Ormai sono tanti anni che lavoro nel mondo della finanza e ancora oggi ho negli occhi quei pazzeschi giorni dell’anno 2000 in cui il Nasdaq raggiunse livelli semplicemente incredibili. Un qualcosa di indescrivibile che diventa persino difficile da raccontare. Una bolla speculativa che sembrava interminabile, senza fine.
Ancora oggi ricordo gli analisti, in preda al panico, tutti alla ricerca del giusto metro di valutazione delle start up quotate al Nasdaq.
“La soluzione giusta è valutare queste aziende con lo stesso metodo di valutazione di un’opzione”.
Vi rendete conto? Follia pura… Ma allora c’era chi ci credeva.
E come dimenticare l’ultimo target price dato a Tiscali da un “analista” di ING che valutò l’azienda, allora quotata a 1000 €, quanto meno 1200 € per azione?
Oggi vale 0.07 €.
Era un mondo dove regnava la più classica “bolla speculativa” e tutti erano “drogati” da un quadro di mercato assurdo.
Il Nasdaq superò i 5000 punti.
…Proprio come ha fatto ieri sera…
Nasdaq Composite
Questa volta però occorre ammetterlo. La bolla sul settore hi tech è MOLTO diversa. Tanto per cominciare è davanti agli occhi di tutti la “concretezza” di queste aziende. Le valutazioni possono essere sicuramente esagerate, ma aspettarci correzioni anche dell’80-90% come nel 2000 lo escluderei a priori, quantomeno sui fondamentali.
Poi si sa, ci sono fattori che magari oggi sono imponderabili o sottovalutati che possono diventare una bomba atomica per i mercati finanziari.
Ma la cosa che più mi sorprende in realtà, a parte tutte le valutazioni che ho già fatto nelle passate settimane e che vi invito a riprendervi CLICCANDO QUI, è un’altra.
I nuovi massimi del Nasdaq (E NON SOLO del Nasdaq, sia ben chiaro) saltano fuori proprio nel momento “peggiore”. Infatti gli ultimi dati macroeconomici in arrivo dagli USA sono tutto fuorchè entusiasmanti.
Chi mi segue avrà imparato a conoscere l’indice CESI che va a testare gli scostamenti tra le previsioni degli analisti e i dati macro in uscita.
Oltre al CESI c’è anche un indice che si chiama US Surprise Index. Simile al CESI ma costruito da Bloomberg.
Se il mercato è sui massimi, questo indice è tornato ai livelli…della grande recessione. Non ci credete? Guardate voi stessi.
Che sia colpa di un Dollaro USA troppo forte, oppure di un petrolio che ha “massacrato” i titoli legati al mondo dell’Energia, oppure è colpa di quel famoso inverno troppo rigido, oppure su dati del mondo del lavoro che sono quantomeno discutibili, malgrado un tasso disoccupazione oramai vicino alla “piena occupazione”. O forse tutto questo messo insieme. Però l’unica realtà dei fatti è che oggi, questo indicatore, segna un quadro macroeconomico quantomeno discutibile.
DISCRASIA TOTALE?
Forse si. E’ teoricamente assurdo trovarsi i mercati azionari ai massimi e il Bloomberg US Surprise Index ai minimi. Praticamente poi, invece non lo è perché è un quadro reale e non teorico. OGGI infatti è così.
Domani chissà.

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Perchè non dare credito agli autori del materiale visivo utilizzato? La prima immagine è di Erik Johansson, le altre due di Caras Ionut.
Grazie della segnalazione.