Pioggia dorata

pioggia dorata

Una delle domande più gettonate ultimamente nella mia casella di posta è: ma che farà l’oro? Quali sono le prospettive? Quali solo i target price? E sopratutto…quali sono gli elementi che possono influire sul prezzo dell’oro in modo “inequivocabile”?

Quest’ultima domanda in effetti è estremamente interessante. Considerare l’oro come “bene rifugio” o safe haven è sicuramente corretto, ma non è l’unico motivo che fa salire il prezzo dell’oro.
E non si può nemmeno dire che siano i soli tassi di interesse a muoverne le quotazioni. Come non è corretto analizzare il trend di tutte le commodity e paragonanrlo al metallo giallo. Certo, l’oro è una materia prima che fa parte dell’indice CRB, ma vive di dinamiche sue. Infine, non possiamo valutare l’oro esclusivamente analizzando i trade sul metallo stesso.
Ovvio, qui ce ne sarebbe da dire per ore ed ore. Si potrebbe parlare delle operazioni delle banche centrali, sia in acquisto che in vendita, o dei flussi in uscita dagli ETF. Tutto ci sta, ci mancherebbe, Ma non è ancora la risposta definitiva.

Ho provato più volte a mettere a confronto più grafici, più analisi, ma tutte, ad un certo punto, si trovavano a contatto con dei momenti di profonda de correlazione facendo saltare tutti i ragionamenti.
Ho sempre pensato che il ragionamento più corretto fosse abbinare l’oro coi tassi di interesse. Ma l’analisi sembrava ancora zoppa.
Poi ho fatto un giorno una ricerca ed ho scoperto che il mio ragionamento di fondo filava. Bisognava però apportare una correzione e quella correzione era l’inflazione.
A conferma di tutto questo, recentemente ho letto un interessante commento di un brillante analista che risponde al nome di Nicholas Johnson, il quale dice:

“ (…) Considerando il valore attuale dell’oro, possiamo dire che lo stesso, corretto per i rendimenti reali, ha un valore MOLTO simile a quelli presenti prima della crisi. Il tutto tenendo conto del fatto che il prezzo dell’oro è salito nel frattempo di oltre il 50%.
Quindi, ogni eventuale premio incorporato nelle quotazione del metallo giallo a causa della crisi del credito per colpa dell’avversione al rischio (RISK ON, ndr) è stato ormai eliminato. Il tutto è ovvio, visto anche il sentiment sui mercati finanziari. Quindi, il prezzo dell’oro, corretto dei rendimenti reali, è un utile barometro per poterne valutare le tendenze in diversi regimi e confrontarlo con altri asset”.

Il grafico che ho generato sintetizza perfettamente questo ragionamento. E la correlazione è assolutamente importante.
Ovviamente pensare di aver trovato la formula che ci garantisce la certezza matematica di cosa farà l’oro, è sbagliato. Non possiamo non considerare anche l’impatto di eventuali prodotti derivati:

a) gli ETF che negli anni 2011-2012 hanno totalmente drogato il mercato),
b) il sentiment sui mercati
c) la propensione al rischio finanziario
d) l’operatività dei governi e delle banche centrali su questa materia
e) la domanda di materia prima anche per la produzione orafa
f) più molte altre tematiche

Ma resta il fatto che, a conti fatti, parametrare l’oro ai rendimenti reali rappresenta la formula che più facilmente spiega le tendenze del metallo giallo e ne permette di prevederne un trend.
Eccovi il grafico, dove i rendimenti reali, confrontati all’oro (per poter effettuare un corretto confronto) sono in scala inversa.

Oro e rendimento reale 10YR T-Note (in scala inversa)

Morale: rendimenti reali in calo, oro in salita, e viceversa.
Una prospettiva? La possiamo tracciare?
Beh, se ci vogliamo sbilanciare, diciamo che è fattibile. Ipotizzando delle banche centrali con tassi stabili e inflazione altrettanto costante, e rendimenti del decennale non in forte impennata, possiamo dire che con queste condizioni, l’oro dovrebbe mantenere una certa stabilità.
Ma diventa ovvio che lo stesso mercato obbligazionario core (safe haven) tipo i T-Note, assume un peso determinante per calcolarne il potenziale target.

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Danilo DT

Danilo Rambaudi, alias Dream Theater, è un operatore finanziario dal 1995. Asset Allocation Manager, collabora con istituzioni finanziarie e siti finanziari italiani e non, nell'ambito dell'analisi e della ricerca. Analista tecnico, ma anche padre e marito (e a volte se ne dimentica).

2 Risposte a “Pioggia dorata”

  1. Ciao Danilo,
    al punto f inserirei due fattori che mi sembrano da non sottovalutare. La quotazone sempre in dollari e le legislazioni che di colpo potrebbero mettere fuori mercato la detenzione di oro .

    Già successo no? Molti non sanno che fino a75 detenere oro in usa era illegale

  2. Assolutamente si. Tieni conto che, come vedi dal grafico, stavo cercando appigli per capire le tendenze di BREVE. Quanto tu dici ha implicaziojni di medio lungo, di tipo strutturale ed esagerateamente importante SE capitano certe cose…. 😉

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.