The Smiths: pop, rock.

I’ve always believed that any instrumentalist is basically just an accompanist to the singer and the words. That’s born out of being a fan of records before I was a fan of guitar players — I’m interested in melody, lyrics, and the overall song. I don’t like to waste notes, not even one. Who was it that said, “The reason why all those guitar players play so many notes is because they can’t find the right one”? I like to put the right note in the right place, and my influences have always been those kinds of players. Keith Richards comes to mind, and I really like Nils Lofgren’s soloing, because he’s so melodic. I love John Lennon’s rhythm playing, and George Harrison was an incredible guitarist.
Johnny Marr

Quando sei giovane e poco più che ventenne tutto sembra disperatamente interminabile e terribilmente doloroso. Col crescere realizzi che effettivamente la maggior parte delle cose sono terribilmente dolorose e che questa è la condizione umana. Continuiamo – la maggior parte di noi – a sopravvivere perché siamo convinti che da qualche parte lungo il percorso – con risolutezza, determinazione e perseveranza – si realizzi un’unione magica con qualcuno. È una falsa credenza, naturalmente, ma è una forma di religione. Devi credere. C’è una luce che non si spegne mai 

Morrisey

Prendiamola di punta subito dicendo che per Mr Pian Piano gli Smiths sono al 70% i favolosi riff di chitarra di Johnny Marr, un grandissimo chitarrista. Morrisey certo, i testi, la presenza istrionica, spesso lo strabordare dell’ego in affermazioni idiote, ma un’indubbia vena poetica e poi un combo di basso e batteria quadrato e pronto a tutto per tenere insieme la baracca: et voilà ecco a voi una bellissima band di pop rock british come pochi negli ultimi decenni. Siamo a parlarne oggi per la dipartita di Andy Rourke, il bassista, che ieri ci ha lasciato dopo una lunga malattia ed è giusto celebrare la band e rinverdirne i fasti.

Se mi costringessero a 5 canzoni su un’isola deserta non avrei dubbi a portar con me “There’s a light that never goes out” perfetta nel testo e soprattutto nella musica. Sono disposto ad ascoltarla decine di volte di seguito da anni (non ditemelo se non vi piace). Il brano delinea alla perfezione la vena esistenzialista di Morrisey, l’accostamento classico tra amore e morte, colpendo dritto al cuore, senza lasciar spazio a vagheggiamenti, orpelli di note, tecnicismi da baraccone, zuccheri da diabete e altre schifezze: tutto splende essenziale e va dritto all’obiettivo. Una delle più belle canzoni al tramonto del XX secolo e con un video di Derek Jarman come ciliegina sulla torta (dal minuto 6.22 inizia il brano) per gli amanti del regista sperimentale inglese un bell’epitaffio alla carriera in questo cortometraggio tutto da vedere. Il movimento LGBT, come non si diceva allora è ben rappresentato dalla figura di Jarman vicino agli Smiths attraverso la figura di Morrisey che sia pur rifiutando qualsiasi categorizzazione sulla propria sessualità (bravo!) è stato vicino in quegli anni a figure di quel movimento come Jarman. Sì la sessualità come fattore centrale di un’identità e inesorabilmente il dirsi questo o quello a partire dai propri comportamenti tra le lenzuola ha sempre irritato Morrisey e non solo Morrisey. Trovo sia un atteggiamento molto sensato: siamo una complessità ed anche in termini sessuali non ci è dato sfuggire alle categorizzazioni? Ci è dato.

Johnny Marr ha questo gusto per l’essenziale ed alla fine quattro album sono bastati agli Smiths per regalarci molte belle canzoni con riff piacevolissimi accompagnate dai testi di quel mattacchione triste di Morrisey, mai banali e mai scontati. I due leader hanno iniziato a prendersi per i capelli ad un certo punto con Morrisey ossessionato dagli anni 60 e da un’estetica anche musicale retrò, mentre Marr voleva guardare avanti e sperimentare nuove strade et voilà il gioco si ruppe. Con gli Smiths oggi possiamo percorrere una geografia emotiva con al centro la città di Manchester ed un approccio molto british alla musica, all’arte ed alla vita. scanzonato, esistenzialista, mai tronfio o retorico, ma asciutto, diretto ed efficace. Gli Smiths sono questo teorema che scaccia il superfluo e centra subito una potente capacità espressiva. Non è questa la cosa bella del pop e del rock? L’immediatezza, l’assenza di didascalie, il significato esposto, il corpo coinvolto, il lasciarsi prendere dalla semplicità e dalle prime emozioni.

Allora un abbraccio all’ottimo Andy Rourke e a tutti gli Smiths per queste canzoni, per le tematiche affrontate nei loro testi, per quattro dischi importanti. Come sempre arriviamo a far tacere le parole, soprattutto oggi ricordando un musicista che ci ha lasciato. CLICCATE QUI per scoprire un’antologia delle canzoni degli Smiths che Mr Pian Piano ama ed ha amato e chi non li conosce scoprirà un mondo di emozioni autentiche e di sguardi disincantati sull’esistenza. Sarà l’aria di Manchester? Lo chiederemo a Max domani.

Desiderate qualcosa di diverso dagli inconfondibili riff di chitarra degli Smiths? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Non vi resta che calarvi in un nuovo viaggio e raggiungere a piedi il bar “Piano Inclinato” dove durante la settimana si parla d’economia, mentre al sabato ed alla domenica, letteratura, musica e scienza occupano il locale. Il padrone di casa Alieno Gentile sarà lieto di accogliervi. Se volete scoprire in dono altre monografie e playlist curate da Mr Pian Piano di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti avete ben tre opzioni!

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Pubblicato da Mr Pian Piano

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