Agenzia delle Entrate – Cannonata affitti: 8.000€ di multa se non esponi il nuovo codice sulla porta | Te la lasciano sullo zerbino

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La multa per le case in affitto (Foto di Jakub Żerdzicki su Unsplash) - pianoinclinato.it

Attenzione a chi possiede un immobile in affitto: l’Agenzia delle Entrate lancia un nuovo obbligo, pena una multa. Devi esporre il nuovo codice.

C’è un nuovo obbligo che spaventa più del bollettino dell’IMU. Una regola che arriva zitta zitta, con la calma di una raccomandata verde, ma che può trasformarsi in una multa da 8.000 euro se ti dimentichi un semplice codice. Già, un codice. Uno di quelli che pensi “vabbè, tanto ci penserò dopo”. Spoiler: non farlo.

Perché stavolta non si parla di dichiarazioni tardive o scontrini volanti, ma di un’informazione che dovrà comparire davanti alla porta di casa. Letteralmente.

E se non lo fai, altro che avviso bonario: rischi che ti lascino la sanzione direttamente sullo zerbino. Come se fosse un biglietto del vicino, ma molto meno simpatico.

È una di quelle situazioni all’italiana, dove tutti sembrano essersi messi improvvisamente d’accordo – agenzie, enti locali, Stato – per mappare chi fa cosa, dove, come e quanto guadagna. Non è una caccia alle streghe (ufficialmente), ma piuttosto un tentativo di rimettere ordine nel caos del mercato immobiliare. E nel portafoglio di chi ci guadagna. Tutto con un codice.

Agenzia delle Entrate: multa se non hai questo codice

Del resto, negli ultimi anni in tanti si sono lanciati negli investimenti “facili”: acquistare un bilocale in una zona turistica, sistemarlo, metterlo online e iniziare a incassare. E per un po’ ha funzionato. Ora però il gioco si fa serio. Per continuare a farlo – o anche solo per non finire nei guai – servono due codici. Obbligatori. Tracciabili. E visibili dall’esterno.

E qui arriviamo al punto. Se affitti anche solo una stanza per pochi giorni all’anno, devi conoscere due paroline magiche: CIR e CIN. No, non sono cocktail estivi. Sono i codici identificativi – regionale e nazionale – che da qui in avanti determineranno se sei in regola o se stai collezionando multe.

i codici per gli affitti
La multa (Foto di Marek Studzinski su Unsplash) – pianoinclinato.it

Gli affitti sotto controllo dallo Stato

Il CIR (Codice Identificativo Regionale) è già in uso in molte regioni. Serve per dire “questa casa è registrata, non è un buco abusivo e rispetta le regole locali”. Ma ogni regione ha le sue: Lombardia richiede la PEC, la Campania pure, altrove basta una registrazione al comune. Poi c’è il CIN (Codice Identificativo Nazionale), il vero protagonista del 2025. Dal 1° gennaio, chi affitta a breve termine dovrà esporlo fuori dalla porta di casa e inserirlo in ogni annuncio online. Lo si ottiene tramite il portale del Ministero del Turismo, con SPID, autocertificazioni, dati catastali e altre meraviglie digitali.

Chi non si adegua, rischia multe da 500 a 8.000 euro. E no, non fanno sconti se è la prima volta. Morale della favola: se pensavi che bastasse un po’ di vernice fresca e un annuncio su Airbnb per iniziare a guadagnare, oggi ti serve anche un codice affisso in bella vista, un po’ come il numero civico, ma fiscale.