Quando a Ugo La Malfa, noto esponente del partito Repubblicano, proponevano una legge, un’idea per in intervento politico-sociale, lui chiedeva sempre, come ammonimento: “Chi paga?”. Che poi, la formulazione estesa, e più precisa, dovrebbe essere: “Quanto costa? E chi paga?”. Ed è quello che ogni elettore e contribuente dovrebbe chiedersi quando sente formulare proposte e programmi politici.
Di fatto, uno Stato (inteso come complesso unitario delle amministrazioni pubbliche) ha unicamente tre modi per finanziare le proprie spese: tassando, facendo deficit/debito, stampando moneta (monetizzando il deficit/debito, in sostanza). Nelle economie avanzate vengono utilizzate solo le prime due opzioni, mentre in alcuni paesi (Argentina, Venezuela, Zimbabwe, eccetera) si ricorre anche alla terza opzione, sebbene non abbia mancato di produrre risultati disastrosi in termini di inflazione e di distruzione del sistema economico-finanziario.
In ogni caso, in tutte e tre le ipotesi, è sempre il contribuente a pagare