MINISTERO DEL LAVORO – 9 su 10 non lo sanno: a giugno la 15esima, se non fai richiesta se la tengono loro | Per legge il tuo capo non può rifiutare
La 15esima (Foto di Pappu Bhai da Pixabay) - pianoinclinato.it
Informati, a giugno per molti lavoratori arriva la 15esima, ma attenzione: solo a chi la richiede espressamente al proprio datore di lavoro.
È arrivato giugno e, insieme a ferie, calura e turni estivi, spunta anche una voce in busta paga che pochissimi conoscono davvero. Non è la tredicesima, nemmeno la quattordicesima: parliamo di una “mensilità nascosta”, che può fare la differenza e che spesso viene semplicemente trattenuta senza che il lavoratore se ne accorga.
Eppure, se la richiedi, spetta. Non è un premio, non è una gentile concessione del datore di lavoro. È un compenso previsto da un accordo ufficiale e protetto dalla legge. Il problema? Nessuno te lo dice. E se non fai attenzione, il tuo datore può continuare a non versarlo, senza tecnicamente infrangere nulla. Ma c’è un dettaglio: non può rifiutarsi di pagarlo, se lo reclami.
A giugno, in molte aziende, questo “extra” viene inserito nei cedolini di chi ha firmato un certo tipo di contratto. Ma solo chi sa leggere tra le righe si rende conto di cosa sia davvero.
C’è chi lo chiama 15esima, chi lo considera un rimborso mascherato: in realtà è qualcosa di molto preciso, legato a un accordo silenzioso ma vincolante.
A giugno arriva la 15esima, ma non per tutti
Se ti sei mai chiesto perché, pur avendo cambiato azienda, non puoi andare in certi settori o lavorare con alcuni ex clienti, probabilmente l’hai firmato anche tu. Il famoso patto di non concorrenza. È quel documento che ti limita dopo le dimissioni, ma che – per legge – deve essere pagato. Sempre.
Questo patto spesso sottovalutato, spiega money.it, blocca il lavoratore dal collaborare con realtà concorrenti per un certo periodo e in un’area definita. In cambio, però, il datore di lavoro ha l’obbligo di versare un compenso, altrimenti l’accordo diventa nullo. E questo vale anche se il rapporto è già finito.
Devi richiederla
Il corrispettivo può arrivare sotto forma di un pagamento mensile o con un versamento una tantum, ma ciò che conta è che non può essere simbolico. Deve essere adeguato alla rinuncia richiesta. Di norma, si tratta di una quota pari al 20-30% della retribuzione annua lorda, ma può essere anche più alta se il vincolo è ampio.
Se hai firmato un contratto con questa clausola e non hai mai visto nulla in più sullo stipendio, potresti aver diritto a una somma che ti stanno trattenendo ingiustamente. Basta poco per controllare: leggi il tuo contratto e chiedi ciò che ti spetta. Non possono negartelo. E a giugno, potrebbe davvero cambiarti il conto in banca.