My songs were always written from a bit of an old head on young shoulders when I was in my early 20s. The songs were always quite philosophical and thoughtful and I tried to probably write about some of the bigger issues on life. So I feel that they’ve aged quite well thankfully.
Yeah, well I kind of retired from music in 2002. I didn’t make any announcements but the last show I did was in 2002 at David Bowie’s Meltdown Festival with Jim. At that stage I’d really fallen out of love with the music industry. This was the time when everything was disintegrating in the music industry. It was a horrible time. And I’d always been considered an album artist but that suddenly changed to me being asked for hit singles. I felt like I didn’t fit into this world any more.
About all the things I thought were wrong or right
And carved in stone
So, don’t ask me about, war, religion, or God
Love, sex or death because
But I don’t even know what’s going on in myself
Matt Johnson
Un ragazzo cresce nella Londra di fine anni 70, frequentando le avanguardie dell’elettronica, ma fondamentalmente è un songwriter, uno della razza dei Dylan e dei Cohen. Suo fratello, l’artista Andy Dog Johnson, gli disegna le copertine dei dischi: arriva un hit planetario “This is the day”. Il ragazzo è un uomo, legge libri, si lascia rapire dal buddismo, scrive corrosive canzoni politiche, esprime un esistenzialismo complesso ed ispirato e lo riversa nei testi delle sue canzoni, mai consolatori, ma che al contrario portano l’ascoltatore ad interrogarsi sul senso della vita. Il fratello Andy si ammala nel 2012 e muore nel 2016 ed il giovane uomo di un tempo ora è prossimo ai 60anni e si è ritirato dalle scene da 14 anni. Piega il dolore alla creatività con un pluripremiato documentario, il racconto dell’inerzia di fronte al dolore per la perdita del fratello e compone questa canzone per ricordarlo: “We can’t stop what’s coming”: chi vuole intendere, intenda.
Apriamo il sipario…Ladies and Gentlemen Mr Matt Johnson aka THE THE.
Vi invito o miei prodi a riascoltare nuovamente questa bellissima song uscita dal cappello magico di Matt Johnson, dopo oltre un decennio di silenzio a parte qualche soundtrack e poco altro. Alle chitarre c’è Johnny Marr, un nome che magari non vi dice niente, perché come molti maghi resta nell’ombra, un mago delle chitarre e delle melodie. Forse il chitarrista degli Smiths? Oh yes e di melodie dolcissime ne sa, eccome se ne sa. Johnson fa il resto con liriche mozzafiato, un testo che si sviluppa in metafore poetiche e mai banali. Srotoliamo il tempo, gli amori, la morte, le luci e le tenebre. Torniamo al primo grande hit dei THE THE, che dopo il sapore di morte della precedente song ci racconta dell’amore. Amore e morte, what else?
Ho sempre amato un aspetto ben preciso di Matt e del suo discorso artistico: è schietto, niente è edulcorato nel suo dire, la sensualità di certe sue canzoni quasi ti fa respirare i corpi, i discorsi sulla morte lasciano attoniti, le considerazioni sull’esistenza e l’irrequietezza autentiche, le canzoni politiche caustiche e taglienti, mai mediate, mai addomesticate e soprattutto i suoi brani sono impregnati di un’umanità sincera. L’arte è uno specchio e spesso riflette l’ampiezza del cuore che la genera. Bene parliamo di pandemia, perché il COVID è niente rispetto all’HIV, fosse solo per il conteggio degli umani che si è portata via. Proprio quando la pandemia di HIV mieteva vittime senza sosta e con una furia orrenda, Matt Johnson se ne esce con un album non a caso intitolato “Infected”.
“Infettami con il tuo amore/Allattami nella malattia/Aiutami a tornare in salute/Donami i doni del mondo creato dall’uomo/Quando il desiderio diventa una malattia invece che una gioia/E il senso di colpa è una necessità che deve essere distrutta” questo scriveva Matt Johnson nel 1986 riferendosi al feroce morbo dell’HIV. Oggi siamo di nuovo alle prese con una pandemia in un povero paese umanamente in bancarotta, dove la paura viene infusa dai media alla ricerca di facili e al solito vuoti capri espiatori e si cerca di mettere gli uni contro gli altri per fare sensazionalismo, aumentare gli ascolti ed incassare quattrini con la pubblicità. La paura, oggi come allora, è uno strumento di propaganda e controllo politico e le parole di Matt Johnson tornano ad essere attuali nella loro immediata umanità. Per chi come me allora era un ragazzo non è difficile vedere similitudini pesanti ad iniziare dall’urgenza di indicare untori per acchiappare consenso.
Ebbene sì eccoci nuovamente al Matt Johnson accompagnato dal magnifico Johnny Marr. Ascoltate il mosaico di chitarre acustiche ed elettriche: meraviglioso. Bene, mi riprendo, riordino la cucina e vi servo la playlista di Mr Pian Piano per questa domenica. CLICCATE QUI e riscoprite o scoprite un grande songwriter, che ha come modelli Cohen e Dylan e cala la sua narrazione in un mondo già postmoderno, frammentato e disperso. Grande musica e come ha scritto Corrado su twitter: intellettuale lucidissimo Matt Johnson. Non perdetevi un’ora e mezza di belle canzoni.
Avete voglia di qualcosa di diverso dalla musica di Matt Johnson e dei suoi THE THE? Il jukebox di Mr Pian Piano con tutti i musicisti e le musiciste del nostro intrigante menù è come ogni domenica a vostra completa disposizione: classica, jazz, pop, rock e ambient sono lì ad aspettarvi. Non vi resta che calarvi in un nuovo viaggio e raggiungere a piedi la discoteca “Piano Inclinato“. Lì potrete fare un pieno di tantissime note, ma attenzione non solo: economia, letteratura e scienza abitano il locale, il dj Alieno ed i suoi avventori. Se volete scoprire altre monografie e playlist in dono di decine e decine e decine (e decine) di superbi musicisti. FATE CLICK QUI e l’archivio in ordine alfabetico vi si aprirà per magia: buon ascolto!