INPS, tagliato in due il cedolino: 190€ in meno il mese prossimo | Il ridimensionamento Meloni è una mattanza

Taglio pensioni- Foto di Kampus Production da Pexels-PianoInclinato.it
Per i pensionati italiani le notizie non sono particolarmente rosee: nei prossimi mesi saranno erogati migliaia di assegni ridotti e si valutano anche provvedimenti retroattivi.
L’importo mensile delle pensioni italiane sta subendo una decurtazione più che visibile con effetti a cascata sul bilancio delle famiglie già provate da numerosi rincari.
A causa delle modifiche introdotte dal governo Meloni con le leggi di Bilancio 2023 e 2024, molti assegni previdenziali risultano oggi inferiori a quelli originari.
La legge n. 448 del 1998 garantiva un aggiornamento dell’importo sulla base dell’inflazione. Un modo per tutelare il potere d’acquisto dei pensionati attraverso percentuali differenziate per fasce.
Il nuovo sistema ha, però, introdotto sei livelli di rivalutazione più sfavorevoli, soprattutto per chi percepisce assegni superiori a quattro volte il trattamento minimo.
Taglio delle pensioni: salta il meccanismo di rivalutazione degli importi mensili
Le modifiche introdotte dal Governo non solo hanno abbassato le percentuali di rivalutazione, ma hanno anche cambiato la modalità di applicazione. Attualmente l’aliquota ridotta si calcola sull’intero importo della pensione e non solo sulla parte eccedente, come riportato da Money.it. Questo porta ad una perdita cospicua per molti pensionati. Facendo un esempio pratico su un assegno mensile di 3.000 euro, questo avrebbe raggiunto i 3.397 euro nel 2024 con le vecchie regole. Con la nuova normativa, invece, si ferma a 3.218 euro. La perdita è di circa 179 euro al mese.
Questo nuovo sistema è stato ripensato per contenere la spesa pubblica, ma gli effetti sono devastanti. La conseguenza peggiore è l’erosione del potere d’acquisto di una fascia di popolazione che già fatica ad arrivare a fine mese a causa dell’aumento del costo della vita. Una pensione che ammonta a 3.500 euro non raggiunge i 3.725 euro, come previsto dalla precedente rivalutazione. Il taglio mensile, in questo caso, è di circa 224 euro. Se moltiplichiamo la cifra per i 12 mesi dell’anno più la tredicesima, arriviamo ad una perdita pari a oltre 2.600 euro.
Pensioni più basse: quali sono le categorie più penalizzate
I dati dimostrano che a essere penalizzati sono soprattutto i pensionati con assegni medio-alti, proprio quelli che in passato hanno contribuito di più. I cittadini italiani sono costernati di fronte a questo taglio orizzontale che non tiene conto delle specifiche situazioni ma che decurta di netto tutto l’importo dell’assegno.
Il meccanismo potrebbe, però, essere rivalutato. La Consulta dovrà ora esprimersi su questo cambio di impostazione. Ma anche nel caso in cui venisse bloccato per il futuro, le somme già perse difficilmente saranno recuperate, con gravi ripercussioni sui portafogli dei pensionati.