Meloni conferma l’aumento: “troppa monnezza”, TARI più cara del 17% | Già inviati i bollettini, paghi un’oscenità
Giorgia Meloni (web) - pianoinclinato.it
Preparatevi a un’amara sorpresa nella vostra cassetta della posta: i bollettini sono arrivati e la cifra da pagare è da capogiro.
Quella che sembrava una semplice tassa si è trasformata in un salasso, con aumenti che toccano percentuali inimmaginabili.
Il motivo? “Troppa monnezza”, sostengono. Ma è davvero solo colpa nostra o c’è qualcosa di più dietro a questo rincaro?
La protesta è già scoppiata in diverse città, con cittadini e commercianti uniti contro un’ingiustizia che sembra non avere fine.
Scoprite perché la TARI è diventata un lusso insostenibile e cosa sta succedendo nelle piazze italiane.
La Tari aumenta ancora
L’amministrazione comunale di Chivasso (Torino) ha approvato l’aumento della TARI, la tassa sui rifiuti, scatenando la protesta di commercianti e residenti. I rincari per i negozi raggiungono l’11,8%, mentre per le utenze domestiche si arriva fino al 17,23%. Una situazione che ha portato cinquanta commercianti a presentarsi in Consiglio comunale con sacchi di immondizia per esprimere il loro dissenso. L’aumento della TARI, già approvato nel precedente Consiglio comunale con 11 voti favorevoli e 4 contrari, è legato ai maggiori costi del nuovo piano economico-finanziario predisposto dal Consorzio di Bacino 16, che complessivamente ammonta a quasi 7 milioni di euro. Questa somma verrà coperta attraverso l’aumento delle bollette, sia per i cittadini che per le attività commerciali.
Per le utenze domestiche, gli aumenti vanno da un minimo dello 0,52% (per una persona che vive in un appartamento di 50 metri quadrati) a un massimo del 17,23% (per un immobile di 250 metri quadrati abitato da due persone). In termini economici, le bollette oscilleranno tra i 155,60 euro e i 490 euro. Per le utenze non domestiche — come negozi e attività produttive — l’aumento medio è dell’11,80%.
Le parole dei politici
A margine della seduta, il consigliere di minoranza Bruno Prestia (lista Per Chivasso) ha commentato amareggiato: “In questo Consiglio comunale, si è vista una brutta, triste pagina, che avrà l’effetto di allontanare ancora di più i cittadini dalle istituzioni”. Prestia ha aggiunto: “Per una volta che la sala si è presentata strapiena, anziché cercare di dare risposte, l’amministrazione si infastidisce al vociare ed ai brusii di sottofondo (anche comprensibili visto il tema che si stava trattando), e spinge le persone presenti ad abbandonare l’aula sotto la “minaccia” di farla sgomberare”.
Ha concluso sottolineando che “i cittadini vanno ascoltati, hanno diritto ad essere presenti, anche se non sono d’accordo o possono farfugliare, ma bisogna saper gestire questi eventi. Sarebbe bastato usare altri termini, mettendo anche un po’ di empatia che non guasta, ed invece no. Così questa sera Chivasso ha perso”.