ULTIM’ORA REFERENDUM – Gravissime conseguenze per chi non è andato alle urne: perderà il diritto al voto | Non è la prima volta

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Elezioni-Foto di Element5 Digital da Pexels-PianoInclinato.it

La disinformazione sul voto riesce a causare danni importanti per uno dei diritti più importanti dei cittadini: ecco cosa sta succedendo in Italia.

In occasione del referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno 2025, sono riemerse con insistenza alcune convinzioni errate legate alla partecipazione elettorale.

Tra le più diffuse c’è la teoria secondo cui, dopo un certo numero di astensioni, si rischierebbe la revoca della tessera elettorale o persino la perdita del diritto di voto.

Si tratta di un fraintendimento alimentato da fonti non ufficiali e da vecchie normative ormai superate che trova eco come fake news sui principali social.

In realtà, la legge italiana non prevede alcuna sanzione per chi non si reca alle urne, nemmeno se l’assenza si ripete per anni, come riportato da Money.it.

Diritto al voto: un dovere civico che si può scegliere di esercitare

Per la legge italiana il voto è considerato un diritto e un dovere civico, ma non è mai stato un obbligo. L’astensionismo può avere sicuramente delle conseguenze, ma si tratta di effetti che incidono a livello politico, come nel caso dei referendum abrogativi per i quali il quorum è determinante.

A differenza di altre consultazioni elettorali, i referendum abrogativi richiedono la partecipazione di almeno il 50% più uno degli aventi diritto affinché l’esito sia valido. Questo significa che, anche senza votare, si può influenzare indirettamente il risultato. L’astensione diventa una forma effettiva di non-scelta che incide sull’intero processo democratico perché potenzialmente annulla la consultazione.

Voto referendum
Voto referendum- Foto di Edmond Dantès da Pexels-PianoInclinato.it

Il mancato voto non comporta sanzioni: cosa dice la legge

Bisogna ricordare, quindi, che chi sceglie di non esprimere una preferenza non subisce alcuna conseguenza giuridica, ma contribuisce all’inefficacia del referendum. Per quanto riguarda il referendum costituzionale, invece, il quorum non è richiesto. Il voto resta prima di tutto come diritto, ma anche e soprattutto come uno dei pochi strumenti concreti di partecipazione democratica diretta.

L’articolo 48 della Costituzione sancisce che il diritto di voto spetta a tutti i cittadini maggiorenni e può essere limitato solo in caso di interdizione, sentenza penale definitiva o indegnità morale. In passato, però, le regole erano ben diverse. Nel 1957, ad esempio, il mancato voto doveva essere giustificato al sindaco e veniva annotato nei certificati di buona condotta. La normativa è stata abolita nel 1993, e da allora non è prevista nessuna sanzione per chi non partecipa al voto. Nonostante ciò si continuano a generare equivoci quando arriva il momento di recarsi alle urne. Informarsi a proposito dei propri doveri e diritti da cittadino è fondamentale per conservare la garanzia della democrazia.