Soundgarden: rock.

I try to solve my problems by writing music and recording albums, but you know what’s really funny about that? Once the album becomes a success, it doesn’t solve your problems. It just gets harder to write the next album.

Yes. I battle with that all the time. “Let Me Drown” is probably one of the most disturbing songs I’ve ever written. Usually, if I write lyrics that are bleak or dark, it usually makes me feel better. That one didn’t. It made me question whether it was a song that was all right to play. Should we even do this? It was so negative. But that’s the only one I can think of that’s like that. Otherwise, it’s like watching a horror movie: It makes you feel better after feeling worse.

Chris Cornell

Oh rock, t’amo e t’odio! T’amo perchè indubbiamente sei una forma espressiva popolare, semplice, ma al contempo efficace e musicalmente comunichi un’energia ed un’immediatezza che colpisce prima fisicamente che intellettualmente. A suo modo una magia, una pozione. T’odio per i pesanti stereotipi in cui spesso anneghi, i calzoncini da collegiale del 66enne Angus Young, la mitologia del sex and drugs and rock’n roll cara agli anziani Rolling Stones, gli stessi accordi ripetuti all’ignoranza, le stesse tematiche nei testi, gli stessi atteggiamenti sul palco, la stessa mancanza di rinnovamento e ricerca, gli stessi stanchi rituali. Come uscirne?

Il rock ne è uscito con periodici “refresh”, come fece il buon Alessandro Manzoni andando a “lavar i panni in Arno”. Prima imbastardendosi con il blues, generando memorabili band come appunto gli Stones, poi guardando a forme musicali più complesse, come la classica ed il jazz e ne è uscito il progressive con i per me inarrivabili King Crimson, poi azzerando l’eccesso di tecnicismi e ornamenti con punk e new wave aprendo a gruppi come Sex Pistols e Joy Division ed infine con il grunge, quel rock esistenziale che ha avuto nei Nirvana un simbolo e nei Soundgarden un’esplosione d’energia autentica, una cometa luminosa nel firmamento della musica rock. Non a caso hanno interpretato le loro canzoni giganti come Johnny Cash.

 

Cosa amo delle band grunge? Di Soundgarden, Nirvana, Alice in Chains, Screeming Trees e di frontman come Chris Cornell, Kurt Cobain e Mark Lanegan (di lui dovremo parlare, prima o poi…)? Amo proprio il taglio esistenziale, la dolente umanità che spesso li ha portati al suicidio, sulle orme di quel Ian Curtis che scolpisce il dolore esistenziale in forme sonore, come un oscuro male. Nel grunge e nei Soundgarden deraglia quell’american dream che è stato l’ossatura del XX secolo, muore la mitologia warholliana della fama e del successo come fragile senso. I Soundgarden sono il suono rabbioso e violento che emerge dalle macerie di quel sogno.
Tra i potentissimi riff di Kim Tahyil (a più riprese ritenuto dalla stampa specializzata come il miglior chitarrista della sua generazione) ed una sezione ritmica mostruosa, si incastra la voce potente o dolcissima di Chris Cornell, il Frank Sinatra del grunge, la voce voluta anche da Hollywood per cantare di 007 o Miami Vice. Il risultato si cristallizza in dischi di rara potenza, dove appunto rabbia, dolcezza e desolazione si mescolano in un gorgo di emozioni. Il pubblico risponde con 30 milioni di dischi venduti, due Grammy Awards e la fama internazionale.

Il male di vivere e le macerie del sogno americano di cui parlavo sono ben sintetizzate nel video e nel brano “Black Hole Sun”, dove la voce di Chris Cornell corrode l’anima come un’oscura serpe interiore, la stessa che ha divorato molti di questi artisti. Certo quando ci si toglie la vita cala dal cielo un velo di oscuro mistero ed il silenzio è il solo atteggiamento sensato e umano. Resta il fatto che con la perdita di Chris Cornell, come per Kurt Cobain e altri si sono perse voci di un’espressività travolgente, voci che nel rock hanno trovato una forma espressiva adeguata per incanalare una rabbia potentissima e irrisolta, dando voce al demone della depressione e del non senso, animaletto non estraneo all’animo di ognuno di noi, se solo guardiam bene…

Ci restano tra le mani capolavori come “Superunknown” e al solito la musica si fa beffe della morte e continua a regalarci le potenti canzoni dei Soundgarden che si erano riuniti nel 2011 dopo 12 anni di separazione e che purtroppo con “King Animal” hanno posto un drammatico epitaffio sul loro cammino, conclusosi a Detroit nel 2017, dove dopo un concerto Chris Cornell ha deciso purtroppo di farla finita. Ora non ci resta che tuffarci nella lava incandescente dei Soundgarden: CLICCATE QUI per assaporare la passione rock della band di Seattle e farvi travolgere dal loro mitico suono.

Altri ruvidi viaggi immersi in un’atmosfera elettrica?  Non vi è bastato esplorare il mondo dei Soundgarden o magari avete voglia di qualcosa di diverso? Il nostro jukebox eclettico con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra disposizione. Non vi resta che seguire la strada verso il quartiere “Piano Inclinato” e lì troverete tantissime note a vostra disposizione, con monografie e playlist in dono di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia.

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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