Un Vegas senza veli

Pruriginose rivelazioni su quello che è più di un flirt e qualcosa meno di un’ammucchiata. Potremmo quasi dire che si tratta di “una cena elegante”: quella che vede l’allargamento dell’incestuoso rapporto tra banche e Stato alla relazioni occasionali e non protette tra Banche ed (alcune) imprese, su cui oggi Giuseppe Vegas, presidente della Consob, ha voluto alzare un velo:

“L’attuale industria finanziaria vede spesso strette connessioni tra il sistema bancario e quello industriale. Ciò non conduce a una allocazione ottimale del credito, che in molti casi risulta orientato a favorire impieghi non efficienti ma finalizzati esclusivamente a contenere possibili perdite. Tale attitudine compromette la possibilità di sviluppo del Paese, aumenta l’opacità del sistema e allontana gli investitori, soprattutto quelli provenienti dall’estero.”

E pensare che in un Paese così concentrato sulla meritocrazia pensavate di potervi scandalizzare. Ma quale scandalo, bacchettoni che non siete altro! Non vi piace la turbo-finanza cercate almeno di farvi piacere la porno-finanza: piccole e medie imprese (tessuto portante della nostra economia) schiacciate da un credit crunch dovuto anche alle regole sempre più severe a cui le banche devono sottostare, e nella camera a fianco grandi effusioni con gli Zaleski, i Ligresti, gli Zunino… tutto sui binari di una economia di relazione che –geronzianamente– vede nel merito un ostacolo da demolire invece che un obiettivo da perseguire.

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Idee per far fronte alle esigenze di quelle imprese che talvolta arrivano persino a fallire per eccesso di crediti? Si tenta la strada dei Minibond, ma con una flemma che nemmeno a Buckingham Palace

“In attesa di valutare la reale efficacia di questo intervento (quando i dati saranno disponibili), alcuni studi recenti stimano che le emissioni di MiniBond potrebbero raggiungere i 20-30 mld€ e interessare una platea di circa quattromila aziende”

Possono sembrare numeri importanti, ma fossi in voi farei un approfondimento su questo tema sull’ottimo Linkerblog.

Ma almeno, presidente Vegas, sulle banche che hanno mostrato di -vogliamo essere buoni- saper gestire male il rischio, state intervenendo sul fronte vigilanza?

“Mps è stata oggetto di attività di vigilanza da parte della Consob. Ovviamente in questa fase di difficoltà di mercato ci siamo orientati di più ad attività di vigilanza di quanto avessimo fatto prima, abbiamo anche spostato personale, rimodificato la struttura degli uffici, per cercare di spostare tutto il personale al fronte, piuttosto che nelle retrovie”.

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Stupefacente che il “mercato” venga invocato quando a causa del suo andare in crisi certe banche debbano essere sorvegliate. Sarei più propenso, nella mia ingenuità, a credere che certe banche andassero sorvegliate prima che la Crisi evidenziasse quanto fossero fuori dal mercato. Ma il mio è solo un modo diverso di ordinare le medesime parole nella frase, in fondo.

Ma come si orchestra una economia di relazione? In che modo vengono calpestati gli interessi degli azionisti allocando male il rischio a vantaggio di pochi amici vicini ai vertici? Ad esempio orchestrando patti tra soci, ancor meglio in modo opaco. Lascio proseguire Vegas:

“Gli strumenti per scoprire eventuali patti segreti fra azionisti di società quotate ci sono. I patti tra azionisti sono sempre possibili, a condizione che siano dichiarati e registrati. Se non lo sono il loro voto è nullo in assemblea e se questi patti sono segreti o non resi noti al mercato e che servono a superare la soglia dell’OPA obbligatoria è chiaro che indaghiamo e se ci sono dei casi del genere in caso di utilizzo di patti di questo tipo per governare la società scatta automaticamente l’OPA.”

In questi casi avverto una sorta di invito ad usare l’intuito: se gli strumenti ci sono e abbiamo avuto tanti casi recenti di patti occulti, scatole cinesi, azioni pesate anziché contate… senza che alcuna OPA sia scattata, beh, forse il presidente Vegas voleva dirci che deliberatamente questi strumenti non sono stati usati, chissà.

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Ma no… è solo che ci stiamo lavorando:

“Il vecchio meccanismo di potere consolidato del sistema delle scatole cinesi dei salotti buoni si sta sgretolando da solo e questo sgretolamento comporta sostanzialmente un’apertura del mercato. Sarebbe sciocco non approfittare di questa circostanza per cercare di schiacciare l’acceleratore su tutte le misure possibili che possano favorire o portare a un’apertura del mercato.”

Quindi Vegas ora è latore di un rinnovato slancio per la separazione in stile Glass-Steagall “così come sta avvenendo tra molti importanti competitori internazionali” tra banche di credito e banche d’investimento.

“Una rapida attuazione di questa trasformazione sortirebbe l’effetto di ridare efficienza al sistema sotto almeno tre aspetti. In primo luogo (1) verrebbero meno gli incentivi distorti a finanziare imprese in cui le banche hanno partecipazioni azionarie. Ciò libererebbe risorse per le imprese con migliori prospettive. Verrebbe poi (2) favorita la nascita di intermediari mobiliari specializzati nei servizi di listing, collocamento titoli e trading, rendendo il mercato di tali servizi più efficiente e competitivo.

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Infine (3) la separatezza delle aree di business tra banche di investimento e commerciali favorirebbe le condotte più orientate al mercato. Sarà così possibile concentrare risorse finanziarie e umane verso la crescita del mercato interno dei capitali con la prospettiva di farvi approdare le imprese più dinamiche e competitive. Le imprese finanziarie sarebbero liberate dai rischi di contagio derivanti dalle aree di business non tradizionali, le imprese destinatarie dei finanziamenti godrebbero di maggiore stabilità e i risparmiatori potrebbero ottenere rendimenti più elevati”.

C’è quasi da chiedersi se dovevamo aspettare di trovarci in simili condizioni per reintrodurre una regola così orientata al mercato. Ma la cosa divertente è che la separazione fu rimossa proprio invocando il mercato e la sua capacità di autoregolarsi…

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Mentre -ad esempio- in Spagna viene esteso il significato di PMI allo scopo di poter finanziare le piccole e medie imprese riducendo il monte di accantonamenti, dalle nostre parti restiamo fermi alla definizione di PMI come imprese con un massimo di fatturato pari a 5 mln€ (come da sito Banca d’Italia). Ci dica, Vegas, come vanno le cose qui?

“L’Italia si avvicina al possibile punto di svolta nel ciclo macroeconomico con un tessuto produttivo largamente debilitato e un sistema bancario che, date le attuali dotazioni patrimoniali, difficilmente potrà espandere significativamente gli impieghi a favore delle imprese italiane. Prosegue la rigidità nei confronti delle imprese per l’accesso al credito: nei primi nove mesi dell’anno il volume di credito erogato dalle banche a favore del settore produttivo è sceso del 4,6%, con un tasso medio di interesse di oltre 160 punti base più elevato rispetto alle condizioni medie applicate su finanziamenti di importo comparabile in Germania e Francia. E la situazione è ancora più critica per il fitto tessuto di piccole e medie imprese che caratterizza il tessuto produttivo italiano: per esse si registrano veri e propri fenomeni di razionamento”.

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La banche, nella loro ricerca del profitto, possono anche sembrare “cattive”. Certo, da un regolatore non sarebbe male una digressione sulle diverse regole che rendono così più difficile il credito in Italia, e magari riconoscere en-passant che con uno spread governativo che fino a poco fa veleggiava oltre i 300 punti e che staziona ora tra 230 e 250 quel 160 citato prima è quasi una nota di merito per il settore bancario italiano.

Le foto di questo articolo sono i poster del film Nymphomaniac di Lars von Trier
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Pubblicato da L'Alieno Gentile

Precedentemente conosciuto con il nickname Bimbo Alieno, L'Alieno Gentile è un operatore finanziario dal 1998; ha collaborato con diverse banche italiane ed estere. Contributor OCSE nel 2012, oggi è Global Strategist per l'asset management di una banca italiana.

7 Risposte a “Un Vegas senza veli”

  1. Ecco, stiamo assumendo il tono giusto, accompagnato da un opportuno apparato iconografico, partorito non a caso da un gaglioffo di prim’ordine: Lars Von Arf Arf… Forget about love dice il “genio”. Fottiti Lars.

    Non è una barzelletta la nostra condizione attuale? E Vegas non è forse nient’altro che una versione alla matriciana de noaltri di un James Dimon qualsiasi?

    Sospiri per un massacro, non senso a piene mani, orgasmi e onanismi diffusi disordinatamente ed il senso del valore che evapora. Ci sarebbe da ghignare maleficamente se nel “giochetto” migliaia e migliaia di persone non si ritrovassero alla canna del gas….

    Quindi?

    Godiamocelo questo Titanic, questa incapacità di relazionarsi con i limiti, questo andar sempre oltre senza avere la più pallida idea di come saranno affrontati eventuali problemucci. Una manciata di “ci dispiace” può andare? Abbiamo anche lacrimucce in offerta speciale.

    Vegas? E’ una controfigura in un Colosseo, dove, fatico a nasconderlo, spero arrivi presto uno Spartaco degno di questo nome, che metta sul piatto il problema del valore e della sua componente simbolica e che invece di dimenticarlo abbia a mente l’amore. Remember love!

    L’alternativa è appunto una stanca ninfomania che si risolverà in una tetra eiaculazione del poco cervello che ci resta da spendere, in economia e non.

  2. CONSOB e SEC. Certo la seconda ha più stile, appioppa multe e multoni a banchette e bancone, rasa il pelo qua e là, mentre in Italy semo tutti compari e amici degli amici.

    Ma a guardar meglio le cose stanno poi così? La SEC controlla? Come si muovono le banche USA? In una condizione assimilabile al liberismo di mercato o secondo una struttura oligarchica che arriva a condizionare a proprio piacimento il prezzo delle commodities a scala planetaria (dall’alluminio con G&S all’oro con JPM)?

    Anche qui son gridolini e sospiri…Perché è la struttura ad esser bacata, non gli stati, le agenzie o gli uomini. Le porcherie sono il sistema, non una degenerazione del sistema.

  3. patchwork randomico: JP Morgan pagherà una multa di 13 mld$, di cui 4 per la vendita a investitori ignari di derivati legati a mutui subprime.
    Bank of America ha già pagato sanzioni simili per cifre diverse (40 mld$) e a breve dovrebbe pagarne altri 6. Le banche ancora inquisite dalle autorità USA sono 18 e Madoff è stato condannato a 150 anni di carcere.

    Devo aggiungere qualcosa sulle malversazioni Alitalia, MPS, Fondiaria, Parmalat, Cirio, collocamenti del Banco di Roma… o lascio a voi i dovuti confronti e mi fermo qui?

  4. Patchwork randomico&repetita iuvant: GoldmanSachs è indagata per aver alterato il prezzo (mondiale) dell’alluminio e JPM con l’oro e l’argento….appunto come già detto. Giro grosso, multe grosse, giro piccolo e volemose bbene PD/PDL eccoti la sgangherata flotta di Vega(s).

    Andrea mi vuoi vendere che la SEC funziona e il mercato USA è trasparente?

    Se vuoi vedere Madoff de noaltri e qualche multarella (tali sono per JPM e BAC) in Italy, Bersani deve tornare a vendemmiare, la Bindi a scriver memorie, D’Alema al mare a Gallipoli, Silvio in qualche villa, Brunetta assistente all’Università di Pescara e la Brambilla volontaria al canile.

    Per ora NON sta accadendo, sono TUTTI al loro posto e quindi niente multarelle che poi Bazzoli si inxxxxa.

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