INPS, sospese le pensioni di vecchiaia: se non dichiari questa cosa devi restituire indietro tutto
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Chi non dichiara il reddito rischia di perdere l’assegno: l’INPS avvisa migliaia di pensionati per fare in modo che si mettano in regola al più presto.
Una nuova comunicazione dell’INPS sta raggiungendo in questi giorni migliaia di pensionati italiani scatenando ondate di preoccupazione tra i cittadini over.
L’ente previdenziale ha avviato la sospensione delle prestazioni collegate al reddito, riferite all’anno 2020, nei casi in cui non risulti pervenuta la dichiarazione reddituale.
Chi non regolarizza la propria posizione entro i termini indicati rischia la revoca definitiva dell’assegno e la restituzione delle somme già percepite.
La misura riguarda in particolare assegni sociali e integrazioni al minimo, erogati in via provvisoria, soggetti a verifica annuale dei requisiti economici.
Prestazioni previdenziali bloccate per redditi non dichiarati: cosa prevede la normativa
Il controllo rientra nell’ambito delle attività previste dalla normativa vigente, come riportato da LavoroFacile.it. L’INPS ha infatti l’obbligo di accertare la permanenza del diritto alle prestazioni assistenziali attraverso la raccolta dei dati reddituali dei beneficiari. In mancanza di tali informazioni, l’ente è tenuto a sospendere i pagamenti e ad avviare il recupero degli importi indebiti. In molti casi si tratta di persone anziane, spesso sole o prive di supporto familiare, che rischiano di perdere un aiuto economico fondamentale per la loro quotidianità.
Con il messaggio n. 2642 del 18 luglio 2024, l’INPS ha ufficializzato la sospensione delle prestazioni economiche legate al reddito 2020. La base giuridica è il comma 10-bis dell’articolo 35 del decreto-legge 207/2008, che impone la comunicazione annuale del reddito da parte dei titolari. Se l’obbligo non viene assolto, il beneficio decade, anche retroattivamente.
Come regolarizzare la propria posizione ed evitare la revoca della pensione
Le lettere di sospensione sono state spedite ai pensionati entro il 15 luglio 2024. La scadenza per inviare la dichiarazione è fissata al 15 settembre. In assenza di regolarizzazione, la prestazione verrà revocata in via definitiva. Inoltre, nei mesi di agosto e settembre verrà trattenuto il 5% dell’importo lordo della pensione. Gli assegni inferiori a 100 euro non subiranno decurtazioni, ma l’obbligo di dichiarazione resta valido. In caso di revoca, verranno avviate le pratiche per il recupero delle somme già versate.
È possibile inviare la dichiarazione reddituale accedendo al sito INPS con SPID, CIE, CNS o PIN (per i residenti all’estero), selezionando “Ricostituzione per sospensione art. 35 comma 10bis D.L. 2007/2008”. In alternativa, ci si può rivolgere a un patronato. L’INPS ha chiesto alle sedi territoriali di dare priorità a queste richieste, considerata la gravità delle conseguenze per i soggetti coinvolti. È consigliabile agire il prima possibile, anche per evitare interruzioni nei pagamenti futuri.