Un nuovo modo per vedere le banche centrali

guardare lontano

La BOJ con un ratio tra asset e PIL del 35% domina il confronto con le altre banche centrali. La FED sembra quasi conservativa. E la BCE si prepara al LTRO versione 3.
Le banche centrali sono state le vere protagoniste di questi mercati per il 2013. Anche se indirettamente. Il fiume di liquidità con cui hanno alimentato l’economia è stato molto importante. In questo grafico un po’ diverso dal solito, potrete notare l’andamento del bilancio delle principali banche centrali del pianeta (BCE, FED, BOJ, BOE) ma con una “metrica” alternativa. Infatti parlare sempre e solo di importi non rende giustizia all’economia sottostante. Invece se mettiamo a rapporto il bilancio della banca centrale con il PIL (o GDP) prodotto, possiamo renderci conto in modo corretto dell’impatto della politica monetaria su una determinata economia.
Bilanci banche centrali in rapporto al PIL:

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Come potete vedere, da questo grafico risulta che la banca centrale più interventista, se rapportata al PIL prodotto, è sicuramente quella giapponese, dove il rapporto tra bilancio della banca centrale è PIL è pari al 35%. Ma attenzione, mentre le altre banche tentennano sul da farsi, la BOJ è ben convinta nel continuare in modo imperioso la sua campagna di Quantitative Easing. E fino ad adesso, la BOJ, rapportandolo al PIL del Giappone, ha stimolato il mercato e l’economia in modo DOPPIO rispetto alla FED.La Bce invece sta rallentando il tiro. Infatti grazie ai rimborsi di LTRO e MRO, il bilancio della Banca Centrale Europea sta scendendo, dopo aver toccato però picchi importanti. Alla faccia di chi pensava ad una BCE immobilista. Ora siamo circa ad un 27% del ratio. Alto ma mai come quello BOJ. Interventi, ovviamente diversi, mirati a salvare il sistema bancario, ma volumetricamente molto importanti.
Segue la BOE, la banca centrale inglese, che ha tenuto duro, si è quasi stabilizzata, ancora non ha attuato una exit strategy (storico il rapporto tra le banche centrali inglese ed USA) e viaggia in area 26%. Ma la BOE è stata chiara. Non c’è exit strategy e soprattutto manovre sui tassi se non si rivede la disoccupazione al 7%.
Chiudiamo ovviamente con la FED che a sorpresa, udite udite, ha il bilancio rapportato al PIL con percentuale inferiore. Siamo circa ad un 20%, poco se rapportato a quanto fatto dalle altre banche centrali, non vi pare?


Se guardiamo le tendenze, noterete che la banca centrale con il bilancio in diminuzione in modo più evidente è quella europea. Certo, le motivazioni sono legate all’anomala politica monetaria espansiva, una serie di prestiti che le banche stanno restituendo (non quelle italiane). E’ però ovvio l’effetto anche sul mercato dei cambi. Euro dannatamente forte, anche oltre le logiche, con un cambio contro dollaro in area 1.37, livello che mette in crisi l’export in particolare dei Paesi più deboli finanziariamente, proprio come l’Italia.
Ed è per questo motivo che molti intermediari stanno tifando per Draghi e per una nuova operazione di politica monetaria espansiva, il famoso LTRO III. Ma questo LTRO III a chi gioverà? All’economia? Forse si, all’export, visto che l’Euro tornerà ad indebolirsi. Alle banche? Forse anche, quelle italiane ne faranno incetta, le altre bisogna vedere (e se il “cavallo non beve”?). Alle imprese? Questo è più difficile. Già in passato è stata evidente la difficoltà di far arrivare il denaro alle imprese. Le banche italiane preferiscono investire il denaro in altri modi lucrando sul differenziale di tasso, con un rischio molto più limitato (comprando insomma BTP).
Come già ricordato il sistema non è poi così ricco di liquidità e si avvicina alla soglia critica dei 200 miliardi di € di riserve.
L’intervento Bce quindi si avvicina. E se il cross EURUSD arriva a quota 1.40 diventa ancora più probabile ed imminente. Mentre invece il tapering per la FED si allontana a non prima del 2014.
E la BOJ? AVANTI TUTTA all’impazzata, incurante dell’ennesimo paradosso raggiunto. Infatti il Giappone ha recentemente registrato il 30esimo dato negativo per la sua bilancia commerciale. Forse le cose non vanno poi benissimo per Abe, in quanto stanno crescendo i prezzi delle importazioni legati alle commodity e non quelli legati alla domanda interna. Malgrado questo, all’apparenza e guardando la finanza, tutto va bene, con un Nikkei sempre più tonico ed uno Yen sempre più debole, come da copione. Le conseguenze le scopriremo solo vivendo.

Japan-Trade-Deficit

(Articolo apparso in contemporanea sul blog I&M)
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Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

8 Risposte a “Un nuovo modo per vedere le banche centrali”

  1. Visto da quaggiù, qualunque espansione monetaria che si fermi prima di arrivare alle imprese e a chi ha maggiore propensione al consumo, è futile spreco di carta (o di bit).
    Draghi mi sembra che lo abbia già notato quando con una certa stizza ha preso atto che la “cinghia di trasmissione” non funziona e che la puleggia delle banche gira a vuoto…
    Se le banche vengono meno alla loro funzione, allora bisogna trovare modi alternativi di far arrivare liquidità alle imprese.

    1. Infatti se non ricordo male a Marzo / Aprile di quest’anno nelle 2 conferenze stampa Draghi aveva accennato ad un intervento in collaborazione con la Bei per sbloccare i crediti alle pmi ..

      l’intervento ( chiedo chiarimenti da @intermarketblog visto che non son sicuro ) si basava sulla cartolarizzazione dei crediti alle pmi ed alla garanzia sul credito da parte della Bei .
      Ovviamente appena Draghi ha accennato all’ ” asset backed securities ” i falchi della Bundesbank , con zelo religioso degno delle crociate albigesi ,si sono opposti all’iniziativa.

      In coro religioso ,i politicanti tedeschi e i vari giornali da Spiegel a Bild e suddeutsche si sono inorriditi all’idea di resuscitare gli ABS ..Vade Retro Satana o meglio Geh Weg Teufel !

      Alla successiva conferenza stampa infatti Draghi ha dovuto fare marcia indietro spiegando che queste securities sarebbero di difficile regolamentazione ..chiudendo il discorso con
      ” it remains on the shelf ” .

      Stesso discorso per i deposit rate sotto 0 ..anche qui un clamore popolare ed addirittura dei giornali bavaresi reclamavano un rialzo dei tassi per fra fronte all’ inflazione delle Kartoffeln ( avete capito bene : Le patate ).

        1. ahah , porno-vegas a parte mi interessava sapere se ci fosse un’ iniziativa per favorire la creazione di un mercato per le small/micro cap a livello europeo . Penso sia una parte fondamentale per l’unione bancaria ( se ci sarà mai ) …altrimenti qui vedo solo iniziative locali sporadiche

          1. correzione : al posto di small /micro cap volevo dire micro/ nano cap ( dai 50 mln di cap in giù )

          2. Da ignorante in materia finanziaria “operativa” mi domando se non sia possibile creare dei fondi di investimento ad hoc devoti al finanziamento delle PMI, magari creando un consorzio di collocamento di prodotti finanziari che “sintetizzino” i bond delle PMI (che poi a leggere qui, http://www.linkerblog.biz/2013/05/15/maxi-bond-is-megl-che-one-mini-bond/ , le vere PMI non sarebbero neanche in grado di emettere, però se si “cosorziassero” in qualche modo, forse sì)

  2. Nella fase 1 i tentativi del mercato italiano di ripartire con i corporate bond (già sputtanato nel 2002 da emissioni finite malissimo) si concentrerà su singoli emittenti, tutto sommato più facili da gestire per tutti. Nella fase 2 si punterà esattamente a quello che suggerisce luigi, creare obbligazioni sintetiche, cartolarizzando il rischio di molte imprese più piccole, che singolarmente non potrebbero emettere 5.000.000. Saranno schemi e strutture più complesse ma ugualmente gradite alla BCE e alla Banca d’Italia.
    Fabio Bolognini

    1. Resta il dubbio di come verranno accolte queste obbligazioni sintetiche ( già il nome ricorda i mutui subprime e gli ABS .. quindi c’è da aspettarsi che vengano osteggiate a priori da alcuni politicanti ) . Poi sarebbe da definire , come ha detto Draghi , il framework regolatorio di questi nuovi strumenti ,se ( spero di sì ) verranno accettati come collateral e che accantonamenti saranno richiesti per questi strumenti.

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