Misallocation: il danno che ci siamo inflitti dalla crisi finanziaria ad oggi

misallocation

Dal 2008, anno della Grande Crisi Finanziaria, abbiamo avuto “denaro gratis” per anni.

Alcuni osservatori hanno insistito a lungo sul fatto che questo ha provocato delle misallocations. Si intende, con questo termine, indicare allocazione errata del Capitale che, in conseguenza di incentivi distorti, si catalizza non laddove la domanda lo chiama, ma dove l’offerta preferisce collocarlo. I servizi nel settore tech e lo sviluppo software hanno corso per anni dietro al mantra di Steve Jobs:

“fornire quello che il pubblico ancora non sa di volere”

fino all’andare a produrre servizi di cui nessuno sente effettivo bisogno e lavorare alla creazione dell’esigenza dei medesimi.
E riuscendo a farlo con enorme successo commerciale, anche le professionalità si sono “misallocate”, con ingegneri che evidentemente cercavano di migrare tutti verso la Silicon Valley e i suoi stipendi strepitosi.

misallocation

Poi però è arrivato lo “stress test” della crisi-covid. Una anomalia economica, che prima blocca ogni attività con dei lockdown severi che si accendevano e spegnevano a macchia di leopardo nel mondo e poi prende alla sprovvista tutti con una ripresa economica inaspettatamente rapida. Da questo stress per l’elasticità delle supply chain è emerso chiaramente che non produciamo abbastanza di ciò che sappiamo che ci occorre davvero. Inoltre si sono aggiunte tensioni geopolitiche che creano ancor più di prima l’esigenza di garantirsi l’accesso alle forniture.

Servono quindi enormi investimenti in diversi settori cruciali (chip, energie alternative, infrastrutture…) e servirebbero anche tassi bassi per gli elevati debiti pubblici dei tanti governi indebitatisi negli anni di tassi zero: la spesa per interessi degli USA sarà presto pari al 20% del budget federale, erodendo progressivamente la quota di spesa pubblica che potrebbe essere dedicata alla crescita.

Ma mentre l’inflazione -pur in ritirata- resta elevata, le Banche Centrali non possono certo tornare alla generosità degli anni della lotta alla deflazione. Quindi non ha senso sperare nel ritorno del “denaro gratis”, ma invece in una fase di “denaro a buon mercato” mirato su particolari ambiti e settori.

Dato il rapporto senza precedenti debito/PIL in tutti i paesi occidentali, unito alle dimensioni dei deficit ancora in essere, nel lungo periodo sarà sicuramente perseguito un certo grado di repressione finanziaria attraverso i tassi d’interesse. Anche solo per mantenere la stabilità finanziaria (obiettivo principe della Fed e della BCE). Un tasso di interesse reale significativamente positivo per un periodo prolungato è semplicemente insostenibile, e le Banche Centrali lo sanno. Forse è anche per questo che hanno agito con tanta velocità e irruenza: essere spietate nel breve termine consente di evitare di essere stabilmente severe a lungo termine.

Bisogna però, oltre alle misallocation finanziarie, ricollocare i lavoratori di quei servizi che, pur restando di primaria importanza (Microsoft, Apple e Amazon restano pur sempre le aziende più capitalizzate del mondo) non sono più il catalizzatore unico del profitto e della professionalità. Gli appaltatori della Difesa, nel nascente settore mil-tech, avranno un afflusso di talenti man mano che questa nuova Guerra Fredda si intensifica. Lo stesso vale per transizione energetica, per l’hardware, per il settore automotive (in trasformazione verso veicoli elettrici) e per l’edilizia, dove occorre progettare in modo nuovo l’urbanistica del XXI secolo…

La Federal Reserve guarda al mercato del Lavoro (auspicando di vedere segnali di disoccupazione) e se lo guardiamo anche noi scopriamo che i licenziamenti stanno in effetti iniziando ad arrivare, ma praticamente solo nel settore tecnologico (e dalle piattaforme fintech-crypto).

aziende che stanno licenziando

La fase che viviamo di brusco inasprimento delle condizioni monetarie sta drenando forze al settore tecnologico, ma a breve mi aspetto che incentivi e disincentivi vadano a lavorare in direzione di un travaso di competenze e forza lavoro (anzi, a ben vedere sta già succedendo).

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

Una risposta a “Misallocation: il danno che ci siamo inflitti dalla crisi finanziaria ad oggi”

  1. Il problema è che – sia a livello pubblico che privato – bisognerebbe muoversi in direzione anticiclica… ma nessuno lo fa. Tutti vanno in direzione ciclica.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.