Sempre meno abenomics, sempre più abepolitics

Pochi giorni fa abbiamo ragionato di come le novità introdotte in Giappone dal governo di Shinzo Abe,  che prendono il nome di abenomics, hanno evidentemente più scopi politici che non economici.

Oggi registriamo un dato che  ci mostra quanto i risultati economici siano in ulteriore difficoltà: un forte calo del PIL nel secondo trimestre. Tra le tante massime tramandate nel bushido forse Abe si identifica in quella che recita:

Sii veloce come il vento,
Lento come una foresta,
Assali e devasta come il fuoco,
Sii immobile come una montagna,
Misterioso come lo yin,
Rapido come il tuono.

Dalla sua elezione, veloce come il vento, ha introdotto la sua ricetta, che però a dispetto delle dichiarazioni sta portando una crescita lenta come quella di una foresta.

Ha puntato contro il nemico: la deflazione, e l’ha assaltata come il fuoco, con massicci interventi di politica monetaria. Di fronte ai risultati zoppicanti resta immobile come una montagna: non recede dal piano, ma nemmeno scaglia la “terza freccia”, quella delle riforme, che molti vorrebbero (e molti altri -difensori dello status quo– no).

Al momento i suoi prossimi intendimenti sono misteriosi come lo yin, scopriremo presto se saprà essere rapido come il tuono.

Già, perché c’è da affrontare una questione non indifferente: l’esigenza di tenere i conti pubblici in piedi (e di “drogare” l’inflazione) ha spinto il governo nipponico ad alzare l’IVA dal 5% all’8% (quindi un aumento del 60%) e progetta di portarla l’anno prossimo al 10%, ma questo scalone di imposte ha generato scossoni nel PIL: l’aumento di IVA è scattato il 1 aprile (inizio dell’anno fiscale giapponese), così nel primo trimestre tutti si sono affannati ad anticipare gli acquisti per poi nel secondo trimestre far registrare un crollo.

E’ dai giorni dello tsunami che non si vedeva una contrazione così evidente: -6,8% su base annua, superiore al dato positivo registrato nel trimestre precedente (+6,1%), un dato aggregato negativo, che messo in sequenza con l’ultimo trimestre 2013 (appena revisionato con il segno meno) formerebbe la parola recessione.

Altro che crescita alimentata dalla benzina monetaria. Tra sali e scendi il PIL giapponese in 12 mesi è rimasto al palo e la traiettoria non appare promettente.

Poi, certo, si può sempre vederla come Tomo Kinoshita, capo economista di Nomura:

“Il calo del PIL nel secondo trimestre renderà più facile avere un forte recupero più avanti”

La svalutazione dello yen ha provocato un aumento dei costi delle importazioni superiore all’aumento delle esportazioni, provocando inflazione da costi energetici. L’inflazione era ed è un obiettivo del governo per il riavvio del ciclo, ma una inflazione che arriva da aumento dei costi (e delle imposte) senza aumenti di salari si chiama impoverimento.

Il paese nipponico ha bisogno di fare raccolta fiscale per finanziare il più grande debito pubblico del mondo e l’IVA è ancora su livelli ben più bassi rispetto alle altre economie sviluppate. Ma fu proprio alzando le imposte nel 1997 che il ciclo si avvitò irrimediabilmente in Giappone (con l’indubbio il contributo della crisi valutaria delle Tigri Asiatiche).

Ad ottobre del prossimo anno è prevista l’introduzione del nuovo aumento di IVA, ma la cancellazione del provvedimento -nel caso- va decisa entro dicembre. Vedremo se Abe riuscirà a stare immobile come una montagna su questo argomento o dovrà rivedere i suoi piani veloce come il vento.

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

Una risposta a “Sempre meno abenomics, sempre più abepolitics”

  1. Mi immagino le telecronache sportive giapponesi: “bene, con questa roboante sconfitta la nostra squadra potrà facilmente migliorare la sua media nella prossima partita”

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