Musica e cinema: les italiens! (jukebox all’idrogeno)

Nuovo pronunciamento dei pian pianisti per il nostro jukebox all’idrogeno. Questa settimana “musica e cinema” trionfa su “musica e politica” e “musica e letteratura”. Grazie a tutti i votanti e preparatevi al prossimo round, che come al solito anticiperò al termine di questa scampagnata fra celluloide e pentagrammi. Materia oceanica, ragion per cui mi son chiuso nello stivale a respirare le atmosfere dei nostri più famosi musicisti dediti all’arte della colonna sonora. Ennio Morricone parte con la musica contemporanea colta nel gruppo “Nuova Consonanza” e le sue composizioni conservano tutta la durezza e le raffinatezze compositive delle ricerche più avanguardistiche, anche se può sembrare il contrario ad un primo ascolto. Il Maestro ha composto musiche per registi Italiani e no, famosa la sua collaborazione con Sergio Leone fino al regente Oscar per la colonna sonora di The Hateful Eight regia Quentin Tarantino. Molti i suoi brani indimenticabili, come il tema di Giù la testa o di C’era una volta in America. La ragazza riapre gli occhi, l’auto è rimasta in corsia, rallenta e si ferma. Scende senza chiudere la portiera e si allontana fra le sterpaglie.

Nino Rota è completamente altro, il suo taglio leggiadro, jazzy, risponde alle composizioni fredde e taglienti di Morricone, propone armonie e tonalità rinfrancanti, malinconie che non scorticano l’ascoltatore. L’ironia di Fellini non cercava altro se non rifugiarsi nel pentagramma accogliente del compositore nato a Milano e cresciuto artisticamente a Roma. Memorabile la collaborazione con Francis Ford Coppola per il Padrino, anche se il suo nome resta indissolubilmente legato al Maestro Federico Fellini. Oltre le sterpaglie spinose la montagna declinava dolcemente verso il mare, ormai era notte fonda, il mare non lo vedeva, ma lo sentiva, andare e venire.

Piovani sarà chiamato da Fellini per tre film, scomparso l’amico Nino Rota. In Piovani non ritrovo il genio ironico di Rota o la cruda maestria sonora di Morricone. Piovani è un ottimo artigiano e più che per il celeberrimo tema de La vita è bella di Benigni, lo ricordo per questo malinconico pezzo concepito per Caro Diario di Nanni Moretti. Seduta su una roccia ascoltava, le gambe sembravano bagnate. Si era tagliata con le spine e il sangue era colato fino alle caviglie. La luna stava ancora lì alta in cielo. Qualcuno sulla collina urlava chiamandola per nome, doveva essere sulla strada, doveva essere molto preoccupato, per non dire disperato.

Non dimenticherei fra i molti nomi possibili quello del meno conosciuto Pino Donaggio, il cui sodalizo con Brian De Palma ha regalato più di un brivido, a partire dallo striptease di Melanie Griffith in Omicidio a luci rosse, così come la soundtrack di Vestito per uccidere o Blow out, ma torniamo al telescopio…. La ragazza dai capelli lunghi sembra non sentire, gli occhi spalancati sulle tenebre, che già si imbastardiscono di un tenue chiarore. Presto sarà mattino.

 

Verrà quest’anno la neve
che insieme a te
contemplai?

Matsuo Basho

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Le opzioni che offre lo chef per la prossima domenica sono:
a) William S. Burroughs, ovvero la beat generation frullata con il rock d’avanguardia
b) Stéphane Mallarmé e Claude Debussy, ovvero una faccenda di fauni
c) Dylan Thomas e Nick Cave, ovvero la suggestione per la fragilità delle cose

Si vota su twitter e qui sotto, nello spazio commenti.

 

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

Una risposta a “Musica e cinema: les italiens! (jukebox all’idrogeno)”

  1. scorrono i titoli di coda, peccato: però è stato bello, e chissà che ne sarà della ragazza perduta, e lui la dimenticherà o continuerà per sempre a cercare qualcosa di lei, da qualche parte?
    Potrei votare una qualsiasi delle tre opzioni per domenica prossima, ma per Nick Cave (e in cotanta compagnia, poi) posso mollare chiunque altro.

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