Confermato ministero di Giustizia: “Li mandiamo a spasso”, detenuti liberi per sempre | Nordio CHIUDE le galere, passa la legge
Nordio (web) - moralizzatore.it
Immaginate un sistema penitenziario sull’orlo del collasso, dove il sovraffollamento è una costante e le notizie di tragedie si susseguono a un ritmo allarmante.
Ora pensate a una svolta inaspettata, un annuncio che potrebbe cambiare per sempre il destino di migliaia di persone.
Cosa succederebbe se le porte delle carceri si aprissero, non per un’evasione di massa, ma per una decisione strategica e mirata?
Una notizia dirompente sta per scuotere le fondamenta del sistema giudiziario italiano.
Sarà la soluzione definitiva a un problema annoso o l’inizio di nuove sfide?
Misure urgenti
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha finalmente rotto il silenzio sul drammatico problema del sovraffollamento nelle carceri italiane. La situazione attuale è allarmante: si stima che oltre 10.000 detenuti siano in più rispetto alla capienza regolamentare, un dato che contribuisce a un trend preoccupante di suicidi, con già 41 casi registrati dall’inizio del 2025. In una nota diffusa da Via Arenula, il Ministero ha rivelato che ben 10.105 detenuti cosiddetti “definitivi” potrebbero potenzialmente beneficiare di misure alternative alla detenzione in carcere. Per affrontare questa emergenza, è stata istituita una task force interna al Ministero, che ha già avviato un dialogo con la magistratura di sorveglianza e con i singoli istituti penitenziari.
L’obiettivo è accelerare la definizione delle posizioni di questi detenuti, alleggerendo così il carico sulle strutture e offrendo nuove prospettive di reinserimento. I detenuti definitivi presi in considerazione per le misure alternative sono quelli con una pena residua inferiore ai 24 mesi, che non hanno commesso reati ostativi (come definiti dall’articolo 4 bis della Legge sull’ordinamento penitenziario) e che, negli ultimi 12 mesi, non hanno ricevuto sanzioni disciplinari gravi. La task force, insediata di recente, si riunirà con cadenza settimanale e si prevede che concluderà i suoi lavori entro settembre 2025. Il Ministro Nordio ha sottolineato l’importanza di un “utile confronto con la magistratura di sorveglianza” per l’implementazione di queste misure.
Che fine fanno i detenuti?
Contemporaneamente, il Ministero della Giustizia sta promuovendo iniziative concrete per il reinserimento sociale e lavorativo dei detenuti. Nordio ha stanziato circa 2 milioni di euro per la regione Abruzzo, destinati a percorsi di orientamento, formazione e housing sociale per persone sottoposte a misure penali esterne o in uscita dal carcere. Secondo il garante Giuseppe Caforio, questa sarebbe una “boccata d’ossigeno” per le strutture carcerarie di Perugia, Terni, Spoleto e Orvieto, dove permangono gravi problemi strutturali e di sovraffollamento.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere: Luana Zanella, capogruppo di Avs alla Camera, ha espresso “un certo stupore” per il fatto che solo ora il Ministro abbia accertato la possibilità di queste misure alternative. La Zanella ha criticato l’operato del Ministro, affermando che “l’emergenza carceraria non nasce oggi, fino ad ora il ministro la ha negata trattando anche i suicidi in carcere come una disgrazia inevitabile. Ma fino ad ora cosa hanno fatto?”. Queste critiche sottolineano un dibattito acceso e la necessità di risposte concrete a una crisi di lunga data nel sistema penitenziario italiano.