Agenzia delle Entrate, un post su Facebook e scatta l’accertamento immediato | 500.000 euro a chi pubblica queste foto

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Facebook (Foto di Pete Linforth da Pixabay) - pianoinclinato.it

Attenzione a come usi Facebook: con un post può scattare l’accertamento immediato da parte dell’Agenzia delle Entrate. 

Oggi i social network non sono più solo un luogo dove condividere foto e aggiornamenti, ma possono trasformarsi in strumenti decisivi nelle indagini fiscali, anche se nessuno ci pensa mai.

L’Agenzia delle Entrate, insieme alla Guardia di Finanza, monitora sempre più attentamente ciò che viene pubblicato online, perché queste prove possono essere utilizzate ufficialmente anche in tribunale.

Se una persona posta immagini, video o messaggi che mostrano comportamenti sospetti, tutto ciò può finire nel mirino dell’accertamento. Non si tratta solo di chiacchiere o sospetti: la legge riconosce alle “riproduzioni informatiche” – cioè foto, video e post sui social – valore di prova concreta, a patto che chi le contesta non dimostri che siano false o manipolate.

Ma quali sono questi comportamenti sospetti a cui fare attenzione? Cosa non dobbiamo postare su Facebook se non vogliamo essere vittime di controlli fiscali? Facciamo chiarezza.

Agenzia delle Entrate: quando da Facebook scattano i controlli

Un caso recente, esaminato dalla Corte di Cassazione, ha confermato, come riporta brocardi.it,  che un semplice post su Facebook può dimostrare un comportamento fraudolento. In questa specifica vicenda, una coppia ha finto di separarsi e divorziare continuando  a vivere insieme per nascondere beni e trasferimenti di proprietà. Foto e altri elementi trovati online hanno smascherato questa truffa, portando a un’accusa per evasione e frode.

Ma non sono solo i social a preoccupare: anche le conversazioni private, come quelle su WhatsApp, possono essere usate come prova. Questo è stato stabilito da un’altra sentenza recente, che ha aperto la strada all’analisi delle chat da parte delle autorità – quando necessario – per scoprire reati fiscali.

social e privacy
I social (Foto di Gerd Altmann da Pixabay) – pianoinclinato.it

Attenzione a cosa posti

È importante però sottolineare che nessuno può prendere il tuo telefono o computer senza motivo valido. Per poter sequestrare uno smartphone serve una motivazione forte e un’autorizzazione di un giudice. Le autorità devono dimostrare che il dispositivo potrebbe contenere prove importanti, specialmente in casi di gravi sospetti come frodi o false fatture.

Quindi ricorda, pubblicare sui social foto o messaggi che mostrano una situazione diversa da quella dichiarata al fisco può attirare l’attenzione dell’Agenzia delle Entrate. Prima di postare qualsiasi contenuto che riguardi soldi, proprietà o accordi personali, è bene riflettere: potrebbe essere proprio quella immagine a far scattare un controllo fiscale con conseguenze importanti. Spesso rendiamo partecipi della nostra vita anche perfetti sconosciuti mostrando ogni spostamento e ogni azione, rendendoci così vulnerabili. E poi parliamo di privacy.