Funerali vietati, col nuovo decreto li proibiranno per legge: se muori non spendi nemmeno 1 centesimo

Cimitero ( foto di Mike Bird da pexels) - pianoinclinato.it
Vietato morire: non si possono fare i funerali, per quanto assurdo. Oltre al dolore per la perdita, anche la beffa per il divieto.
Quando qualcuno se ne va, restano il silenzio, il vuoto, ma anche mille cose da fare. In Italia – ma anche nel resto del mondo – ogni perdita si accompagna a un rituale antico e profondo: l’organizzazione del funerale.
È il momento in cui il dolore si intreccia con il bisogno di dare un ultimo saluto, di raccogliere i ricordi, di accompagnare chi parte con dignità. I funerali, infatti, non sono solo un dovere, ma anche un atto di amore e rispetto.
Cambiano da regione a regione: c’è chi predilige il raccoglimento silenzioso, chi invece accompagna il feretro con la musica o con lunghi cortei. In certi paesi del Sud, le campane suonano per ore; al Nord, si celebra in modo più riservato. Ma in ogni caso, soprattutto nei piccoli centri, è un momento centrale per la comunità
Proprio per questo, l’idea che possa essere vietato lascia molti senza parole. Ma davvero possiamo immaginare un posto dove non si può morire? Dove il rito più antico dell’uomo viene sospeso? Come è possibile? Eppure questo divieto è già realtà.
Funerali vietati: proibiti per legge
Non ci crederai mai ma un posto simile esiste già. Non è una provocazione politica, né un’iniziativa di rottura: è una scelta spirituale e culturale che dura da secoli. Un luogo dove, letteralmente, non è concesso né nascere né morire.
Qui non ci sono ospedali né cimiteri: le donne incinte e i malati terminali vengono trasferiti altrove. Perfino gli alberi e gli animali del luogo sono protetti. I numerosi cervi, considerati messaggeri divini, passeggiano liberi tra le vie, e non è raro vederli avvicinarsi ai turisti curiosi. Ma dove si trova questo incredibile posto?
Qui non si nasce e non si muore
Siamo a Miyajima, un’isola sacra che si trova al largo della prefettura di Hiroshima, in Giappone. Chiamata anche Itsukushima, è immersa nel Mare Interno di Seto ed è da secoli un luogo venerato da buddisti e shintoisti. Proprio per il suo valore sacro, è vietato inquinare l’isola con gli eventi della nascita e della morte, considerati – nella tradizione – atti che turbano la purezza del luogo. Ad accogliere chi arriva è il celebre torii rosso, il portale sacro che sembra galleggiare sull’acqua.
Secondo la tradizione shintoista, ogni persona che sbarca sull’isola deve attraversarlo per purificarsi. Ma ovunque ci sono templi. Patrimonio dell’Umanità UNESCO, l’isola è ancora oggi meta di pellegrinaggi e viaggi spirituali. Imperatori, monaci, devoti e semplici visitatori, tutti vengono colpiti dal silenzio, dalla bellezza e dal rispetto assoluto per ciò che è sacro. In un mondo in cui tutto corre, Miyajima resta un luogo dove il tempo sembra fermarsi. Anche per nascere. Anche per morire.