Pian Piano: il senso di Trent per la dictatorship

Tolta la K da dictatorship, onde evitare maliziosi equivoci, possiamo dire che in settimana sia divampato un incendio a base di coriandoli che ha allietato mediaticamente lo stanco rituale della conferenza stampa del giovedì di Drago Mario. Se ne è parlato (non senza pepate polemiche) qui.
Noi in salotto abbiamo invitato un dittatore anarchico invece di una bionda ribelle. E’ un soggetto poco incline a compromessi ed a condivisioni. Stiamo parlando del premio Oscar (per la soundtrack di The Social Network) Trent Reznor e della sua banda di scalmanati i Nine Ninch Nailes. L’uomo è complesso, afflitto come ogni artista che si rispetti da turbe autodistruttive, ossessioni, manie, perversioni, depressioni e tutto l’armamentario che caratterizza gli idoli del rock (ed i comuni mortali). Ha però il buon Trent una particolare sensibilità artistica, una passione vera ed è forse l’ultimo animale da palco degno di questo nome. Ci portiamo in salotto un pazzo scatenato carico di poesia. Cos’altro chiedere?

Trent non tocca più alcolici, ma apprezza la nostra tisana di fiori di tiglio. Diamo pur fuoco alle polveri ora. Naturalmente non sono stato il primo a notare il valore di Reznor, da David Bowie a cui non ne scappa una a molte altre stelle del firmamento rock si contano varie collaborazioni. Vi presentiamo adesso i NIN insieme a Mike Garson, un pianista di confine fra jazz ed avanguardia. Anche qui dal vivo, niente trucchi, tutto genuino. Il risultato è per chi scrive travolgente.

Nei NIN milita un musicista Italiano, esperto di sintetizzatori, moog e vari accidenti. Scommetto che molti di voi lo ignoravano. Si chiama Alessandro Cortini.  Navigate il web e scoprirete interessanti diavolerie su questo nostro connazionale, coinvolto nel progetto NIN a più riprese. Chiudiamo con i video per oggi con una session casalinga dei nostri eroi, che si trovano con Peter Murphy, mitica voce dei Bauhaus per interpretare “Reptile”.

Se desiderate bruciare fra ulteriori fiamme o addirittura dedicarvi a turpi passioni, vi rimando ad altri incendi ad opera dei nostri eroi, senza trascurare le escursioni nella musica contemporanea e come già detto nel cinema. Quel che è chiaro è che la ricerca di Reznor mira all’autentico, all’uscita dall’ipocrisia delle convenzioni, senza i compromessi di un apparato di giudizi morali che si ponga ad “omologare” l’autenticità del gesto artistico. E’ una posizione opinabile, soprattutto nella nostra cultura, ma è una posizione decisamente stimolante.
Oggi la chiave dello studiolo la concediamo ad una poetessa nata 630 anni prima di Cristo. E’ Saffo  e ci racconta (nella traduzione di Salvatore Quasimodo) di come passioni e struggimenti umani non siano affatto cambiati da un millennio all’altro. La cosa dovrebbe suscitare qualche domanda….

 

Ad Afrodite

Afrodite, trono adorno, immortale,
figlia di Zeus, che le reti intessi, ti prego:
l’animo non piegarmi, o signora,
con tormenti e affanni.
Vieni qui: come altre volte,
udendo la mia voce di lontano,
mi esaudisti; e lasciata la casa d’oro
del padre venisti,
aggiogato il carro. Belli e veloci
passeri ti conducevano, intorno alla terra nera,
con battito fitto di ali, dal cielo
attraverso l’aere.
E presto giunsero. Tu, beata,
sorridevi nel tuo volto immortale
e mi chiedevi del mio nuovo soffrire: perché
di nuovo ti invocavo:
cosa mai desideravo che avvenisse
al mio animo folle. “Chi di nuovo devo persuadere
a rispondere al tuo amore? Chi è ingiusto
verso te, Saffo?
Se ora fugge, presto ti inseguirà:
se non accetta doni, te ne offrirà:
se non ti ama, subito ti amerà
pur se non vuole.”
Vieni da me anche ora: liberami dagli affanni
angosciosi: colma tutti i desideri
dell’animo mio; e proprio tu
sii la mia alleata.
Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno.
Colei che in bellezza fu superiore
a tutti i mortali, Elena, abbandonò
il marito
pur valoroso, e andò per mare a Troia;
e non si ricordò della figlia né dei cari
genitori; ma Cipride la travolse
innamorata……
……ora mi ha svegliato il ricordo di Anattoria
che non è qui;
ed io vorrei vedere il suo amabile portamento,
lo splendore raggiante del suo viso
più che i carri dei Lidi e i fanti
che combattono in armi.
Simile a un dio mi sembra quell’uomo
che siede davanti a te, e da vicino
ti ascolta mentre tu parli
con dolcezza

Saffo

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Pubblicato da Mr Pian Piano

king for a day, fool for a lifetime

2 Risposte a “Pian Piano: il senso di Trent per la dictatorship”

  1. La traduzione di “Right where it belongs”. Così tanto per entrare nella poetica dei NIN che è ricca non solo musicalmente.

    Dove Dovrebbe Essere

    Guarda l’animale nella sua gabbia che tu hai costruito
    Sei sicuro di sapere da che parte stai?
    Meglio non guardarlo troppo vicino nell’occhio
    Sei sicuro di sapere da che parte del vetro sei?
    Guarda la sicurezza della vita che hai costruito
    Tutto al suo posto
    Senti il vuoto dentro il tuo cuore
    Ed è tutto
    Dove dovrebbe essere

    E se tutto quello che c’è intorno a te
    Non fosse tranquillo come sembra
    E se tutto il mondo che credi di conoscere
    Fosse un sogno elaborato?
    E se guardassi il tuo riflesso
    E fosse tutto quello che vorresti essere?
    E se guardassi attraverso le crepe
    Ti troveresti—ti troveresti spaventato di vedere?

    E se tutto il mondo fosse dentro la tua testa
    Solo tue creazioni?
    I tuoi diavoli e i tuoi dei e tutti i vivi e tutti i morti
    E sei veramente solo
    Puoi vivere in questa tua illusione
    Puoi scegliere di crederci
    Puoi guardare ma non troverai la boscaglia
    Mentre sei nascosto tra gli alberi

    E se tutto quello che c’è intorno a te
    Non fosse tranquillo come sembra
    E se tutto il mondo che sei abituato a conoscere
    Fosse un sogno elaborato?
    E se guardassi il tuo riflesso
    E fosse tutto quello che vorresti essere?
    E se guardassi attraverso le crepe
    Ti troveresti—ti troveresti spaventato di vedere?

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