Ultim’ora pronto soccorso, scatta la tassa codice bianco: ecco quanto paghi per farti visitare | Trattati come animali senza padrone

Pronto soccorso a pagamento (web) - pianoinclinato,it
L’accesso al pronto soccorso, spesso l’ultima spiaggia nei momenti di urgenza non grave, non sarà più gratuito per tutti.
Una tassa inattesa si abbatte su chi si presenta con un codice bianco, una spesa che potrebbe scoraggiare molti dal cercare assistenza medica immediata.
Quanto costerà questa improvvisa “porta d’ingresso” a un servizio essenziale?
E cosa significa questo cambiamento per i cittadini che necessitano di cure rapide ma non urgenti?
L’indignazione monta di fronte a una misura che rischia di equiparare la salute a una merce, con pazienti “trattati come animali“.
Codice bianco a pagamento
L’accesso al pronto soccorso per problematiche non urgenti, classificate con il codice bianco, comporta già da tempo un onere economico per i cittadini italiani, introdotto con la legge Finanziaria del 2007. Questa normativa ha stabilito che per le prestazioni erogate in regime di pronto soccorso e non seguite da ricovero, ad eccezione di specifiche categorie esenti e di interventi conseguenti a traumi o avvelenamenti acuti, è previsto un ticket di 25 euro a carico del paziente. Sebbene l’applicazione di questa norma sia stata recepita da tutte le regioni italiane, le tempistiche e le modalità di attuazione hanno variato significativamente sul territorio nazionale. Un esempio emblematico è rappresentato dalla Provincia autonoma di Bolzano, dove la quota fissa del ticket per i codici bianchi è stata fissata a 50 euro, raddoppiando l’importo base previsto dalla legge nazionale.
La situazione si complica ulteriormente in diverse regioni, tra cui Veneto, Friuli Venezia Giulia, Provincia autonoma di Bolzano, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Calabria. In queste aree, oltre al pagamento della quota fissa iniziale, viene richiesta una compartecipazione alla spesa per eventuali accertamenti diagnostici di laboratorio, esami strumentali o altre terapie che si rendono necessarie durante la visita al pronto soccorso. In questi casi, il costo complessivo per il paziente può lievitare considerevolmente, raggiungendo in alcuni casi un tetto massimo di 100 euro.
Un guadagno per lo Stato
Analizzando i dati relativi al 2013, si evince che i ricavi totali derivanti dal ticket sui codici bianchi a livello nazionale ammontavano a 34,7 milioni di euro. La regione che ha registrato il maggiore incasso è il Veneto, con ben 8 milioni di euro, seguita dalla Lombardia con 6,9 milioni e dall’Emilia Romagna con 6,6 milioni. Queste tre regioni da sole rappresentano oltre il 60% del gettito totale generato da questa tassa. Risulta invece sorprendente, se rapportato alla popolazione residente, il dato relativo al Lazio e alla Campania, che hanno registrato incassi di “appena” 200 mila euro ciascuna.
Questa disparità nell’applicazione e nell’incidenza del ticket sui codici bianchi evidenzia una frammentazione del sistema sanitario nazionale e un diverso approccio regionale alla gestione dell’accesso al pronto soccorso per le urgenze minori. La discussione sull’equità e sull’opportunità di tale tassa rimane aperta, soprattutto alla luce delle crescenti difficoltà economiche che colpiscono una fetta sempre più ampia della popolazione.