Diversificare nella policrisi – EPT #83

policrisi

La consacrazione definitiva è arrivata qualche settimane fa sulle pagine salmonate del Financial Times. Un termine finora poco familiare nel lessico politico-economico vi ha fatto infine irruzione con tutto il peso della credibilità connessa al fatto di comparire nel titolo di un editoriale del prestigioso quotidiano economico: “Welcome to the world of the polycrisis” si intitolava, nell’edizione del 28 ottobre scorso, il pezzo dello storico inglese Adam Tooze.

Policrisi”: è questo il termine con cui Tooze sintetizza il micidiale cocktail di shock al quale ci siamo assuefatti negli ultimi tre anni. Pandemie, guerre, disastri economici e naturali, ed il catalogo potrebbe risultare persino incompleto.

Espressione ormai sdoganata, quindi, ma della quale non si è ancora colto il nesso con quanto accaduto quest’anno nel mondo degli investimenti. Proprio da qui parte la nostra chiacchierata settimanale, senz’altro ascrivibile al genere, che abbiamo verificato essere molto apprezzato, di quelle un po’ “anarchiche”, ancor più insofferenti del solito ai paletti di un canovaccio monotematico, le puntate insomma in cui ci piace effettuare lunghi giri di ricognizione su tutto un po’.

Che c’azzecca, dunque, la policrisi con le strategie di investimento? Parecchio, perché la policrisi è il fattore che, nel corso di questo 2022, ha fatto saltare quella che si credeva una regola aurea ed immutabile, indispensabile per la razionale costruzione di un portafoglio di investimento: la diversificazione. Includere in un portafoglio quanti più rischi diversi possibile è sempre stato ritenuto un fattore chiave perché la somma e la diversificazione dei rischi, grazie al fatto che alcuni di essi sono antagonistici tra loro, genera un coefficiente di rischio più basso rispetto a forme di pericolosa concentrazione. Se un asset class performerà male, era la logica, cio’ si accompagnerà alle soddisfazioni procurate dalla categoria di investimenti che si muovono secondo logica opposta.

Questo schema, però, era valido fino all’avvento della policrisi nella quale gli shock sono molteplici e, come spiega Tooze, interagiscono di modo che il loro insieme è più grande della somma delle loro parti. Gli shock non sono antagonistici, insomma, anzi cooperano vicendevolmente al peggio, e questo si riflette nella sintesi di questo anno finanziario: ha perso ogni settore, tutte le asset class sono andate male.

La buona notizia, a nostro avviso, è che certi concetti, come appunto la policrisi, seguono una parabola molto simile a quella dei temi e delle idee di mercato: quando smettono di essere sussurrati, quando vengono “ufficializzati” sono già maturi, per così dire “incorporati nei prezzi”, perfetti per spiegare quanto accaduto fino ad oggi, ma obsoleti per decifrare il futuro più prossimo.

La stagione che si apre – è la nostra ipotesi – è invece quella del ritorno alla diversificazione, del disallineamento tra le sorti delle varie tipologie di investimento, della riscoperta, dopo una stagione di decrescita indifferenziata in cui tutte le vacche erano magre, della crescita economica come dato aggregato e composto in cui alcuni crescono, altri no, in cui è premiato chi innova e punito chi è ossessionato dalla preservazione dello status quo.

Nella conversazione di questa settimana vi raccontiamo quindi un po’ di indizi suggestivi di questa sorta di back to basics ( la diversificazione è certo uno dei fondamentali della finanza).

Dalle pesanti ristrutturazioni in atto nei gruppi che gestiscono i maggiori social network – inevitabile parabola di un ciclo iniziato anni fa con rivoluzionarie modalità di aggressione del “mercato dell’attenzione” e giunto ad inevitabile saturazione perché l’attenzione degli utenti/consumatori è risorsa limitata per natura – alla rinnovata centralità di settori “noiosi” come l’industria tradizionale che produce beni reali.

Su tutto ciò, i temi ineludibili di questa fase: inflazione, tassi, possibile riapertura post Covid della Cina con relativo trigger inflazionistico, comportamento futuro (ahinoi prevedibile) delle Banche Centrali.

Per questo giro d’orizzonte al tempo della policrisi, vi aspettiamo come sempre sulla vostra piattaforma preferita.

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