Meloni, “regaliamo vecchi redditi di cittadinanza, ci avanzano”: la premier non bada a spese | Addio povertà

Giorgia Meloni (fonte web) - pianoinclinato.it
Un annuncio inatteso sta scuotendo l’Italia, promettendo di ridefinire il concetto di cittadinanza e, per molti, di dire addio alla povertà.
La premier Meloni sembra voler “regalare vecchi redditi di cittadinanza” perché, a quanto pare, “ci avanzano“.
Un’affermazione audace che apre scenari impensabili. Si parla di un’operazione senza precedenti, dove il governo non starebbe badando a spese per chiudere una partita storica.
Ma cosa c’è dietro questa mossa apparentemente così generosa?
Una riforma profonda che sta per cambiare le vite di migliaia di persone, ma forse non nel modo in cui potreste immaginarlo.
Una sorpresa per molti
L’Italia, da decenni, è stata una nazione dove il legame di sangue ha prevalso sulla nascita per l’acquisizione della cittadinanza. Questo principio, lo “ius sanguinis”, ha permesso a quasi 200.000 persone ogni anno di ottenere il passaporto italiano senza mai aver vissuto o anche solo visitato il Paese. Basti dimostrare di avere un parente di origine italiana, senza alcun limite generazionale, e il prezioso documento che consente l’ingresso in 192 paesi del mondo senza visto era garantito. Un esempio lampante di questa situazione è il piccolo comune di Montorio nei Frentani, in Molise. Nel 2023, qui è nato un solo bambino, eppure l’ufficio anagrafe è sommerso da centinaia di richieste di passaporto da parte di persone con origini italiane residenti in Brasile.
Gli iscritti all’AIRE (Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero) di questo minuscolo centro, che conta solo 360 abitanti, sono quasi un migliaio, e il sindaco ha dovuto chiedere aiuto a Roma per gestire l’enorme mole di lavoro. Le cifre parlano chiaro: in Argentina, i riconoscimenti di cittadinanza sono passati da circa 20.000 nel 2023 a 30.000 nel 2024. Nel frattempo, i figli di immigrati nati e cresciuti in Italia devono attendere fino ai 18 anni per avviare un lungo e complesso processo per ottenere la cittadinanza. Il contrasto tra lo “ius sanguinis” e lo “ius soli” (diritto del suolo) è sempre stato un tema caldo nel dibattito politico italiano.
La svolta del governo Meloni
Il governo di Giorgia Meloni ha deciso di porre un freno a questa tendenza con una legge approvata martedì scorso. Il nuovo testo stabilisce che i discendenti nati all’estero saranno automaticamente cittadini italiani solo per due generazioni, ovvero se hanno un genitore o un nonno nati in Italia. Inoltre, questi ascendenti devono aver posseduto esclusivamente la cittadinanza italiana o aver risieduto in Italia in modo continuativo per almeno due anni prima della nascita del discendente.
Questa decisione ha scatenato allarme tra le comunità di immigrati all’estero, ma il governo ha rassicurato che chi ha già ottenuto la cittadinanza la conserverà. L’obiettivo della misura è duplice: da un lato, decongestionare gli uffici comunali, i tribunali e i consolati, che sono stati saturati da queste richieste. Dall’altro, porre fine a una serie di abusi e anomalie. In paesi come Brasile e Argentina, dove la richiesta del passaporto poteva richiedere anche oltre dieci anni, si è diffuso un vero e proprio mercato di agenzie private che, a fronte di costi elevatissimi (fino a 10.000 euro), permettevano di “saltare la fila”.