Nel primo trimestre 2015 l’Italia esce timidamente dalla recessione (+0.3% t/t), mentre la Grecia torna a segnare una nuova contrazione dell’economia (-0.2% t/t). L’effetto dell’incertezza, causata dal nuovo Governo greco guidato da Tsipras, sta riportando velocemente la Grecia in un incubo simile al periodo 2010/2012: calo della fiducia, fuga di capitali, crollo dei depositi e contrazione dell’attività economica. Questi mesi di gestione dilettantesca delle contrattazioni fra Governo e creditori, hanno portato ad una deriva economica difficile da arrestare nell’immediato. Allo stato delle cose, uno scenario economico dell’intera area Euro deve tener conto dell’effetto negativo della Grecia, anche in presenza di un accordo su estensione del programma di aiuti; quindi senza effetto contagio dei mercati azionari, obbligazionari e valutari.
Il principale canale di trasmissione passa attravero la fiducia delle imprese (grafico): maggiore incertezza, minore attività, minori ordini, riduzione delle scorte e degli investimenti. Nonostante l’economia Greca abbia una dimensione ridotta economia greca ha dimensione ridotta rispetto all’area Euro, ha implicazioni sull’intera economia. Per esempio, nel 2010 la recessione greca portò ad un dimezzamento del tasso di crescita dell’economia europea nei 4 trimestri successivi.
Al contempo, solo un default (la cui complessità è n-volte superiore al P.S.I. sui governativi greci del 2010) aumenterebbe l’incertezza al punto da modificare lo scenario, rendendo più probabile una contrazione dell’economia dell’area Euro, con effetti amplificati sulle economie più deboli come l’Italia.