Nascosto negli abissi per 500 anni, ora è stato avvistato: il mostro marino con 3 occhi ha denti come rasoi | È da film horror

mostro mare

Un pesce (foto di Mariya Klyachko da pexels) - pianoinclinato.it

Negli abissi si nasconde da 500 anni uno spaventoso mostro marino con 3 occhi e denti affilati. Fa paura solo a guardarlo.

Gli abissi marini, quelle profondità oscure e misteriose del nostro pianeta, sono ancora in gran parte sconosciuti.

Quante creature strane e spaventose potrebbero nascondersi in quelle acque buie, lontane dall’occhio umano? Spesso pensiamo di conoscere il mare, ma in realtà non abbiamo idea di quante meraviglie e orrori nascondano.

Chi può dire cosa potrebbe emergere dal profondo, pronto a sorprenderci? E in effetti ogni tanto c’è qualche inquietante scoperta che apre una nuova porta verso l’ignoto.

Come quella recente di un vero mostro, che si aggira nel buio dell’oceano. Con tre occhi, artigli affilati come rasoi e una bocca circolare piena di denti letali, questa bestia sembra qualcosa uscito da un film horror.

Un mostro negli abissi

Questo mostro spaventoso si muove agilmente, cacciando le sue prede con precisione. Non ha paura di nulla, ed è il cacciatore perfetto per quel tipo di ambiente estremo. Le sue pinne laterali gli permettono di nuotare velocemente, e il suo aspetto, minaccioso e strano, la rende davvero una creatura da incubo.

Questa strana figura non è una fantasia, ma un vero e proprio predatore. Anche se dovremmo parlare al passato, poiché è  vissuto 506 milioni di anni fa, durante il periodo Cambriano. Si chiama Fentoni mosura, ed è stato scoperto da un team di paleontologi del Manitoba Museum e del Royal Ontario Museum, che hanno trovato i suoi resti in Canada, come riporta cronista.com.

pesci predatori
Un banco di pesci (foto di Francesco Ungaro da pexels) – pianoinclinato.it

Sembra uscito da un film horror

Questo piccolo mostro marino –  letale, ma grande quanto un dito indice –  fa parte di un gruppo di predatori estinti chiamati “radiodonti”, ma ciò che ha sorpreso gli scienziati è una caratteristica unica che non avevano mai visto prima. La parte posteriore del corpo composta da 16 segmenti dotati di branchie, una caratteristica mai osservata in altre specie. Questo strano adattamento potrebbe essere stato necessario per aiutarlo a respirare meglio in un ambiente marino.

Incredibilmente i ricercatori sono riusciti a recuperare 61 fossili di questa creatura, che risalgono a periodi diversi, tutti raccolti dal Royal Ontario Museum dal 1975 al 2022. Questi fossili non solo raccontano la storia di un predatore antico, ma offrono anche un’importante lezione su come la vita si sia evoluta nei mari di milioni di anni fa. E rendono solo una minima idea di quello che le profondità marine possono ancora celare, in attesa di essere scoperto.