustamente – sulla crescita dei mercati del gas naturale e dell’Lng, “liquefied natural gas”, in italiano gas naturale liquefatto. Fino all’inizio del 2017, quando già gravemente malato, ha avuto la forza di elaborare un documento dove sosteneva che, nonostante i tagli operati dall’Opec, la fornitura di petrolio era ancora significativamente maggiore della domanda mondiale. Ipotesi poi confermata dai fatti.
Sempre Gigi Riva puntualizza che
“con l’arrivo di Scaroni all’Eni fu messo ai margini per quei motivi imperscrutabili che alludono alla logica dei gruppi e non del merito. Non si perse d’animo e tornò all’accademia con incarichi prestigiosi. Il maggiore dei quali, quello che lo rendeva più felice, ad Harvard. Dove riesplose, negli ultimi anni, anche una sua vocazione giovanile e mai sopita per il giornalismo e la divulgazione”.
Citando Harvard, vale la pena condividere il pensiero dei suoi colleghi commossi nell’ultimo saluto a Leonardo. “Per 15 anni ha modellato il dibattito globale, sia all’interno che all’esterno dell’industria. La sua visione ha cambiato il modo in cui le persone comprendevano i mercati petroliferi… E mentre amava Harvard, il suo cuore continuava a battere anche per il suo paese natale, l’Italia. Come il suo appoggio per i giovani studenti italiani”.
In conclusione, piangiamo un grande italiano: fortissimo nella visione e molto umano nei sentimenti.