Parcheggi a pagamento: se il QR code sulla colonnina è fatto così paghi doppio | Il flagello delle nuove strisce blu
Il parcheggio a pagamento con QR Code (fonti pixabay) - pianoinclinato.it
Attenzione al parcheggio “smart”: alcune colonnine nascondono QR code che possono farti pagare doppio. Scopri come sono fatti.
Trovare parcheggio è già abbastanza difficile: tra sensi unici inventati all’improvviso, rotonde senza uscita e quei pochi stalli liberi presidiati da piccioni e maledizioni urbane, riuscirci è quasi una prova di coraggio. E quando finalmente intravedi uno spazio tra le famigerate strisce blu, lo stress non è finito. No, inizia la parte più delicata: pagare.
Certo, nessuno usa più le monetine (quelle ormai sono leggenda), quindi lo smartphone è il tuo nuovo alleato. Inquadri il QR code sulla colonnina, accedi al sito, digiti targa, durata, confermi… fatto! O almeno così credi. In fondo è tutto semplice, no? Troppo semplice.
In questa giungla urbana in cui la velocità è tutto, il pagamento del parcheggio è diventato una questione di secondi. Sei lì, magari con le quattro frecce accese e il clacson dietro che ti incalza, quindi scansioni e paghi al volo. Senza neanche pensarci troppo.
Eppure, proprio in quel gesto così rapido e “smart”, potrebbe nascondersi un piccolo dettaglio che rischia di costarti molto caro. Sì, perché alcune colonnine, a prima vista innocue, stanno nascondendo un problema più insidioso del parcheggiatore abusivo sotto il sole di mezzogiorno. E che ti fa pagare il doppio.
Parcheggi a pagamento: così ti costano il doppio
Si chiama quishing, ed è l’ultima frontiera delle truffe urbane. Alcuni “geni del male” hanno pensato bene di creare e stampare QR code fasulli, incollarli sopra quelli veri sulle colonnine, e reindirizzarti verso siti trappola identici agli originali. Tu inserisci i dati per pagare, ma in realtà li stai consegnando a cybercriminali in incognito.
La Polizia di Stato, come spiega geopop.it che riporta la notizia, conferma: un QR code può essere creato da chiunque e, essendo un’immagine, non viene nemmeno segnalato dai sistemi antivirus. Verona, ad esempio, è una delle città dove sono stati segnalati episodi di QR contraffatti su parchimetri reali, con la denuncia dell’azienda AMT3.
Fai attenzione prima di inquadrare il QR Code
Come difendersi? Occhio agli adesivi sospetti, magari storti o incollati sopra altri. E se il sito che si apre ha un indirizzo strano o finisce in “.live”, “.click” o simili, chiudi subito tutto. Meglio usare l’app ufficiale oppure digitare manualmente l’indirizzo corretto.
Insomma, il parcheggio resta una lotta. Ma almeno non trasformiamolo anche in una donazione involontaria. Ovviamente, metter in guardia la Polizia, la regola si applica anche a qualunque altro utilizzo del QR Code, oggi così diffuso, dal menù del ristorante all’audioguida del museo. Occhi sempre aperti.