Allerta siccità: questa città è rimasta a secco, rubinetti chiusi in tutte le case | Per farti una doccia ti scalano il 30% dello stipendio

Crisi-idrica-Foto-di-Marcelo-Chagas-da-Pexels-PianoInclinato.it

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In questa località stanno per restare senza acqua: i pochi pozzi presenti si stanno svuotando e l’acqua disponibile è fortemente contaminata. Cosa succederà?

D’estate la scarsità d’acqua porta molte città a dosare le risorse disponibili, prevedendo orari e modalità di erogazione dell’acqua potabile, ma a Kabul la crisi idrica è diventata insostenibile.

Secondo l’organizzazione Mercy Corps, la capitale afghana rischia di diventare la prima grande città al mondo a restare del tutto senz’acqua.

Negli ultimi dieci anni, le falde sotterranee si sono abbassate di oltre 25 metri, mentre ogni anno si consuma molto più di quanto la natura riesca a ripristinare: 44 milioni di metri cubi in più. Il risultato è che più della metà dei pozzi è già asciutta e milioni di persone vivono ogni giorno senza acqua potabile.

Molte famiglie, per riuscire a bere e lavarsi, devono spendere fino al 30% del loro stipendio solo per comprare acqua, come riportato da EcoInventos. Il sistema idrico è vecchio, i soldi dall’estero non arrivano più e l’80% dell’acqua disponibile è troppo inquinata per essere usata.

I motivi della crisi idrica a Kabul: clima secco, troppa gente e poco controllo

Negli ultimi vent’anni, Kabul è passata da un milione a oltre sei milioni di abitanti. L’aumento eccessivo e imprevisto della gente presente non è stato accompagnato da una pianificazione adeguata. Le infrastrutture non sono cresciute con la popolazione. A peggiorare le cose è arrivato il cambiamento climatico: tra il 2021 e il 2024 c’è stata una siccità tra le peggiori nella storia del Paese.

Le nevicate sull’Hindu Kush, fondamentali per alimentare le falde acquifere, sono diminuite drasticamente. Intanto, l’inquinamento dilaga. Acque sporche, rifiuti e scarichi senza trattamento finiscono ovunque, rendendo inutilizzabili anche i pochi pozzi ancora attivi. In mancanza di leggi e controlli, il problema cresce ogni giorno.

Kabul-Foto-di-Suliman-Sallehi-da-Pexels-PianoInclinato.it
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Pochi aiuti e scelte sbagliate aggravano la situazione nella capitale afghana

Il sostegno internazionale è quasi sparito. Servirebbero almeno 264 milioni di dollari per rimettere in piedi il sistema idrico e sanitario, ma finora ne sono arrivati meno di nove. Inoltre, tre miliardi di dollari di fondi già destinati all’acqua sono bloccati dal 2021. Anche gli aiuti americani sono stati ridotti, rallentando i progetti già avviati.

Mercy Corps parla di una crisi non solo ambientale, ma anche politica: mancano leggi chiare, i progetti restano incompleti e la collaborazione tra governi e organizzazioni è minima. Kabul è diventata, quindi, un campanello d’allarme per il mondo intero. Se non si interviene, altre città rischiano di fare la stessa fine e restare senz’acqua.