Carcere, chi è nato in questi anni non ci andrà mai: passa il decreto | Puoi delinquere a profusione

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Il carcere italiano si trasforma: ecco perché il sistema delle pene si applica diversamente a seconda dell’età dei detenuti e quali sono i risvolti positivi.
Il dibattito sulla detenzione domiciliare è sempre stato un tema caldo in Italia, dove il sistema delle carceri è tra i più complessi d’Europa e del mondo.
Sempre più persone, anche con condanne definitive, si ritrovano negli ultimi tempi a scontare la pena direttamente a casa invece che in carcere.
Questo accade per diverse ragioni: da un lato c’è il bisogno di alleggerire il sovraffollamento delle prigioni, dall’altro si cerca di ridurre i costi del sistema penitenziario.
Secondo alcuni cittadini italiani, però, questa scelta può dare l’idea che la giustizia sia troppo morbida e che venga meno il senso della pena come strumento di rieducazione.
Chi può scontare la pena fuori dal carcere: a incidere sono l’età e le condizioni familiari
Stando a ciò che dice la legge italiana sono previsti diversi casi in cui non è necessario entrare in cella per scontare la propria pena. Generalmente chi ha ricevuto una condanna inferiore ai 18 mesi può chiederne l’esecuzione a casa, come riportato dal sito del Ministero della Giustizia. Ma anche chi ha più di 70 anni, soffre di gravi malattie, ha figli piccoli o è un giovane sotto i 21 anni con necessità di studiare o lavorare può evitare il carcere e richiedere i domiciliari.
La stessa cosa vale per chi ha ancora meno di due anni di pena da scontare, purché non si tratti di reati gravi come mafia, terrorismo o violenza sessuale. La decisione spetta ai tribunali di sorveglianza o, in certi casi, può partire da una richiesta del pubblico ministero.
Domiciliari al posto del carcere: una scelta discussa ma sempre più frequente
Sebbene la detenzione domiciliare esista da tempo, oggi viene applicata molto più spesso. Contrariamente a quanto si pensi, i vantaggi legati a questa scelta sono molteplici. Serve a ridurre il numero di detenuti e i costi legati alla loro gestione. Chi sta in casa, infatti, non pesa sull’amministrazione penitenziaria in termini di cibo, cure mediche o vigilanza. In alcuni casi, chi è ai domiciliari viene controllato con il braccialetto elettronico.
Non sono pochi, però, i cittadini vedono in questa misura una mancanza di rigore da parte dello Stato. Nonostante le critiche, il Parlamento ha ampliato negli anni la possibilità di applicare questa misura anche a chi è stato condannato all’ergastolo, se ha già scontato 15 anni e ha figli piccoli da accudire.