“Le persone migliori possiedono sensibilità per la bellezza, il coraggio di rischiare, il rigore di dire la verità, la capacità di sacrificio. Ironia della sorte, le loro virtù le rendono vulnerabili; sono spesso ferite, talvolta distrutte.” Ernest Hemingway
Gli artisti mossi da un orizzonte esistenziale impregnano le loro opere di una forza particolare, perché quel piano parla un linguaggio universale e sussurra anche implicitamente all’orecchio di ogni homo sapiens attraverso la sua inconscia domanda di senso. Trent Reznor il dominus del progetto Nine Inch Nails conosciuti anche semplicemente come NIN, appartiene a questa schiera: benvenuti oggi Mr Pian Piano ci porta nei mari estremi a sud dello stretto di Magellano, là dove pochissimi velieri si azzardano a dirigere le loro prue.
Trent Reznor con i NIN scandaglia senza remore i lati più oscuri dell’animo, senza risparmiarsi, spinge lo sguardo là dove i più si mettono le mani sugli occhi . Questo costa caro e pochi sopravvivono a loro stessi, che siano artisti, musicisti, scrittori, poeti. Un fuoco li avvolge e le ustioni possono essere definitive. Amato da David Bowie che volle i NIN ad aprire il tour di “Outside”, vincitore di un premio Oscar per la miglior soundtrack (insieme ad Atticus Ross) con “The Social Network”, pronto a sfoderare dal vivo ospiti come il chitarrista Adrian Belew e il pianista Mike Garson solo per citarne un paio, Reznor è per creatività uno dei migliori musicisti oggi in circolazione.
I NIN sanno creare un rock travolgente, per poi sprofondare nella malinconia più densa con ballate di rara bellezza e profondità o in atmosfere elettroniche oniriche. Non a caso l’epitaffio commovente del grande Johnny Cash passa per una cover dei NIN interpretata come saluto poco prima di andare oltre la nostra dimensione. La cover riesce splendidamente solo ed esclusivamente perché incarna originariamente il significato del navigare mari estremi, la prossimità con la morte, la vecchiaia, la fine: Johnny Cash la fa sua con la voracità dei grandi artisti. Cash dirà di questo brano: “Quando ho sentito quella canzone, ho pensato, ‘suona come qualcosa che avrei potuto scrivere negli anni sessanta’. Ci sono più cuore, anima e dolore in quella canzone che in tante venute dopo”.
Magnifico anche il video per la regia di Mark Romanek, traboccante di riferimenti a Caravaggio. Impossibile non commuoversi, perché quella vita è anche e soprattutto la nostra vita. Torna l’elemento esistenziale.
Reznor è sopravvissuto a se stesso, quel che succede anche ad ognuno di noi inconsapevolmente travolti dai nostri “bias” come si dice oggi, impantanati nel conforto di comportamenti a cui siamo condannati, anche se riusciamo a ricondurli ad una “normalità” preclusa agli artisti, che preferenzialmente si dedicano al deragliamento delle loro personalità e spesso delle loro vite. Chi sopravvive racconta la morte, la sofferenza, l’amore da una prospettiva particolarmente autentica. Le ferite sono racconto, anche le nostre. Eccoli Bowie e Reznor insieme, sempre in un’interpretazione di “Hurt”.
La luce quando taglia il buio sa essere particolarmente accecante ed è lì che abita la musica dei NIN, musica con una dimensione particolarmente eclettica, capace di spaziare dall’elettronica fino al rock, dalle soundtrack al jazz d’avanguardia. Ne esce un flusso musicale molto variegato con influenze assai diverse ed un’istrionica capacità di esibirsi dal vivo diella band, sempre attenta alle scenografie. Ah, quasi dimenticavo….. Un Italiano ha fatto parte dei NIN, pochi lo sanno, Mr Alessandro Cortini un esperto di sintetizzatori e valente polistrumentista: cercate di lui in rete, molte le cose interessanti tra le sue produzioni.
Si discuteva con il padrone di casa interplanetario di autentico, come di romantica deviazione e solipsistica dimensione contrapposta alla gentilezza di stare nelle “piccole cose” e navigare la normalità. Inesorabilmente l’arte si affaccia sull’abisso e la sfrontatezza presuntuosa di chi frequenta luoghi estremi può essere autoreferenziale e fastidiosa, anche narcisistica a tratti. Tuttavia quando si ritorna dai “mari estremi” dopo la furia della giovinezza, una gentilezza pervade gli occhi dei supersiti e credo aiuti a fare della stessa normalità lo straordinario che è. L’arte non è in sostanza un gingillo estetico per decorare soggiorni e la sua opera di rimozione del consolatorio sa essere particolarmente efficace e opportuna. Tuttavia con i NIN non sprofondiamo solo tra sferzate rock di chitarre e distorsori, nella furia gridata, nello stridere di metalli, ma anche nella dolcezza estrema. In questo ci portano queste musiche: nella distruzione della dimensione consolatoria: quel che c’è al di là di tutto questo lo lascio a voi. Mr Pian Piano ha raccolto armonie di distorsori, chitarre elettriche pazze e sintetizzatori. Fate buon uso di questi suoni: CLICCATE QUI e buona catarsi a tutti con i Nine Inch Nails.
Non vi basta la tempesta nei mari estremi in compagnia dei Nine Inch Nailes? Volete esplorare il jukebox completo di Mr Pian Piano e navigare tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù? Non vi resta che orientare la prua della vostra barca in questa direzione e troverete tantissima buona musica a vostra disposizione, con monografie e playlist in dono, dalla classica all’elettronica fino al jazz. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia.