“Guardia di Finanza, mi dia il suo telefono”: da ora controllano anche WhatsApp | Non puoi sfuggire

Guardia di Finanza (foto wikicommons) - pianoinclinato.it
Siamo sotto controllo, sempre: la Giardia di Finanza può chiederti di consegnare il tuo telefono, e controllare le chat di WhatsApp.
C’è una sensazione che tutti abbiamo provato almeno una volta nella vita: l’inquietudine che ci assale quando vediamo una divisa. Un controllo, una visita inaspettata, un’ispezione. La nostra mente inizia a correre.
Quel piccolo brivido che proviamo è il segno che dentro di noi c’è sempre una certa paura legata alla legge e alla possibilità di essere accusati di qualcosa di grave. Anche se sappiamo benissimo di non aver fatto nulla.
Anche se non siamo coinvolti in nessuna attività illegale, la presenza della Guardia di Finanza o delle autorità fiscali ci fa subito pensare che potrebbero scovare qualcosa di nascosto, soprattutto se abbiamo un’attività commerciale o siamo lavoratori autonomi.
Magari un errore fiscale, un ritardo nella dichiarazione, una dimenticanza. E con la tecnologia che avanza, oggi non parliamo più solo di carta, ricevute o estratti conto bancari. Oggi la Guardia di Finanza può chiederti di controllare anche il tuo telefono, e le chat di WhatsApp. Legale? Si, lo è.
La Guardia di Finanza può chiederti il telefono
Negli ultimi anni le indagini fiscali hanno preso una piega totalmente nuova. Oggi non sono più solo intercettazioni telefoniche o comunicazioni scritte su carta a fare da prova. WhatsApp, le chat, e perfino un semplice screenshot possono diventare prove valide per un controllo fiscale. Sì, proprio così. Se un contribuente usa WhatsApp per discutere di affari che potrebbero coinvolgere l’evasione fiscale o il mancato pagamento delle tasse, quel messaggio può essere utilizzato come prova.
L’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, infatti, possono analizzare anche le conversazioni su WhatsApp e utilizzarle per scoprire illeciti fiscali, come il non dichiarare tutti i redditi. E non solo. Anche se cancelli la chat, o l’immagine che hai inviato, se il dispositivo da cui proviene il messaggio è identificabile e non è stato alterato, quel contenuto resta valido come prova legale.
Controllate anche le nostre chat
Come spiega money.it, è il giudice a dover disporre il sequestro del cellulare, e non basta un semplice sospetto di evasione. Se però si tratta di frodi fiscali o di fatture false, le autorità hanno il diritto di prendere il dispositivo e analizzare i dati al suo interno.
Ma anche se non viene disposto il sequestro del telefono c’è un altro aspetto da considerare: WhatsApp è utilizzato non solo sui cellulari, ma anche tramite WhatsApp Web per esempio sui computer aziendali. Questo rende le conversazioni facilmente accessibili in caso di perquisizioni. In questo contesto, i messaggi su WhatsApp, proprio come gli SMS, sono considerati prove documentali. Meglio fare attenzione a ciò che scrivi.