Ma quale inclusione, se percepisci l’assegno ti obbligano all’esclusione | La lista dei vestiti che non puoi più mettere

Limiti Assegno di Inclusione- Foto di Tirachard Kumtanom da Pexels- PianoInclinato.it
L’utilizzo dell’Assegno di Inclusione è subordinato a determinate regole: ecco quali sono i limiti d’acquisto e i divieti nascosti.
L’Assegno di Inclusione è un sussidio molto importante per gli italiani, introdotto dal decreto del Ministero del Lavoro del 27 dicembre 2023 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 marzo.
Nasce come strumento di contrasto alla povertà, ma la sua erogazione è disciplinata da precise regole e vincoli che ne limitano l’uso.
Sebbene venga riconosciuta la possibilità di acquistare anche abbigliamento e calzature, il sistema impone alcuni criteri.
La Carta Adi, attraverso cui viene erogato l’assegno, non consente di compiere determinate attività di shopping, come riportato da Money.it.
Abbigliamento: cosa si può acquistare con l’Assegno di Inclusione
L’elenco dei beni vietati ricalca quasi pedissequamente quello già applicato con il Reddito di cittadinanza. Di base viene lasciato ampio margine di spesa su tutto ciò che non è espressamente escluso. Ma nonostante ciò, i divieti lasciano poco spazio all’interpretazione e vanno seguiti per evitare il blocco del beneficio. I capi in pelliccia sono, ad esempio, categoricamente banditi, indipendentemente dal prezzo o dalla provenienza. Lo stesso vale per gioielli e accessori in metalli preziosi, come collane, bracciali e anelli in oro o argento. Al contrario, l’acquisto di capi d’abbigliamento di marca, anche molto costosi, è tecnicamente consentito.
Non ci sono limiti per l’acquisto di cappotti, pantaloni, scarpe, borse o camicie griffate. L’unico requisito da rispettare in questo caso è che siano acquistati in negozi fisici italiani convenzionati con il circuito Mastercard. Ci si trova davanti ad una situazione paradossale: il lusso è consentito, ma sono vietati dei beni espressamente lussuosi, come pelliccia e monili preziosi.
Carta Assegno di Inclusione: quali sono i limiti d’uso
L’altro ostacolo rilevante al beneficio che contrasta la povertà è costituito dalle modalità d’uso. A differenza del vecchio Rdc, l’Assegno di inclusione permette l’accumulo delle somme mensili non spese, ma non consente acquisti su piattaforme online. Il blocco è stato pensato per tutelare i negozi fisici, ma finisce per penalizzare chi non ha facile accesso ai punti vendita convenzionati.
La Carta sulla quale viene erogato il sussidio, inoltre, funziona solo in Italia e non prevede l’uso per transazioni in contanti. Si può prelevare mensilmente solo una piccola somma. Anche le spese per l’affitto o le utenze devono passare per canali specifici e tracciabili. L’obiettivo è quello di riuscire a registrare in modo permanente e sicuro tutti i pagamenti effettuati tramite l’Assegno di Inclusione per evitare abusi.