La morte di Boris Nemtsov, ieri, avviene all’interno di un contesto, e prima di fare qualunque ragionamento è opportuno definire alcuni punti.
Al IX Congresso della Confederazione dei Sindacati Indipendenti di Soci (8 febbraio 2015), Vladimir Putin ha mostrato ancora una volta la chiave di lettura che sta dietro la sua politica: la conservazione dell’accumulo di privilegi del suo stretto cerchio di sodali, gli oligarchi. Un cerchio magico di 110 persone detiene infatti l’85% della ricchezza del più esteso Paese del mondo.
Si richiedono crescenti sacrifici alla popolazione, fortemente impoverita dalla svalutazione del rublo (il 76% del mercato dei farmaci, per esempio, è di importazione ed il loro prezzo sta levitando) ma i “megastipendi” dei top-manager delle grandi società del Paese vengono lasciati intatti. D’altra parte, secondo il governo
“una vera crisi ancora non c’e, vediamo solo uno spettro della crisi”
Dev’essere quella storia della “crisi psicologica” che andava in voga qualche anno fa dalle nostre parti.
Psicologica o no, il Ministero delle Finanze ha istituito un Fondo Anticrisi (che si finanzia prelevando risorse dal Fondo di Benessere Nazionale) per finanziare la realizzazione del Piano Generale Anticrisi approvato a fine gennaio.
In una sorta di comunicato beffa il Ministero dell’Industria sottolinea che la Lada
“è diventata una delle automobili meno care al mondo: la Niva costa solo $6.000″
La svalutazione non ha impatto sui prezzi domestici, come amano ripetere i sovranisti italici, quindi tutt’al più questo riguarderebbe le esportazioni della Lada nel mondo, se ci fossero…
La gestione accentratrice di Putin, che si alimenta di controllo dell’informazione e repressione sistematica degli oppositori, è a tutti gli effetti una autocrazia. Vengono sbandierate percentuali di consenso elevatissime (fino all’80%) come se la formazione dell’opinione pubblica fosse libera. In quale paese libero con una recessione profonda (il PIL è stimato a -4,5%) e disoccupazione in crescita la popolazione manifesta consensi plebiscitari?
In nessuno, ovviamente. Nei paesi normali chiunque sia al governo ha i suoi oppositori, cittadini che hanno posizioni diverse, che si identificano in altre rappresentanze politiche. Ma in Russia è molto difficile proporre ai cittadini differenti rappresentanze politiche, perché gli oppositori di Putin finiscono regolarmente incarcerati o assassinati. I più fortunati sono esuli.
Facciamo una breve cronistoria:
Nel 2000 Boris Berezovsky lascia la Russia. Il co-fondatore del partito di Putin “Russia Unita” decide di passare all’opposizione e per lui lo scenario cambia radicalmente. Rimane esule in Inghilterra fino al 23 marzo 2013 quando fu trovato morto impiccato nel suo appartamento. Le circostanze dei fatti rimangono ad oggi irrisolte.
Il giornalista investigativo Paul Klebnikov, che stava lavorando ad un dossier sulla corruzione dei 100 uomini più ricchi in Russia, veniva assassinato a Mosca la sera del 9 luglio 2004: fu colpito da 4 pallottole sparate da una Makarov. Ad oggi gli autori dell’omicidio rimangono sconosciuti.
Il 7 ottobre del 2006 tocca ad Anna Politkovskaya, giornalista di Novaja Gazeta, freddata nell’ascensore del suo palazzo con 4 colpi sparati da una Makarov. La Politkovskaya è stata ripetutamente critica verso Putin e l’esercito, documentando in diverse inchieste il calpestamento dei diritti civili. Il caso del suo omicidio è a tutt’oggi irrisolto.
Poco più di un mese dopo, il 23 novembre 2006, a morire è Aleksandr Litvinenko. Ex agente del KGB, è indicato come dissidente per aver accusato i suoi superiori di aver organizzato un attentato ai danni di Boris Berezowsky (l’esule che, come abbiamo visto prima, morirà qualche tempo dopo) viene incarcerato per otto mesi e poi rilasciato. Nel 2002 pubblicò un libro (Blowing up Russia: Terror From Within), in cui la tesi è che gli agenti del FSB (ex KGB) siano i veri responsabili della serie di attentati esplosivi occorsi in Russia tra l’agosto e il settembre del 1999, ufficialmente attribuiti ai separatisti ceceni. Gli attentati sarebbero stati realizzati per giustificare la ripresa delle operazioni militari russe in Cecenia. In un suo libro successivo (Gang from Lubyanka) Litvinenko accusò Putin di esserne il mandante. La sua morte avviene per avvelenamento da polonio 210, le cui tracce rimandano ad un suo incontro in un sushi-bar con due ex-agenti del KGB. E collegato alla sua morte è anche il destino di un alto diplomatico russo, Igor Ponomariov, morto a Londra in un teatro, la sera prima della cena al sushi-bar. L’ambasciata russa a Londra ha fatto prelevare immediatamente la sua salma, vietando l’autopsia avvalendosi dei diritti diplomatici e spedendo il cadavere a Mosca, dove fu immediatamente cremato.
Sergej Magnitsky studiava casi di presunta corruzione da parte di alcune imprese russe. Nel 2008 venne arrestato con l’accusa di frode fiscale e nel 2009 è deceduto in carcere dopo quasi un anno di detenzione, ufficialmente per arresto cardiaco ma si sospetta che, in realtà, sia stato pestato e torturato fino alla morte.
Stanislav Markelov e Anastasija Baburova erano due giornalisti. Stanislav era anche un avvocato, paladino dei diritti umani, mentre Anastasija scriveva per Novaja Gazeta. Furono freddati per strada il 19 gennaio del 2009 sotto i colpi di una Makarov. Secondo l’analista militare di affari russi Pavel Felgenhauer i dettagli dell’omicidio indicano il coinvolgimento dei servizi di sicurezza russi. Per l’attentato sono stati condannati due membri di un gruppo neonazista.
“Le violazioni dei diritti umani in Russia e in particolare nel Caucaso del Nord non possono più essere ignorate. Coloro che si battono per i diritti umani hanno bisogno di protezione”
Dice Amnesty International, ma non viene ascoltata: a luglio del 2009 viene rapita ed assassinata un’altra giornalista di Novaja Gazeta, Natalia Estemirova. Ancora una volta ci sono tracce della mano del governo russo.
Sono 107 i giornalisti morti da quando Putin è alla guida della Russia, di questi ben 97 sono stati assassinati, solo 10 sono finiti vittime di attentati o sono stati coinvolti accidentalmente in scontri a fuoco.
Altri avversari politici, come Navalny e Khodorkowsky sono stati incarcerati (il secondo è stato rilasciato nel 2013 ed è oggi esule in Svizzera).
Ma oggi la striscia di sangue si è allungata con la morte di Boris Nemtsov, ucciso ieri con 4 colpi sparati da una Makarov, mentre si aggirava nella Piazza Rossa di Mosca, a due passi dal Cremlino.
Nemtsov era un esponente di spicco, secondo molti il leader, dell’opposizione politica al Cremlino. In realtà, secondo lui, di opposizione si poteva parlare qualche anno fa, ormai chi non è allineato è semplicemente un dissidente. Anche lui si è dedicato alla denuncia della corruzione negli ambienti legati a Putin.
Nemtsov (qui la sua ultima intervista) aveva aspramente criticato l’annessione della Crimea e denunciato l’azione del Governo in Est Ucraina. Ed era promotore di una manifestazione che era prevista per domani 1 Marzo, provocatoriamente intitolata “Primavera“. La manifestazione non si terrà, sostituita da un corteo funebre in sua memoria.
Pochi giorni fa Nemtsov aveva rivelato di temere che Putin volesse farlo uccidere. Ieri quindi gli occhi del mondo si sono indirizzati al Cremlino, dopo questo ennesimo increscioso episodio di violenza. Da Mosca si respinge ogni accusa:
«politicamente non rappresentava alcuna minaccia. Rispetto alla popolarità di Vladimir Putin e del suo governo era poco più di un cittadino medio»
Lo squallore più bieco. L’ipotesi di omicidio politico non viene respinta in sé, come pratica inaccettabile, ma dando come motivazione la scarsa rappresentatività della vittima. Per poi smentirsi poco dopo:
Vladimir #Putin ha preso sotto diretto controllo le indagini sull’uccisione del politico russo Boris #Nemtsov. pic.twitter.com/PFJQTxNYht
— RussianEmbassy Italy (@rusembitaly) 27 Febbraio 2015
Perché l’uomo più potente del mondo si fa carico personalmente del controllo delle indagini sulla morte di un “cittadino medio”? E’ già abbastanza incredibile, pensandoci un attimo, che servano delle indagini per trovare i colpevoli, visto che la Piazza Rossa ed i dintorni del Cremlino sono tra le aree più protette e videosorvegliate del pianeta.
Ma ancora più sorprendente è la rapidità con cui molteplici persone sono corse in soccorso di Putin difendendolo da qualunque ipotesi di coinvolgimento:
#Putin di certo ha dimostrato di essere uno furbo e, sicuramente, un #Nemtsov morto è l’ultima cosa che un furbo farebbe. — ilConigliettoFrank ن (@pigu1987) 27 Febbraio 2015
.@AndreaBoda sicuramente è stato un killer mandato da lui, giusto il giorno prima la marcia di protesta…Certo perché Putin è idiota, vero?
— Francesca Donato (@ladyonorato) 28 Febbraio 2015
Considerate le minacce denunciate da Nemtsov ed il fatto che avesse espresso pubblicamente di temere di poter essere fatto uccidere, direi che “uno furbo” o per lo meno che “non è idiota” avrebbe attivato una scorta. D’altra parte Nemtsov morto era “l’ultima cosa che avrebbe voluto” secondo gli zelanti interpreti nostrani.
Il motivo che spinge molti a premunirsi di proteggere Putin da chi “pensa male” sta nel suo ruolo di avversario dell’Occidente e dell’Unione Europea. E’ sorprendente quanti lo investano del ruolo di paladino della difesa degli interessi di uno Stato sovrano, quando abbiamo visto come il suo esercizio del potere è orientato alla difesa degli interessi di una ristrettissima cerchia. Il Front National di Marine LePen ha ricevuto da Putin dei finanziamenti, la Lega dichiara che vorrebbe “Putin in Italia” non solo come alleato, ma come leader, o almeno come modello da imitare.
Le molte critiche che si possono muovere all’Occidente o all’Unione Europea o alla costruzione dell’euro, possono farci perdere la bussola, sbandare. Il modello a cui puntare non può essere quello in cui chi obietta sull’azione del governo viene sistematicamente assassinato o incarcerato o spinto all’esilio. Leggo che in queste ore le indagini hanno elaborato delle ipotesi sui fatti: la prima -clamorosa- sarebbe che proprio Nemtsov avrebbe organizzato il suo stesso omicidio per fare un dispetto a Putin (un filino zarista come visione), seguono il complotto della CIA, l’ipotesi dei terroristi islamici e degli estremisti interni. Non so se scopriremo mai davvero la verità. Ma so che non c’è nulla da imitare in questo modello di leadership visto il contesto che le si crea intorno.
Bisogna raccontarla tutta.
Putin è un Dittatore spietato.
Ma è amato.
Perchè?
Perchè, messa in poche parole, meglio l’oligarchia russa che quella globalista.
Il passato lo dimostra.
Putin è odiato dal Globalismo dal momento in cui ha rotto le uova nel paniere per l’affare Siria.
Prima era un amico del G8….
In Siria la Russia ha difeso i suoi interessi strategici (evitare di far arrivare il gas qatarino sulle sponde del Mediterraneo) in una guerra ipocrita dove il Globalismo ha supportato la “Democrazia” ….e il terrorismo.
Putin gode di una certa simpatia in parte dell’Occidente perchè si sa benissimo che la NATO e l’UE, per il “libero mercato”, hanno fatto una STUPIDA espansione verso Est per la quale, l’unico beneficiario, comunque vada, saranno gli USA.
Putin è adesso nemico numero uno perchè, per difendersi, sta attaccando il dollaro (vedi il caso Swift e accordi con la Cina).
Ci riuscirà? Dubito, anche perchè se avesse successo il Globalismo sarebbe disposto ad una guerra per questo.
Ma chi sarebbe il cattivo?
Putin gode di una certa simpatia in Occidente perchè questo è ipocrita.
Per esempio, dopo questo post, mi aspetto che ci armiamo e andiamo a portare la Democrazia in Cina (a dir la verità, io aspetto da anni…)
O lì c’è la Democrazia e quindi è possibile costruire la più grande Supply Chain a basso costo mai concepita dalla Finanza Mondiale?…fottendosene della parità dei diritti sul lavoro; arbitraggio delle merci e dei capitali ma NON SIA MAI SUI DIRITTI E SULL’AMBIENTE!
Putin è anche colui che ha dato rifugio a Snowden.
Infine, un po’ di geografia.
Aprite un atlante o, se preferite, Google Earth.
Andate al capitolo RUSSIA.
Mi sembra evidente che non possa essere considerato un Paese come un altro.
E se viene attaccato alle frontiere, forse, la reazione più logica è quella di difendersi?
Se quanto ho detto viene reputato da qualche globalista come stupido e senza senso, ricordo l’affare Gheddafi in Libia gestito in maniera sublime dagli illuminati della Democrazia…
Il mondo è complesso e, purtroppo, la politica estera dell’Occidente è in mano a gente superba…come la Nuland…e qualcuno che pensa che il mondo sia solo Finanza.
sinbad
PS. attenzione! le persone stanno diventando sempre più diffidenti e scettiche rispetto alla retorica e alle promesse globaliste: esportazione della Democrazia, del libero mercato, i prestiti del FMI, l’American way of life, il consumerismo con il dominio dell’economicismo…Ciò sta indebolendo il tessuto che è tiene insieme l’Occidente. Sarà bene tornare ai fondamentali, SENZA IPOCRISIE E FALSE PROMESSE, prima possibile per ritornare ad essere credibili quando si parla dei casi Nemtsov.
PS2. …da noi si preferisce sputtanare l’avversario con qualche prostituta…caso GSK…
Globalisti? Allora immagino ci siano i non-globalisti ed a questo punto, visto il tuo commento (mi permetto il tu, siamo vecchi commentatori qui), la Russia la possiamo inserire fra i non-globalisti?
Ma la Russia fa una politica non-globalista? E cosa intendiamo quando usiamo questo termine?Il dizionario dice:
“Termine adoperato, a partire dagli anni 1990, per indicare un insieme assai ampio di fenomeni, connessi con la crescita dell’integrazione economica, sociale e culturale tra le diverse aree del mondo. ”
La Russia, sia in termini di mercato e d’economia, che di finanza e di influenza politica (solo a titolo d’esempio il prestituccio alla Le Pen direi che fa testo), così come di emigrazione e cultura, risponde all’identikit di un paese globalizzato a tutti gli effetti. Potrebbe essere altrimenti? No.
La contrapposizione globalisti vs non globalisti è demagogica, la circolazione delle persone, delle idee, delle merci ecc. rende complessivamente globalizzato e soprattutto interdipendente il mondo in cui siamo. Chi invoca la sovranità, come ieri a Roma fra croci celtiche e compagnia, non ha semplicemente colto che non ci sono più realtà politiche/sociali e culturali non globalizzate. L’autarchia è solo un certo passaporto per schiantarsi economicamente, socialmente e culturalmente.
Sollevi anche un’altra miriade di argomenti, quindi mi fermo a quello che mi interessa, visto che l’elenco delle boiate fatte dall’occidente potrebbe incontrare agevolmente un parallelo elenco di nefandezze Russe o Cinesi. Ogni paese che mira ad un’influenza “globale” si muove in modo lecito e illecito per mantenere e rafforzare il proprio potere, fra USA, RUSSIA e CINA non vedo sostanziali differenze in proposito, se non che in Occidente le libertà individuali son ben più tutelate che negli altri due casi e chi lo nega e semplicemente cieco.
La cosa che mi interessa è la chiusura del commento con una critica all’american way of life/consumismo ed in sostanza al turbocapitalismo di Vendoliana memoria. Parli di fondamenti dell’Occidente ed immagino sia l’Europa a cui pensi. Posso chiederti quali sono quei fondamenti che vedi minacciati? Grazie.
Sakura,
provo a risponderti anche se l’argomento meriterebbe una bella chiacchierata.
Negli anni, il Globalismo, che io distinguo dalla Globalizzazione, ha assunto dei caratteri peculiari tutti suoi, tanto da delinearsi come una ideologia a tutti gli effetti.
E noi sappiamo che disastri fanno le ideologie…
Il Globalismo scaturisce dall’ortodossia liberista trasformandosi negli anni in apologia dell’internazionalismo oligarchico.
Il concetto di “libero mercato” è spinto alle conseguenze estreme e si pone come assioma la necessità di scambiare liberamente e senza limiti merci e capitali.
Non si parla di diritti dell’uomo e dell’ambiente perchè il Globalismo, ripeto, figlio del liberismo estremo, non concepisce il limite delle risorse disponibili: esiste sempre una nuova frontiera (e qui è forte l’influenza di una certa cultura del nuovo mondo, non solo Americana).
La necessità di scambiare i capitali in totale libertà, perchè la loro allocazione deve essere sempre ottima, porta a elaborare schemi finanziari complessi di cui, negli anni, abbiamo potuto vederne bene l’effetto: bolle e scandali su tutto (spesso in un quadro normativo “ad hoc”).
A tal proposito, uno delle basi ideologiche del Globalismo è l’annullamento del rischio attraverso l’arbitraggio mondiale dei capitali finanziari. Prima del 2008 si parlava molto di questo aspetto (“securization”…e quanti ci credevano!), dopo un po’ meno visto quanto successo. In genere si può dire che il Globalismo ha l’illusione di annullare le “fat tail”.
In questa disperata ricerca di una perfetta allocazione dei capitali, il Globalismo mette in secondo piano la Sicurezza degli Stati (soprattutto se non si chiamano Usa). Si mette avanti ogni cosa l’intesse finanziario ma si dimentica che non sarà la Finanza a difendere il cittadino quando ce ne fosse bisogno (grossa incongruenza dei tempi attuali).
Ricordo che la Sicurezza è un bene essenziale, primario perfino rispetto al cibo…e base per la quale si pagano le tasse (e qui si aprirebbe un altro capitolo infinito, circa la possibilità di eludere i sistemi fiscali locali da parte delle imprese).
Mi fermo qui anche se potrei andare molto avanti.
Prima però, bisogna fare nomi e cognomi perchè altrimenti rimane tutto nel vuoto. Cito alcuni globalisti tra i più noti: Soros, Rumsfeld, Summers, Clinton, Blair, Gates.
Molti di loro sono portatori di forti interessi industriali. Direi che l’asse portante del Globalismo è l’intesa di amorosi sensi tra la Finanza e l’Energia tanto che potremmo dire che i nuclei fondamentali sono la City, Wall Street e Houston (la capitale mondiale dell’Energia)…ovviamente con forti azioni di lobby a Washington e ….a San Francisco 🙂
Sottolineo una cosa.
Non sono un complottista ma credo fortemente nelle azioni di lobby. Se pensi solo a quanti lobbisti girano intorno al Parlamento italiano, un Parlamento ormai alla periferia dell’impero, credo che tu possa capire cosa intendo.
Chiudo rispondendo ad un altro argomento che mi contesti.
Il fatto che la Russia e la Cina siano degli Stati non cristallini e poco democratici (usando degli eufemismi) non implica che l’Occidente debba comportarsi in politica estera ponendosi al loro stesso livello.
Inoltre, mi dispiace ricordarlo, ma la politica estera non deve essere nè buona nè cattiva.
Va fatta al meglio in funzione delle circostanze.
Traduco con un esempio.
Per l’Europa Occidentale (sottolineo occidentale), l’espansione a EST di Nato e UE è stata conveniente farla?
Mi spiego: se sai che a Est c’è un colosso di nome Russia con il quale, VOLENTE O NOLENTE, devi fare i conti, ha senso spingere le frontiere ai suoi confini e alimentare sentimenti anti-russi? E arriviamo alla domanda: è interesse dell’Europa Occidentale?
…eppure quanti Monti nostrani che hanno appoggiato questa spinta verso Est celebrandone gli effetti positivi…
Il famoso “idraulico polacco” di Parigi ha fatto danni ben più gravi del togliere il lavoro all’idraulico francese; ha messo in pericolo la sua sicurezza.
La politica estera si fa senza seguire ideologie, men che meno alimentate da oligarchie globaliste alla ricerca della migliore allocazione dei loro capitali.
sinbad
Grazie della risposta ;). L’espansione della NATO ad est è stato un errore diplomatico enorme: non ci piove. Idem la politica estera “senza ideologie” ha assolutamente un suo senso. L’esportazione della democrazia con la forza è un fraintendimento e non da poco.
Quali sono però i valori Europei a cui tornare per stoppare il “globalismo”?
PS: quanto ad oligarchie anche la Russia non scherza. Possibile che nel tuo elenco non ci sia neanche un Russo? Cosa bizzarra…. Mi sa che anche in Asia ci siano fior fior di globalisti.
Elenco parzialissimo come ho sottolineato.
Se vuoi ci divertiamo a fare una lista di proscrizione. E vedrai che saltano fuori anche i tuoi russi…e qualche italiano.
Ma poi a chi la consegniamo? 🙂
Cmq, con un po’ di impegno nella ricerca, sulla rete trovi molti nomi. Ci sono siti che monitorano queste cose.
sinbad
Sinbad, leggo sempre con piacere ed interesse i tuoi contributi, che arricchiscono di altri punti di vista le opinioni (anche se qui più che opinioni ho elencato prevalentemente una sequenza di fatti). Non ho capito perché “dopo questo post dovremmo armarci e portare la democrazia in Cina”. Non mi pare di aver asserito che si debba agire militarmente vs la Russia, ho solo detto che non la prenderei a modello, nel criticare il sistema in cui viviamo, che soffre di molti difetti, ma bisogna riconoscere permette di esprimere serenamente posizioni anti-sistema a chi desidera farlo.
Andrea,
ti muovi su un filo di rasoio.
La Russia, nel bene o nel male, è un mondo complesso, con un suo orgoglio. E’ un Paese centrale (anche geograficamente) per il Mondo intero.
Se vuole, può essere devastante.
Provocare la Russia è un gioco pericoloso e, ripeto, per l’Europa Occidentale perfino controproducente (come già più volte accaduto nella Storia…ma nessuno impara…).
Anch’io vorrei un mondo più “giusto” ma devo fare i conti con la realtà e non posso pretendere di proiettare le mie concezioni o i miei obiettivi su un’altra realtà diversa dalla mia disturbando certi equilibri.
Invece l’Occidente sta facendo proprio questo e lo fa, secondo me, per avidità, superbia e di potere.
Lo fa perchè gli USA non possono permettere la nascita di ciò che hanno sempre temuto: un blocco asiatico che marginalizza l’impero marittimo.
Putin è un dittatore spietato (ma anche un grande stratega). L’ho già scritto.
Ma se questa è la condizione della Russia devo intessere rapporti con lei rispettandone la peculiarità.
Perchè?
Per il motivo che ti ho scritto sopra.
La Russia non è un Paese qualunque.
E se aumenti la sua sensazione di insicurezza, per esempio appoggiando atavici odi presenti nel mondo slavo, qualora scoppi un conflitto, ne sarai stato responsabile.
E il mio accenno alla Cina è stringente.
Perchè la pagliuzza che vedo nell’occhio russo è la stessa che c’è nell’occhio cinese.
Come Occidente, o incominciamo a trattare tutto allo stesso modo o, altrimenti, la trave della nostra ipocrisia ci autodistruggerà.
sinbad
E i 9 milioni alla Le Pen sono o no un’ingerenza ed una provocazione? Ed i continui sconfinamenti nello spazio aereo dei cacciabombardieri Russi?
Siamo certi Sinbad che la politica che sta facendo la Russia sia assimilabile a quella della Cina? Il problema non mi pare sia portare la democrazia in zone d’influenza degli altri due big player, il problema mi pare sia definire con più chiarezza dette zone e non solo dalle mire nostrane. Non paiono certo agnelli i Russi ed i Cinesi con le loro rivendicazioni territoriali.
Chiudo dicendo che non sono certo che la politica del bastone sia vincente con gli slavi. Sono molto compatti e pronti a sacrifici che noi Italiani manco ci sogneremmo di affrontare ed isolare la Russia lo sento come un errore sul lungo periodo.
Premesso che per essere un omicidio targato Putin manca il movente mentre, se fosse l’ennesima false flag, lo vedrei benissimo nel tentativo “occidentale” di demonizzarlo, mi concentrerei su un’altra affermazione, che Andrea Boda “piazza” in mezzo all’articolo, senza peraltro molte connessioni con il suo oggetto. Ovvero sulla seguente frase, espressa con palese ironia:
“La svalutazione non ha impatto sui prezzi domestici, come amano ripetere i sovranisti italici …”
L’autore non me ne vorrà, quindi, se insisterei nel dire che, quando studiava macro-economia, si faceva regolarmente distrarre dalla scollatura della vicina di banco.
Già in altra occasione feci notare, senza proporre troppe tabelle (che peraltro non saprei come postare), l’esempio della svalutazione italiana del 1992. Ad un 20% di svalutazione, corrispose una svalutazione addirittura minore (1% ca.) rispetto a quella dell’anno precedente. All’introduzione dell’euro, inoltre, ad una svalutazione grosso modo analoga rispetto al dollaro, corrispose un’inflazione assolutamente piatta.
Ma poi, visto che il diavolo non fa i coperchi, ed anche perché il buon Boda nell’occasione è un po’ sfortunato, propongo il caso attuale. Quello, cioè, che stiamo vivendo. In pochissimi mesi l’euro è passato, rispetto al dollaro, da un cambio di quasi 1,40 ad uno di circa 1,12. A fronte di una svalutazione di circa il 20%, in questo momento in Italia dovremmo avere, quindi, un’inflazione del 20% su scala annuale. Come? Non è così? Anzi, siamo addirittura in deflazione?
Suvvia, piantiamola per favore. Fra svalutazione e inflazione c’è di mezzo l’oceano, per di più in un’economia che, come quella italiana, ha importazioni sufficientemente elastiche. Ormai non sono rimasti in molti a sostenere il concetto. Last of Mohicans (la colonna sonora è bellissima).
Bisognerebbe ricordare che Putin è salito al potere quando il PIL Russo era in tasca a 12-13 persone, alcune delle quali tra i “martiri” elencati nel pezzo. I Russi facevano la fame e regnava il caos nonostante il liberista Nemtzov fosse ministro e San Yeltsin da Montalcino Presidente. Ora la ricchezza è in mano a sole 100 persone in Russia (chissà che altre cerchie e composte da chi dalle nostre parti), solo che al crollo del rublo dello scorso mese i Russi erano così poveri che invece di precipitarsi a comperare il latte hanno assediato gli store per comperare Ipad. Ed il Rublo non è improvvisamente crollato perché la ricchezza è in mano ad una cerchia di 100 persone, ma per ben altri e noti motivi, tutti esogeni. Mentre i media romanzano da tempo storie di panini a base di bambino mangiati da Putin, la realtà è che gli stanno facendo la guerra nera perché la Russia insieme agli altri stati dei Brics è determinata a creare una banca mondiale alternativa ed a non usare più il dollaro come moneta internazionale di scambio merci. In particolare la questione dollaro come merce di scambio è la questione pericolosissima per gli USA ed in cascata all’UE. Ma questo nel dibattito dei media non entra in relazione con quanto successo ieri a Mosca e quanto è successo in Ucraina dall’anno scorso. Meglio parlare di diritti umani violati a Mosca perché altrimenti la gente entrerebbe nel merito delle scelte economiche che si fanno dalle nostre parti, e magari scopre anche chi e dove vengono fatte. Lo capisce anche uno sciocco che non conveniva a Putin ne alla Russia eliminare un oppositore fuori dai giochi da anni, farlo il giorno prima di una manifestazione acclamata da mesi ed in un periodo di sanzioni internazionali e di pressioni. L’idea di prendere per cretini come fai alla fine del pezzo chi non la pensa come te lascia il tempo che trova ed è la ciliegina su un articolo che ha pochi argomenti validi, molti palesemente tendenziosi, ed alcuni proprio non validi. Ciò non mi impedisce però di essere d’accordo proprio sull’ultima frase, ovvero che non ci sia nulla da imitare su quel modello di leadership. Ma è un’affermazione di una banalità evidente, considerando che non c’è alcun motivo storico per cui Mosca debba e possa avere una leadership diversa da quella che ha. Secondo me Putin è criticabile ma non lo si attacca mai troppo negli aspetti della sua politica dove lo è davvero e questo avviene perché immediatamente rimanderebbe ad un confronto scomodo con quanto avviene da noi, dove però tradizione e cultura democratica è ben più radicata che a Mosca. Mi riferisco in particolare a due punti di critica: la mancanza di ricambio di leadership e la lotta alla corruzione. Qualcuno dalle nostre parti potrebbe contestare che nel 2015 siamo ancora governati dalla DC e nella corruzione il nostro paese ci sguazza, con la differenza che da noi 70 anni di comunismo finiti nel 1984 non ci sono stati. E ci sarebbero tanti altri bruttissimi paragoni da fare su altri temi, diritti umani inclusi, prendendo sempre spunto da dove siamo noi rispetto la storia che abbiamo alle spalle. Putin non è certo un modello ma neanche l’origine dei nostri problemi.
carissimo Franco, mi ha beccato: le scollature sono sempre state il mio punto debole.
Devo però notare che anche lei ne ha almeno uno: quello di vedere parlare di inflazione anche quando non se ne parla. Se la Lada costa 6000$ è solo perché è prodotta in Russia ed il rublo si è svalutato. Ciò non toglie che al lavoratore russo costa tanti rubli come prima (forse qualcosa in più per l’aumento dei costi delle importazioni, ma tralasciamo). Suonare la fanfara sul prezzo competitivo della Lada quando la stessa non viene esportata è una beffa.
Dunque non parlavo di inflazione, parlavo di opinione pubblica buggerata.
Grazie di seguire sempre.
A-SAN,
Ti sei dimenticato – nella lista dei “morti per caso” – di un Nostro Valoroso Concittadino/Connazionale – e (per Alcuni: SOLO PER ALCUNI!) anche un CARO Amico: Antonio Russo
http://www.radioradicale.it/antonio-russo .
Sarò breve (anche) perché Molti/e non capirebbero comunque NULLA e sarebbe quindi solo del tempo sprecato; sto diventando “cinico” ed “insofferente”, in specie quando leggo articoli, pensieri, tweets (come quelli che in parte Tu hai ricevuto, anche in passato) da “persone” che sopravvivono beati/e – continuamente/perennemente! – nei Loro “Mondi” o nelle Loro case/stanze, impolverati/e. Si “ri-svegliano” solo per il cd. momento di “celebrità”; vacua-farlocca. Poi subito dopo aver alitato o scritto un “qualcosa” ritornano a dormire, in attesa del prossimo giro – da fenomeni da vita stanziali/e quali sono, naturalmente!
Solo lì-là possono fare i fenomeni.
[DA SEMPRE] Nella Federazione Russa, se non si è “allineati” e “coperti”, difficilmente si fa “strada” o Ci si può “muovere”. Generalmente ciò vale in tutti i “settori”, ma in determinati ancor di più; infatti, è praticamente impossibile mettere il becco, il cervello, le mani, la pechegna/pecunia, il portafoglio o la tenda – in tutti i sensi.
Se Lo fai e non sei “gradito”, è meglio andarsene (“in tre ore”: ossia, 180 minuti – almeno, sono stati “gentili” anche se spicci a “gesti puntati”)!
Per quanto riguarda Nemtsov conosceva davvero “T-U-T-T-I” e “T-U-T-T-O”; soprattutto le “anime pie” – un tempo a Lui anche molto-MOLTO-molto vicine – che si sono/erano vendute (al “diavolo”).
Queste Sue “conoscenze o frequentazioni” Lo hanno salvato, in passato – diverse volte; “gli Amici, per fortuna, servono” – specie, in determinati “frangenti” DI/della VITA.
Ha vissuto, piena-mente, due “mondi paralleli” che avevano/hanno rispondenza – reciproca – in determinate Persone.
SOLO in determinate Persone!
Quando “mutano” – per tanti motivi (anche indotti da nuovi equilibri: non tutti i terrestri bipedi hanno carattere, coraggio, sangue freddo e morale. Purtroppo!) – quelle stesse, diventano “amici” (che è diverso da essere Amici).
E probabilmente L’aveva capito e bene (leggasi, non a caso, le ultime Sue esternazioni pubbliche o private); gli amici di un tempo, per Sua sfortuna, non gLi “servivano” più, perché non volevano o non potevano proprio più aiutarLo.
E nella Federazione Russa (sempre in “determinati ambienti”) quando NON hai (più) Amici, è molto facile “saltare” o “sparire”.
Surfer
L’insurrezione di tanti commentatori di fronte all’articolo è secondo me sintomatica: in Occidente i contro-poteri a volte arrivano ad uccidere i presidenti. In Russia (o in Cina) il potere resta inviolato, ma muoiono i dissidenti. Il governo che indica chiunque faccia opposizione esprimendo idee diverse come un “nemico della Nazione” ha almeno la responsabilità morale del clima sociale che crea nel paese, specie quando controlla l’informazione.
E’ ridicolo vedere sguainare commenti così assurdi per difendere l’indifendibile, spacciando per giunta la Russia come grande democrazia (grande supporto popolare…) da imitare.
Un articolo come questo in Russia sarebbe pubblicabile?
Mi pare di aver letto su questo sito, qualche settimana fa, un duro articolo di critica alle banche americane e alle loro manipolazioni del mercato delle commodity… Forse diamo per scontata la libertà di espressione e non ci accorgiamo del suo valore?