On the road again

on the road

Eccomi, finalmente, ritorna Forchielli su Piano Inclinato!

Da noi, purtroppo e addirittura, sempre più spesso crollano i ponti e tra i Paesi più sviluppati – facendo finta di continuare a credere di esserlo (intendo tra i Paesi più sviluppati) – siamo infrastrutturalmente debolissimi, ma non pensiate che, per esempio, gli Stati Uniti siano messi alla grandissima.

Difatti gli USA – sempre tra i Paesi più sviluppati – hanno di gran lunga il peggior traffico del pianeta: in tal senso basti pensare agli automobilisti di Los Angeles che trascorrono una media di 102 ore all’anno negli ingorghi e al confronto i vacanzieri della riviera romagnola dei weekend di luglio e agosto in coda sull’A14 sono dei dilettanti allo sbaraglio!

Nonostante ciò i costi per la costruzione, il funzionamento e la manutenzione delle principali strade americane si attestano intorno ai 165 miliardi di dollari all’anno (Congressional Budget Office, 2014).

Dinnanzi a tutto questo la tecnologia capace di rendere la guida – stradale e non – più veloce, sicura e complessivamente migliore è una delle chiavi dello sviluppo dei trasporti: dalle auto a guida autonoma ai taxi volanti fino agli aerei a propulsione elettrica, anche grazie, trasversalmente, alla crescita dell’intelligenza artificiale.

Lo scenario è affascinante, anche quello stradale. La Integrated Roadways è un’azienda di Kansas City che ha sviluppato un sistema Smart Pavement che utilizza sezioni in calcestruzzo prefabbricato con incorporata la tecnologia digitale e le fibre ottiche, con la strada che funziona come il touchpad di un laptop, rilevando la posizione, il peso e la velocità dei veicoli.

Con quali vantaggi?

Be’, in primis il rilevamento in diretta di un incidente e il relativo invio dei servizi di emergenza. Poi la capacità di interagire con i veicoli, anche a guida autonoma, offrendo condizioni di traffico in tempo reale e altre informazioni strategiche grazie al WiFi anche in luoghi più o meno “sperduti” come il Wyoming e lo stesso Kansas.

Inoltre il calcestruzzo prefabbricato pare – dicono quelli di Integrated Roadways – possa durare quattro volte di più rispetto all’asfalto tradizionale e, addirittura, risulta essere il 95% meno costoso da installare. Sta di fatto che il Dipartimento dei Trasporti del Colorado nel 2018 ha iniziato a testare il sistema Smart Pavement su un tratto autostradale di mezzo miglio vicino alla città di Fairplay per un progetto quinquennale dal costo di 2,75 milioni di dollari.

Al contempo, la società di ingegneria AECOM sta implementando tra Dallas e Denver una tecnologia wireless per caricare le batterie di un veicolo mentre è in movimento, anche in questo caso attraverso il sistema Smart Pavement, con il vantaggio sostanziale dei veicoli di avere batterie dalle capacità minime di stoccaggio energetico (grazie al fatto di potersi ricaricare in viaggio).

Con quale risultato?

Riduzione dei costi delle batterie e abbassamento dei prezzi dei mezzi elettrici perché l’attuale sviluppo tecnologico, implementandolo con il wireless dello Smart Pavement, sarebbe già ottimo. Parliamoci chiaro: più o meno è la stessa roba che già oggi ricarica l’ultimo iPhone! E la ricarica induttiva viene già utilizzata in Svezia e Corea del Sud per l’alimentazione degli autobus pubblici.

Ma non basta!

In quest’ultimo caso la raccolta di energia lungo la strada comporta materiale piezoelettrico nelle superfici stradali, in grado di convertire le vibrazioni alimentate dal traffico dei veicoli in elettricità – grazie alla leggera flessione del materiale a causa del peso dei veicoli, flessione che produce corrente elettrica. Con gli ingegneri della Lancaster University che immaginano di recuperare da uno a due megawatt per chilometro, ossia energia sufficiente per alimentare tra i 2mila e i 4mila lampioni stradali.

Questa è tanta roba, soprattutto per noi che siamo ancora al Ponte Morandi di Genova.

Come è tanta roba quella che può dare come valore aggiunto l’intelligenza artificiale, in particolare l’apprendimento automatico insieme alla visione artificiale, nella gestione del traffico. In questo senso Vivacity Labs sta lavorando con Milton Keynes, una città di 230mila abitanti a circa 90 minuti a nord di Londra, su un sistema di telecamere coordinate dall’intelligenza artificiale, dove i sensori monitorano un’area di 50 miglia quadrate, rilevando aree di congestione e alterando i modelli di traffico attraverso i semafori per eliminare le code e assegnare priorità al flusso di traffico per servizi di emergenza, trasporti pubblici e ciclisti.

Mentre la Rapid Flow Technologies di Pittsburgh sta applicando l’intelligenza artificiale ​​nella gestione dei semafori utilizzando la tecnologia Surtrac, sviluppata dal Robotics Institute della Carnegie Mellon University, dove ciascun semaforo ha un certo grado di autonomia per decidere quando diventare rosso o verde, in relazione a tantissime altre variabili, con feedback costanti.

Ciò serve per ridurre il tempo di viaggio del 25% e pure per ridurre del 40% le attese agli incroci. Aspetto che salvaguardia non solo i tempi morti degli automobilisti ma che equivale anche a minori emissioni di carbonio dei veicoli bloccati inutilmente nel traffico. Qual è la prossima iterazione del sistema? Il dialogo diretto tra le auto e i relativi limiti stradali, consentendo la velocità di crociera ottimale.

Se le città americane, a vario titolo, stanno esplorando il matrimonio tra intelligenza artificiale e viabilità, è proprio dall’Asia che potrebbe arrivare il primo sistema di trasporto intelligente al mondo. Bloomberg ha riferito che la Cina sta costruendo un tratto autostradale di un chilometro a Jinan, una città di quasi sette milioni di persone a circa 250 miglia a sud di Pechino.[sociallocker id=12172].[/sociallocker]

Per una strada “intelligente” che avrà tutto l’occorrente inserito in tre substrati: un materiale trasparente in superficie consentirà alla luce di raggiungere pannelli solari in grado di generare abbastanza elettricità per alimentare le luci autostradali e 800 abitazioni; i sensori incorporati saranno in grado di monitorare vari parametri come la temperatura e il flusso del traffico e altri servizi simili a Integrated Roadways; e, infine, questo tratto di strada sarà in grado di ricaricare veicoli elettrici in movimento.

Anche perché la Cina nel settore dei veicoli elettrici e a guida autonoma ha investito soltanto nel 2017 circa 3,5 miliardi di dollari (fonte: Crunchbase).

È ovvio, come gran parte delle tematiche che affronto, che parliamo del mondo che verrà. Perché soltanto le tre maggiori reti di traffico extraeuropee – ovvero Stati Uniti, Cina e India – rappresentano da sole circa otto milioni di chilometri di strade!

Per un viaggio verso il futuro che è appena iniziato. E che, molto probabilmente, terminerà prima della ricostruzione del nuovo Ponte Morandi a Genova!

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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