ULTIM’ORA CALDERONE – Raddoppiamo il TFR: maxicontributo di 50.000€ appena smetti di lavorare | Mette tutto lo Stato, ti sfondano il conto

Pagamento buonuscita

Pagamento buonuscita- Foto di Andrea Piacquadio da Pexels-PianoInclinato.it

Il Trattamento di fine rapporto si incrementa ulteriormente per alcune categorie di lavoratori: ecco cosa accade quando si smette di lavorare in alcuni settori.

Per molti lavoratori, il trattamento di fine rapporto corrisponde all’ultima busta paga della carriera, la più cospicua che raccoglie un compenso a lungo accumulato.

Non tutti sanno, però, che nel settore pubblico esiste un’ulteriore forma di liquidazione: si tratta della cosiddetta indennità di buonuscita.

Diversamente dal TFR standard che è destinato a chi lavora nel privato, la buonuscita consiste in una prestazione esclusiva riservata a dipendenti civili e militari dello Stato assunti a tempo indeterminato entro il 31 dicembre 2000.

Chi è stato assunto successivamente rientra invece nel regime TFR, salvo rare eccezioni. Per avere diritto alla buonuscita bisogna, però, rispettare altri importanti requisiti.

Come si calcola la buonuscita, il trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici

I lavoratori che possono ricevere la buonuscita devono aver cessato il servizio e devono possedere almeno un anno di iscrizione previdenziale. Il calcolo dell’importo finale si basa su una formula ben precisa: 1/12 dell’80% della retribuzione lorda annua (inclusa la tredicesima), moltiplicato per gli anni di servizio utili. Il tetto massimo di retribuzione considerabile è fissato a 240.000 euro. Questa prestazione viene alimentata da un versamento contributivo del 9,6% della retribuzione annua, suddiviso tra datore di lavoro pubblico (7,1%) e lavoratore (2,5%). I servizi su cui può essere calcolato questo contributo includono sia quelli di ruolo che non di ruolo, purché di durata minima annuale, oltre ai periodi di servizio militare prestati dal 1987 in poi.

Il pagamento dell’indennità avviene automaticamente, ma l’erogazione è scaglionata in base all’ammontare complessivo. Al di sotto dei 50.000 euro si riceve tutto in una volta; tra 50.000 e 100.000 euro si prevedono due rate annuali; oltre i 100.000 euro, il pagamento è distribuito su tre anni.

Soldi TFR
Soldi TFR- Foto di Pixabay da Pexels-PianoInclinato.it

Differenza tra TFR e buonuscita nella modalità di erogazione

Come precedentemente specificato da StudioRiitano-Consulenti del lavoro, la buonuscita nel settore privato corrisponde al TFR, che viene accantonato annualmente e aggiornato secondo parametri legali. Al momento della cessazione del rapporto di lavoro, viene liquidato per intero, a meno che non sia stato destinato volontariamente a un fondo pensione.

Anche per molti dipendenti pubblici, in seguito all’adesione alla previdenza complementare, il TFR ha sostituito la buonuscita. In questi casi, le somme maturate vengono incorporate nella nuova gestione. Insomma, che si lavori nel pubblico o nel privato, alla fine del periodo di occupazione si ha diritto ad un maxicontributo direttamente sul proprio conto, che può superare i 50.000 euro.