La stragrande maggioranza dei Thailandesi sembra decisa ad osservare il lutto stretto per almeno 30 giorni (scadenza 14 novembre): tutti vestiti di nero, camicia e pantaloni, anche a mezze maniche, o magliette polo, camicie maniche corte, t-shirts nere. Anche il bianco é colore di lutto, quindi pantaloni neri e camicia bianca per gli uomini o gonna nera e blusa bianca per le donne vanno bene. La direttiva generale é che in mancanza di capi d’abbigliamento neri i turisti debbono comunque vestire con colori austeri e tendenti allo scuro (niente di sgargiante). E’ consigliato portare il nastrino nero a loop incrociato a conferma dell’adesione al lutto (tipo campagna Aids). Scaduti i 30 giorni chi non vuole proseguire sul nero tornerà ad abiti normali ma sempre austeri nei colori, e con i segni di lutto: nastrino o anche del bracciale nero. Ma è probabile che gli strati più monarchici del popolo continueranno il lutto stretto per 3 mesi se non per 12. Funzionari e dipendenti statali, insegnanti e personale scolastico, sono invece obbligati a vestire il lutto per 1 anno intero. Per le occasioni formali per gli uomini è di prammatica l’abito nero con camicia bianca e cravatta nera. Ovviamente abiti neri da sera e cocktail per le donne. La gran parte degli eventi dei prossimi 3 mesi è stata annullata o rinviata dalla seconda metà di gennaio 2017 in avanti. Tutti i monumenti e musei sono regolarmente aperti (a parte il Palazzo Reale a seconda delle cerimonie previste).
Per quanto riguarda la “Bangkok che vive” dopo un primo weekend di “chiuso per lutto” è business as (almost) usual per i massaggi e la vita notturna. Ma la parola d’ordine è “in sordina”. Niente musica ad alto volume nei bar e nei locali, niente ragazze scollacciate o in bikini ma “decorosamente” vestite di nero (in segno di lutto). La facciata esterna deve conformarsi nella massima dignità, affinché nulla di (eccessivamente) irrispettoso traspaia ai passanti. Ma all’interno le ragazze continuano a dispensare i servizi tradizionali e i bar servono liberamente birra e alcolici. Anticipati nelle varie località gli orari di chiusura per ordine dei comandi di polizia. Dalle 2 di notte a mezzanotte e mezzo a Bangkok, 1 di notte in genere a Pattaya. Ovviamente i gestori dei night club hanno anticipato anche gli orari di apertura di un paio d’ore, dalle 21 alle 19.
Centinaia di migliaia di persone, anche i più poveri, arrivano da tutta la Tailandia a Bangkok per testimoniare il lutto. Cori oceanici a lume di candela intonano l’inno reale nell’atmosfera mistica del Sanam Luang, il grande prato delle cerimonie funebri accanto al Grand Palace, il Palazzo reale, dove il corpo di re Rama IX Bhumibhol giace in attesa della cremazione che avverrà verosimilmente tra un anno. La vita si ferma, e la vita continua. Ma il turismo é una componente fin troppo importante e dinamica della letargica economia thai, e gli apparati statali, prima tra tutte la Tourist Authority of Thailand, sono già mobilitati a impedire seri contraccolpi, insistendo che “Thailand is open“, nient’affatto chiusa nel cordoglio e nel lutto.
Re Bhumibol Adulyadej, Rama IX, il decano dei Monarchi nel Mondo, sette decenni sul trono, è considerato a ragione dai Thailandesi come una divinità: l’unico Sovrano che la maggior parte della Popolazione ha incontrato senza alcuna sorta di problema, rappresentando il simbolo dell’unità della Nazione.
Re Rama IX di Thailandia è stato amato e venerato come “il più grande dei Re”, un virtuoso “Padre”, Monarca davvero illuminato che ha dedicato tutta la Sua Vita allo sviluppo del Paese.
L’ammirazione per Lui, da parte del Popolo Thai, è dovuta principalmente al Suo lavoro contro la fame ed in particolare sul territorio, per il suolo e l’acqua – che sono supporti fondamentali per l’agricoltura.
Aveva iniziato ad elaborare lo sviluppo di una teoria per l’economia auto-sufficiente aiutando le Persone a gestire la propria Vita ed a vivere felici – non importa se poi fossero ricchi o poveri.
Ha ereditato un povero Paese agricolo e ha lavorato verso la modernità, tenendo in grande considerazione i più deboli, ripristinando il prestigio della Corona reale attraverso una gestione equilibrata del Suo ruolo, preservando il Suo Paese dalle guerre che hanno devastato, nel corso dei vari decenni, il resto del Sud-Est Asiatico.
Parlava fluentemente in Inglese, Francese e Tedesco.
I Suoi più grandi amori erano l’ingegneria civile e la musica – il jazz, in particolare, che ha ispirato molti dei Suoi brani eseguiti con il clarinetto ed il sassofono.
Fervente appassionato di pittura e della fotografia, autore di diversi libri e di traduzioni, Re Bhumibol (“Il Grande”), ha incarnato in toto i dieci “sacri principi morali” del vero Buddista:
1. carità
2. moralità
3. sacrificio degli interessi personali
4. onestà
5. cortesia
6. dominio di sé
7. temperamento calmo e mite
8. non violenza
9. pazienza
10. imparzialità.
Amato e considerato come il Padre della moderna Thailandia, Bhumibol era davvero nel Cuore di Tutti i Thailandesi e la Sua scomparsa non solo provoca dolore e forte emozione in tutto il Suo Paese, ma dovrebbe sollecitare anche la considerazione rispettosa ed attenta di Tutti – in specie, su cosa significa, oggigiorno, servire il Tuo Prossimo (vicino o meno che sia da Noi, senza attendersi ricompense).
“Te stesso, così come Ognuno nell’intero Universo, merita il Tuo amore e il Tuo affetto” – [Buddha]
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