UBI maior minor cessat

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UBI butta 1€ in un pozzo…

Negli ultimi giorni UBI banca ha segnato un recupero delle quotazioni di oltre il 20%, in contemporanea all’annuncio di un’offerta vincolante per 3 delle 4 good bank nate con il decreto salvabanche nel dicembre del 2015 al prezzo simbolico di 1€. Un’operazione che “sembra interessante, una buona mossa strategica. Con l’acquisizione UBI rafforza la sua posizione nel mercato bancario italiano incrementando la sua taglia di circa il 20% così come le prospettive di redditività senza deteriorare il profilo di rischio” Secondo diversi analisti.

Può sembrare un clamoroso affare, in effetti, visto l’allargamento dell’orizzonte geografico, ma non dimenticherei che si tratta di un’operazione fatta “spintaneamente”, e che nell’immediato fa salire il P/E ed il P/Te della banca, lasciando quasi invariato il Rote, con tutti i problemi di un’acquisizione che presenterà reti non complementari e un impatto reputazionale visti i marchi incorporati. Senza contare che tutto il mondo del credito è impegnato nel tentativo di ridurre gli sportelli.

Tuttavia quello che mi fa veramente imbestialire sono i commenti “politici” che ne seguono:

Iniziamo dal ministro Padoan, quello de “le banche sono solide“, che ha detto

“se sbaglio non so, ma sono convinto che alcune operazioni che stanno andando in porto siano importanti in sé e per il sistema”

Ma la palma della dichiarazione TOP la prende Roberto Nicastro, presidente pro-tempore delle good bank:

<<La cessione di 3 delle 4 “good bank” a UBI rappresenta una svolta per i tre istituti, per i loro clienti e le risorse, ed è un segnale per il sistema italiano>>

Sì, sì. E’ stato fatto un ottimo lavoro…

Le “good bank” sono state create con lo scopo di scorporare le attività “sane” delle 4 banche saltate, capitalizzate dalle altre banche attraverso una contribuzione nel Fondo di Risoluzione con oltre un miliardo di €, con la promessa di cercare un acquirente e ripianare la spesa. Per la precisione:

L’impegno finanziario immediato del Fondo di Risoluzione è, complessivamente per le quattro banche, così suddiviso: circa 1,7 miliardi a copertura delle perdite delle banche originarie  (recuperabili forse in piccola parte); circa 1,8 miliardi per ricapitalizzare le banche buone (recuperabili con la vendita delle stesse), circa 140 milioni per dotare le bad bank del capitale minimo necessario a operare. Quindi, in totale, circa 3,6 miliardi

L’unico acquirente giunto a fare un’offerta è stata UBI, per la simbolica cifra di 1€. Tutte le altre banche ora dovranno registrare come perdita il contributo versato -pro quota- a suo tempo, alcune si sono già portate avanti aumentando le commissioni alla loro clientela per compensare la perdita.

In aggiunta a questo le “good bank” hanno consumato 500 mln€ da Atlante (che aveva già i suoi problemi di carenza di risorse) per la cessione di 3,4 mld€ di NPL (in 14 mesi di vita niente male per delle “good bank” che avrebbero dovuto essere pulite)[sociallocker].[/sociallocker]

Infine, a completare il quadro, spendendo 1€ UBI dovrà comunque ricorrere ad un aumento di capitale da 400 mln€ per digerire l’eredità che viene da questo acquisto. La banca chiarisce che l’aumento di capitale

“non è fatto per colmare un gap ma per mantenere l’attuale livello di capitale”

Poco cambia. E’ ovvio tra l’altro che in questo modo UBI si preclude altre opzioni strategiche a più basso rischio (come l’acquisizione di altre ex popolari).

E di chi è la colpa di un quadro del genere secondo Nicastro? Dell’Europa, ovviamente:

“la procedura di risoluzione, scattata 14 mesi fa, ha imposto la cessione in tempi strettissimi di tre banche in crisi e capitale azzerato, e non ha dato molto spazio per ristrutturazioni. Il mandato della risoluzione era quello di cedere le banche e i tempi imposti dalla Ue hanno resto impossibile una vera ristrutturazione industriale. Prima un obbligo di 5 mesi, poi una proroga di altri 5 mesi, ma annunciata in extremis. Poi un’altra proroga sempre in extremis. Impossibile programmare il futuro in queste condizioni, senza un orizzonte strategico definibile. E senza poter fare scelte che dipendevano da chi avrebbe comprato”.

Nate come “good” con costi di avviamento sostenuti da altri, in 14 mesi riescono a presentare 3,4 mld€ di nuovi NPL, farsi valutare 1€ da qualcuno che deve chiedere ai propri azionisti 400 mln€ di nuovo patrimonio solo per mantenere il proprio livello di capitale. Caro Nicastro, dobbiamo veramente dire Accidenti ai tempi strettissimi?

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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

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