Busta paga – Letterine inviate dall’Ispettorato del lavoro: 3.000€ di multa se hai fatto la furbata | Ti tolgono 3 mesi di stipendio

Multa tfr in busta paga

Multa tfr in busta paga- Foto di Gustavo Fring da Pexels-PianoInclinato.it

Cosa dice davvero la legge in merito ai soldi in più in busta paga? Ecco a cosa bisogna prestare attenzione per evitare di incorrere in sanzioni che possono arrivare fino a 3.000 euro.

La recente nota n. 616 del 3 aprile 2025 dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro ha riaperto un capitolo spinoso per molti datori di lavoro, specialmente nei settori del commercio e del turismo.

Si tratta dell’inserimento mensile del TFR (Trattamento di Fine Rapporto) all’interno della busta paga come aggiunta allo stipendio normalmente percepito.

Secondo l’interpretazione dell’INL, questa metodologia di attribuzione del TFR non trova alcun fondamento nell’articolo 2120 del Codice Civile e rappresenta un’irregolarità.

Ecco cosa prevede nel dettaglio la normativa che regola il trattamento di fine rapporto e quali sono le sanzioni e gli obblighi previsti per lavoratore e datore di lavoro.

TFR in busta paga: un’irregolarità che può costare cara a livello fiscale

Il TFR è una somma che matura nel corso del rapporto ma che può essere erogata solo alla sua cessazione o, in casi circoscritti, in anticipo. La rateizzazione mensile di questo importo risulta, quindi arbitraria e comporta conseguenze concrete. L’INL ha chiarito, infatti, che i datori di lavoro che continuano a inserire il TFR mensilmente, violando le disposizioni di legge, sono soggetti a sanzioni automatiche. Nel caso in cui l’azienda conti più di 50 dipendenti, deve versare le quote del TFR al Fondo di Tesoreria INPS, per non incorrere in ulteriori sanzioni.

Il pagamento mensile del trattamento di fine rapporto, oltre a risultare illegittimo, comporta anche conseguenze fiscali. Questa somma viene trattata, infatti, come retribuzione ordinaria, ed è soggetta alla tassazione piena e alla contribuzione previdenziale. L’azienda deve sborsare di più e anche per il lavoratore sono previsti maggiori costi, poiché si perde il beneficio della tassazione separata prevista al termine del rapporto. La Corte di Cassazione ha già confermato questa impostazione con diverse sentenze e ha ribadito che ogni erogazione al di fuori delle ipotesi previste dall’art. 2120 c.c. è da considerarsi retribuzione, e non trattamento di fine rapporto.

Controlli fiscali TFR
Controlli fiscali TFR- Foto di Mikhail Nilov da Pexels -PianoInclinato.it

Sanzioni penali per chi riceve il TFR ogni mese: quando interviene l’ispettorato del lavoro

L’istituto della prescrizione, previsto dall’art. 14 del D.Lgs. 124/2004, consente all’ispettore del lavoro di intervenire quando rileva irregolarità non soggette a sanzioni penali o amministrative immediate. In questi casi, il funzionario fissa un termine per la correzione delle anomalie. In mancanza dell’adeguamento necessario, viene applicata una sanzione tra i 500 e i 3.000 euro.

La norma si applica anche in caso di mancato rispetto dei contratti collettivi. Il datore ha 15 giorni per presentare ricorso al direttore dell’Ispettorato territoriale del lavoro. Bisogna ricordare, poi, che l’eventuale ricorso non sospende l’esecuzione del provvedimento. Trascorso un ulteriore periodo di 15 giorni senza risposta, si applica il silenzio-rigetto. Resta infine la possibilità di rivolgersi al giudice amministrativo.