FALLITO – Crac finanziario: il gigante della grande distribuzione cade in rovina, l’Italia perde il numero uno | Migliaia di famiglie sul lastrico

Supermercato fallito (fonte pixabay) - painoinclinato.it
Crac finanziario per il gigante della grande distribuzione: il nostro Paese perde un altro pezzo per strada.
Quando una grande azienda crolla, il primo segno che qualcosa sta andando storto è la desolazione che ti assale. Passeggiando per le vie delle città, non è raro imbattersi in vetrine spente, serrande abbassate e facciate che portano i segni del tempo.
Un negozio che chiude non è solo un problema economico per i proprietari, ma un segnale di cambiamento profondo: la concorrenza agguerrita, le tasse sempre più alte, le difficoltà a tenere il passo con un mercato che cambia velocemente. E quando un esercizio commerciale si arrende, spesso lo fa con la stessa dignità di una città che si spegne, lasciando dietro di sé il rimpianto per ciò che era e il vuoto di ciò che sarà.
A farne le spese, in particolare, sono i dipendenti: persone che avevano costruito la loro vita su un posto di lavoro stabile, che ora si ritrovano senza una certezza.
Le storie di chi perde il lavoro sono sempre tristi, ma sono ancor più amare quando a farne le spese sono decine, se non centinaia, di persone che improvvisamente vedono la loro fonte di reddito svanire. Come sta accadendo per i dipendenti di un gigante della grande distribuzione che sta chiudendo.
Crac finanziario per il gigante della grande distribuzione
Stiamo parlando di Carrefour, nota insegna ben distribuita sul territorio italiano. L’ultima chiusura riguarda Roma, nello specifico nel centro commerciale CinecittàDue. Che però non è un caso isolato. Infatti, anche in altre città italiane il gigante della grande distribuzione ha deciso di ridurre la propria rete di punti vendita.
Infatti negli ultimi mesi sono state tante le zone del Paese che hanno visto la chiusura di diversi supermercati Carrefour, che hanno deciso di abbassare le serrande. In alcune aree, l’intensa concorrenza di marchi noti ha reso insostenibile la sua presenza, che ha dovuto rivedere la propria strategia.
Serrande chiuse, dipendenti a casa
L’alta saturazione del mercato e l’elevato costo di gestione di alcune strutture, in particolare nei centri commerciali più datati, hanno portato la multinazionale a concentrarsi su punti vendita più redditizi e a ridurre la sua presenza nei luoghi meno strategici. Le chiusure hanno generato ripercussioni anche sul piano occupazionale, con numerosi dipendenti che hanno dovuto fare i conti con la perdita del posto di lavoro o, in alcuni casi, con il trasferimento in altre filiali.
Nel caso di CinecittàDue infatti romatoday.it afferma che i 34vdipendenti sono stati trasferiti sul territorio. Ma questo non vuol dire che stiano meglio, e che per tutti gli altri possa succedere lo stesso.