UFFICIALE GOVERNO – Altro che IMU, nuova mazzata immobili: ti scippano 3.000€ in un colpo solo | Lo attacchi sulla porta ed è automatico

Sanzione casa

Sanzione casa- foto di Khwanchai Phanthong da Pexels-PianoInclinato.it

Per gestire un immobile bisogna fare attenzione a diversi parametri: anche gli avvisi di vendita rischiano di trasformarsi in sanzioni a quattro cifre.

In Italia basta un cartello appeso al cancello per far partire una multa che ha conseguenze molto gravi, paragonabili a quelle del mancato pagamento dell’IMU.

Diversi agenti immobiliari e privati cittadini si sono recentemente trovati coinvolti nel pagamento di sanzioni fino a 3.000 euro per la semplice affissione di un annuncio “Vendesi”.

A far scattare la sanzione può essere l’assenza dell’indice di prestazione energetica (obbligatorio dal 2012), le dimensioni eccessive o la posizione ritenuta pericolosa secondo l’articolo 23 del Codice della Strada.

La normativa consente agli enti locali di intervenire anche su affissioni su proprietà private, se visibili da una strada pubblica. Ecco generalmente cosa è lecito e cosa no.

Cartelli davanti agli immobili: come possono essere sanzionati gli annunci

Il panorama normativo sull’affissione di cartelli davanti alle case cambia drasticamente da Comune a Comune. A Bologna, ad esempio, non è richiesta autorizzazione se il cartello misura meno di un quarto di metro quadrato e viene posizionato sull’immobile interessato. A Milano, invece, anche gli annunci in vetrina possono essere soggetti a imposta, soprattutto se riportano loghi o recapiti dell’agenzia.

Le stesse agenzie devono dimostrare di avere mandato dal proprietario nel caso in cui le forse dell’ordine lo richiedano. Nel caso in cui il cartello risulti promozionale e non informativo, scatta l’obbligo di autorizzazione e pagamento della tassa comunale.

Cartello davanti casa
Cartello davanti casa- foto di Thirdman da Pexels-PianoInclinato.it

Annunci di vendita: quali sono le informazioni obbligatorie da segnalare

Un ulteriore obbligo è entrato in vigore nel 2012: quello di indicare la classe energetica e l’indice di prestazione energetica (Ipe) dell’immobile negli annunci visibili al pubblico. Questa normativa, però, è stata recepita in maniera disomogenea dalle Regioni. Il risultato è stato quello di una diffusa confusione generata in merito a questo imperativo. Alcuni cartelli, pur includendo una generica “classe G”, sono comunque sanzionati se non specificano l’Ipe.

Secondo Fimaa Milano, le multe per questo tipo di irregolarità sono ancora rare, ma non sono meno corpose delle sanzioni che scattano in caso di mancato pagamento dell’IMU. In molte zone, gli stessi funzionari comunali si rivolgono all’associazione per capire se un cartello sia regolare o meno. Il rischio è quello di incappare in un verbale anche solo per una dimenticanza formale. Bisogna considerare, poi, che in assenza di controlli omogenei e regole uniformi, si moltiplicano i dubbi e le contestazioni. Meglio andare sul sicuro ed inserire solo diciture regolari.