Assegno di inclusione, se hai girato questa email al tuo datore di lavoro si riprendono tutto | Finita la pacchia per sempre

Revoca Assegno di Inclusione

Revoca Assegno di Inclusione- Foto di Nicola Barts da Pexels-PianoInclinato.it

Ci sono comunicazioni a cui bisogna prestare particolare attenzione per evitare di trovarsi nei guai con i sussidi erogati dallo Stato e perdere così l’Assegno di Inclusione.

L’Assegno di Inclusione è la misura che ha sostituito il Reddito di Cittadinanza, ma le regole per ottenerlo e i limiti che ne delimitano l’uso sono gli stessi.

Sono state introdotte anche normative più stringenti per evitare abusi tra i richiedenti di questo importante beneficio che rappresenta un aiuto più che concreto per molti italiani.

Tra i punti più critici c’è la gestione delle dimissioni volontarie da parte dei beneficiari. La legge, infatti, stabilisce che, chi si dimette dal proprio lavoro perde il diritto all’Adi.

Esistono solo due eccezioni: le dimissioni per giusta causa e la risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di conciliazione prevista dalla legge 604 del 1966.

Dimissioni e Assegno di Inclusione: qual è la giusta procedura di comunicazione da seguire

La normativa distingue tra due momenti diversi. Nel caso in cui le dimissioni avvengano prima della richiesta dell’Assegno di Inclusione, è necessario indicarlo direttamente nel modulo di domanda. In questo caso, l’INPS respingerà automaticamente la richiesta se risulta che il cittadino è disoccupato da meno di dodici mesi. Se invece le dimissioni avvengono dopo l’inizio dell’erogazione del beneficio, il beneficiario ha 30 giorni di tempo per compilare e inviare il modulo Adi Com-Esteso.

La comunicazione va effettuata anche nel caso vi siano cambiamenti rilevanti di altra natura che incidono sull’erogazione dell’assegno, come il reddito, il patrimonio o la composizione del nucleo familiare. L’inosservanza delle scadenze o l’omissione dei dati richiesti comporta la revoca immediata del beneficio. L’assenza dell’adeguata comunicazione delle dimissioni comporta la restituzione delle somme percepite e l’interruzione della Carta di inclusione.

Blocco assegno di inclusione
Blocco Assegno di Inclusione- Foto di Nicola Barts su Pexels-PianoInclinato.it

Cosa prevede la legge in caso di falsi dati e omissioni per l’Assegno di Inclusione

Le conseguenze, però, non sono soltanto di tipo economico, come riportato da Brocardi.it. Il Decreto Lavoro prevede pene penali severe per chi fornisce false dichiarazioni, documenti non veritieri o omette volontariamente informazioni rilevanti. L’articolo 7 della legge stabilisce, infatti, che chi ottiene indebitamente il beneficio può essere punito con la reclusione da due a sei anni. Chi viene giudicato colpevole di omessa comunicazione di variazioni nel reddito o patrimonio rischia da uno a tre anni.

Alla pena detentiva si aggiunge la decadenza definitiva dal beneficio. L’INPS provvede a bloccare immediatamente i pagamenti in favore dell’ex beneficiario e blocca la carta. Da adesso chi prova ad eludere le regole rischia grosso, sia in termini economici che penali.