Supermercato, allerta pesce tossico: lo vendono come il più pregiato ma è veleno | Lo paghi oro e ti spedisce in pronto soccorso

Pesce tossico (web) - pianoinclinato.it
Un’ombra inquietante si allunga sui banchi frigo dei supermercati italiani: un prodotto ittico, presente nelle nostre abitudini alimentari e spesso spacciato per eccellenza, potrebbe nascondere un pericolo invisibile e subdolo.
Acquistato con fiducia, magari sborsando cifre considerevoli per la sua presunta qualità e freschezza, si sta rivelando una potenziale minaccia diretta per la nostra salute.
L’allarme serpeggia tra consumatori preoccupati, mettendo in discussione certezze consolidate sulle nostre tavole e sollevando dubbi sulla sicurezza di ciò che portiamo in tavola ogni giorno.
Ma qual è questo nemico che si cela dietro un’apparenza innocua e allettante? E quali sono i segnali che dovrebbero farci drizzare le antenne prima che un boccone si trasformi in una corsa al pronto soccorso?
Preparatevi a guardare il vostro carrello della spesa con occhi completamente nuovi e decisamente più sospettosi.
Non comprare questo pesce
Un recente allarme sta scuotendo le fondamenta della sicurezza alimentare, puntando i riflettori su un alimento consumato quotidianamente da milioni di persone: il salmone. Un post sui social media ha sollevato un velo di preoccupazione, affermando che persino il salmone norvegese sarebbe “pieno di tossine”. Il messaggio pubblicato da dalla pagina pharmacy for life suggerisce una contaminazione diffusa che potrebbe mettere a rischio la salute dei consumatori. Il testo prosegue invitando a “stare al passo” e a “tenere sotto controllo la propria salute” attraverso l’uso di integratori naturali promossi da un account specifico. Questo messaggio shock, diffuso online, punta il dito contro le pratiche di allevamento intensivo, descrivendo condizioni degradanti in cui i pesci sarebbero trattati “come spazzatura“. Secondo queste segnalazioni, negli allevamenti verrebbero riversati antibiotici per combattere i pidocchi di mare, i salmoni sarebbero ammassati come sardine e la gestione dei rifiuti sarebbe inadeguata.
Le aziende utilizzerebbero una scala colorimetrica, il “SalmoFan”, per decidere la tonalità desiderata, scegliendo la “vernice” come si farebbe per le pareti di una casa. Questo colore sarebbe ottenuto tramite l’aggiunta di astaxantina sintetica, un composto derivato dal petrolio, simile ai coloranti alimentari artificiali, e ritenuto dannoso per la salute. La situazione peggiorerebbe considerando l’alimentazione dei salmoni d’allevamento, descritta come “spazzatura” composta da scarti di pesce industriale grassi, invendibili altrove. Per prevenire l’irrancidimento di questi grassi, verrebbe aggiunto etossichina, un composto nato nel 1959 come pesticida, che finirebbe per contaminare il pesce stesso.
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Non è come ti fanno credere
Contrariamente alla credenza che il pesce grasso sia benefico per gli Omega 3, in questo caso il grasso del salmone d’allevamento diventerebbe un ricettacolo di tossine, proprio come accade per il tonno in acque inquinate.
Più grasso equivarrebbe a più tossicità. La quasi totalità del salmone atlantico sarebbe compromessa, persino la piccola percentuale pescata in natura.