Targhe, “le stampiamo doppie”, ufficiale Motorizzazione: finite le combinazioni | Paghi la multa del tuo clone

Scooter-stessa-targa-Foto-InfoDifesa-PianoInclinato

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Veicoli con la stessa targa? Ecco cosa succede quando si viene beccati a condividere lo stesso codice di immatricolazione e quali sono le gravi conseguenze.

Sulla A3 in direzione Napoli, nei pressi di Torre Annunziata, un automobilista ha ripreso due scooter che viaggiavano uno dietro l’altro, come riportato da InfoDifesa su Linkedin.

Il dettaglio che ha fatto discutere? Avevano la stessa targa. Lo scatto è subito diventato virale ed è stato inviato alla Polizia Stradale, che ha avviato un’indagine per identificare i veicoli e capire cosa sia successo.

L’ipotesi più probabile è quella del “clonaggio” della targa: qualcuno copia il numero di un mezzo regolare e lo mette su un altro veicolo, spesso usato senza assicurazione o per scopi illegali.

Il problema è che, in questi casi, chi paga le conseguenze è il vero proprietario, che può ritrovarsi con multe, segnalazioni di incidenti mai avvenuti o perfino coinvolto in procedimenti penali senza colpa.

Veicoli con la stessa targa: la responsabilità ricade sul proprietario

Secondo l’articolo 100 del Codice della Strada, ogni veicolo deve avere una targa unica, che non può essere riprodotta. Usarla su un altro mezzo è un reato. Se si sospetta che la propria targa sia stata clonata, è importante denunciare subito l’accaduto alle forze dell’ordine e presentare ricorso per eventuali sanzioni ingiuste. Le multe possono superare i 2.000 euro, ma nei casi più gravi si rischia anche il sequestro del veicolo e l’accusa di truffa.

La Motorizzazione ha chiarito che non c’è nessun problema di esaurimento delle combinazioni disponibili: il sistema non è al limite, si tratta piuttosto di una pratica fraudolenta usata da chi vuole aggirare la legge. Il vero proprietario si ritrova spesso a dover dimostrare di non avere nulla a che fare con l’altro veicolo, affrontando trafile burocratiche lunghe e costose.

Targa-auto-Foto-di-Ozan-Tabakoğlu-da-Pexels-PianoInclinato.it
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Targhe italiane: come funzionano e quali sono le sanzioni previste

Le targhe italiane, in uso dal 1994, sono composte da due lettere, tre numeri e altre due lettere. Le combinazioni disponibili sono molte, ma ciò non ha evitato l’aumento dei casi di contraffazione. Le targhe duplicate possono ingannare i sistemi elettronici di controllo, come quelli ai caselli autostradali, nelle zone a traffico limitato o nei tutor autostradali. Questo porta spesso a verbali recapitati a chi non ha fatto nulla.

Le forze dell’ordine segnalano che le denunce di clonazione sono in aumento, in particolare nelle grandi città. Per questo si consiglia di controllare regolarmente che non risultino multe sospette e di segnalare subito eventuali irregolarità.