Petrolio di gomito

Il grande protagonista della seconda metà del 2014 è stato il petrolio: la sua discesa ha contribuito fortemente a mettere in crisi l’economia russa, ha alterato le prospettive di costi (con beneficio delle compagnie aeree, per esempio) e di mercato (per tutto il settore energetico). Le domande che sorgono spontaneamente sono:

Fino a quando il prezzo del petrolio continuerà a scendere?

e

Cosa potrà fargli invertire la rotta?

Per la prima domanda bisogna dare uno sguardo ad ampio raggio e osservare l’andamento storico del prezzo, chiediamo soccorso ad un grafico trentennale:

petrolio

Ci stiamo avvicinando molto rapidamente a raggiungere la trendline di lunghissimo periodo, che potrebbe fungere da supporto e mettere fine alla discesa. Viceversa, dovesse cedere, il valore di 40$ rappresenta una tappa importante: è la base su cui si fermò durante il crollo del 2008 e in precedenza è stato -viceversa- un valore di resistenza testato più volte nel passato. Il prezzo di 40$ al barile sembra essere dunque un argine molto solido.

Ma non bisogna perdere di vista il quadro economico e geopolitico che ne ha determinato la discesa.

Con una ripresa globale che stenta ad arrivare, e anzi qua e là rallenta, il prezzo del petrolio potrebbe anche -su certi livelli- smettere di scendere, ma difficilmente lo potremmo vedere ripartire velocemente. E qui abbiamo un primo scenario possibile: un periodo di un paio d’anni di prezzi bassi (come ipotizza Société Générale) provocherebbe un calo delle disponibilità di energia, perché verrebbero tagliate via via le commesse per nuove costose esplorazioni, perché raffinare le sabbie bituminose non sarebbe competitivo, perché molte altre forme di estrazione o di energie alternative non sarebbero sostenibili, perché le perforazioni di profondità sono soggette a rischi che un petrolio così “cheap” non copre, tanto per fare alcuni esempi. Ecco che potremmo -a quel punto- accorgerci che l’energia è tornata ad essere un bene raro (e magari in un paio d’anni anche il ciclo economico sarà tornato a spingere) e “improvvisamente” il prezzo del petrolio inizierebbe a salire con vigore, perché prima di rimettere in funzione perforazioni di profondità, esplorazioni di nuovi giacimenti e strizzare come si deve le sabbie bituminose…

Oppure potrebbe succedere qualcosa sul piano geopolitico. Ad esempio c’è la Russia, che al momento potrebbe aver voglia di “chiudere i rubinetti” all’Europa ma non è nelle condizioni di farlo. Perché ha bisogno di incassare. Recentemente, però, c’è stata una accelerazione negli accordi di fornitura tra Russia e Cina e anche tra Russia ed India. Che Putin stia pensando di mettersi nelle condizioni di poter interrompere le forniture verso Occidente per ritorsione sul tema Ucraina? Potrebbe essere. Nel caso la nostra “fame” di energia potrebbe dare una spinta più immediata ai prezzi.

Viceversa un’ipotetica distensione tra Russia ed Occidente, di cui un primo timido segnale potrebbe essere l’apertura di Mosca alla BBC per girare una serie TV ispirata dal capolavoro di Tolstoj “Guerra e Pace” (qui un articolo sulla notizia), potrebbe rendere meno necessario -dal punto di vista geopolitico- tenere compressi i prezzi del petrolio, considerati i danni che questi provocano anche alle imprese americane impegnate nel business dello shale oil, per esempio.

Il fatto è che investire sul prezzo del petrolio non è così semplice. Non ci si può mica mettere uno o più barili in cantina… e sui mercati finanziari lo strumento più semplice sarebbe un ETC. Che però, non si presta molto ad un atteggiamento paziente da cassettista, a causa dell’effetto contango, un costo implicito che danneggia anche pesantemente il risultato di un investimento.

Bisogna ingegnarsi con altro, fare un po’ di fatica… metterci “petrolio di gomito” verrebbe da dire. Ecco allora che lo sguardo si rivolge verso le azioni (e qualche bond…) di società del settore. Una telefonata per solleticare il vostro consulente d’investimento affinché analizzi le scelte più opportune in materia potrebbe essere una buona mossa per iniziare il nuovo anno.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

2 Risposte a “Petrolio di gomito”

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